Come in un romanzo giallo ad alta tensione la suspence è salita al massimo oggi sui mercati, in attesa che, tra poche ore, Nvidia (-2,9%) riveli come sono andati i suoi conti del trimestre e fornisca indicazioni sulla tenuta dell’ampia scommessa sull’intelligenza artificiale. Se sarà tempesta o euforia o se la montagna partorirà un topolino lo scopriremo solo domani.
Intanto i listini europei chiudono la seduta odierna in lieve rialzo, proseguendo il trend timidamente positivo avviato ieri, ma frenati a fine seduta dai ribassi di Wall Street (Nasdaq -1,36%).
Piazza Affari si apprezza dello 0,3% e un passettino dopo l’altro si porta a ridosso dei 34 mila punti base (33.880) spinta dai titoli della salute, utility e Leonardo +2,2%.
Francoforte sale dello 0,46%, Amsterdam dello 0,31%, Parigi +0,16%. Sono piatte Madrid e Londra.
Wall Street con il fiato sospeso
Negli Usa, dopo le prime ore di scambi, Wall Street è in ribasso prima del grande evento della giornata. Per il FT la trimestrale di Nvidia, in termini di impatto sui mercati, rivaleggia con i dati del rapporto sull’occupazione statunitense. Su Reuters si legge che i prezzi delle opzioni mostrano che i trader si sono preparati a un’oscillazione di quasi il 10% delle azioni Nvidia per domani. Tradotto in dollari sono circa 300 miliardi di valore di mercato, probabilmente il più grande movimento mai registrato in un rapporto sugli utili. E forse neppure il raddoppio dei ricavi potrebbe soddisfare chi ha investito in un titolo che quest’anno è cresciuto del 160%, ma dai minimi del 2022 ha moltiplicato per mille il suo valore. Con risultati oltre le attese la corsa potrebbe persino continuare.
Intanto altri titoli di chip come Qualcomm e Advanced Micro Devices sono in calo e l’indice dei semiconduttori Philadelphia SE cede l’1%.
Super Micro Computer crolla del 24% dopo che il produttore di server di intelligenza artificiale ha detto di voler ritardare la presentazione della relazione annuale per l’anno fiscale chiuso il 30 giugno, un giorno dopo che Hindenburg Research ha rivelato una posizione corta nella società.
Berkshire Hathaway (+1,27%) è entrata invece nell’esclusivo club delle aziende che hanno superato i mille miliardi di dollari per valore di mercato. Come scrive Reuters ciò rispecchia la fiducia degli investitori “nel conglomerato che Warren Buffett ha costruito nel corso di quasi sessant’anni e che molti considerano un indicatore dell’economia statunitense”.
In campo obbligazionario si segnala la facilità con cui il Tesoro a stelle e strisce ha collocato ieri 69 miliardi di bond biennali, a prova che gli investitori sono convintissimi che la Fed fra tre settimane metterà mano a una riduzione dei tassi d’interesse. Oggi prosegue l’offerta con 70 miliardi di buon quinquennali.
Rimbalzino del dollaro
Sul mercato valutario il dollaro si rafforza, dopo le recenti perdite. Il biglietto verde sta guadagnando circa lo 0,3% contro lo yen (144,37%).
Anche l’euro scende, per un cross che resta in ogni caso oltre 1,112 (-0,5%)
La ripresa della divisa nordamericana pesa sulle materie prime, scambiate in dollari, in particolare l’oro arretra pur restano oltre 2500 dollari l’oncia.
Scende anche il petrolio, con le tensioni in MO e il blocco libico che non bastano a sostenere i prezzi. Si teme infatti un decadimento della domanda a fronte di timori per la richiesta cinese.
Il future novembre del Brent perde lo 0,67%, per un prezzo di 78,13 dollari al barile; il contratto ottobre di Wti cede lo 0,73%, 74,98 dollari al barile.
Rimane piatto il prezzo del gas ad Amsterdam. Il Cremlino ha avvertito che in Europa il gas costerà di più se Kiev non accetterà di estendere l’accordo sul transito del gas russo che passa per l’Ucraina alla scadenza del 31 dicembre. La possibilità appare remota, ma i paesi europei hanno ormai molto ridotto la loro dipendenza dalla Russia dell’avvio della guerra.
Piazza Affari, seduta brillante per Maire
In Piazza Affari il titolo più effervescente del giorno è fuori dal paniere principale: si tratta di Maire Tecnimont, +8,06%, che ha festeggiato la promozione a “Buy” degli analisti di Jefferies, che hanno avviato la loro copertura sul titolo.
Si è spenta invece la fiamma di Fincantieri, +0,08%, partita a razzo stamattina dopo l’annuncio di una commessa della controllata norvegese Vard Island Offshore. Secondo il broker Equita, “l’ordine dovrebbe avere un valore intorno ai 50 milioni e conferma il solido momentum del settore Offshore di Fincantieri”.
L’indice della blue chip è guidato da due titoli del settore sanitario come Recordati +2,63% e Diasorin +2,63%. Nell’industria chiude una seduta in denaro Leonardo. Bene gli assicurativi con Unipol +1,71% e Generali +1,03%.
Sono in evidenza le utility a partire da Hera +2,11% e A2a +2,03%.
I ribassi colpiscono ancora i titoli petroliferi: Tenaris -1,65%, Saipem -1,08%, Eni -0,2%. Arretra Stm -0,89%. Umore poco brillante anche per le banche, in particolare Mediobanca -0,5%, Bper -0,4%, Banco Bpm -0,76%.
Sono contrastati i titoli della moda: Moncler -0,76%, Cucinelli +0,45%. La casa di capi in cachemire sta presentando i risultati semestrali questa sera, a mercati chiusi.
Ferrari è piatta, ma in giornata ha toccato un nuovo record storico a 439 euro per azione, spinta anche dal fatto che Morgan Stanley ha rivisto il prezzo obiettivo a 465,70 euro, da 400 precedente. Confermato il rating Overweight sulle azioni.
Spread in leggera crescita
Il secondario chiude in lieve calo, con una crescita dello spread tra Btp 10 anni e omologo tedesco a 142 punti base. Il tasso del titolo italiano si posiziona al 3,65%.