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Borsa 27 ottobre chiusura: l’Europa trascina giù anche Milano malgrado il rimbalzo di banche e Saipem

Imagoeconomica

Il clima finanziario in Europa è leggermente peggiorato oggi dopo l’avvio contrastato di Wall Street e i listini chiudono in rosso una seduta fin troppo ricca di notizie, tra dati macro attesissimi (l’inflazione statunitense ha rallentato a settembre, ma la spesa dei consumatori è salita più del previsto), trimestrali a cascata e rischio escalation in Medio Oriente, dopo che l’aviazione Usa ha attaccato miliziani filo-iraniano in Siria. In vista di un weekend pieno di incognite geopolitiche gli investitori sono andati così all’incasso nel Vecchio Continente, mentre la guerra spinge gli acquisti sul petrolio: Brent +1%, 88,8 dollari a barile.

Europa in rosso

Piazza Affari arriva al traguardo con una perdita dello 0,8%, scendendo a 27.234 punti base. Pesa sul listino il ribasso di Moncler (-6,46%), nonostante ricavi in crescita del 7% nel terzo trimestre, che sono però sotto le attese degli analisti e mostrano un rallentamento tra fine settembre e inizio ottobre. Rimbalza Saipem +3,93%.

La maglia nera del giorno va a Parigi -1,28%, travolta dalle vendite su Sanofi (-13,41%), dopo conti sotto le attese e un taglio delle stime. Sono in ribasso a Londra -0,87%, Amsterdam -0,65%, Madrid -0,51% e Francoforte -0,27%. Tra gli indicatori economici sono in chiaroscuro i dati sulla fiducia delle imprese nell’area euro: in rialzo in Francia e in calo in Italia.

Wall Street cerca il rimbalzo, tra dati macro e trimestrali

Wall Street è ancora in cerca di un umore stabile. Il Nasdaq (+1,17%) appare l’indice più deciso a centrare un ottimo rimbalzo, grazie all’impennata di Amazon (+7,83%) che ha presentato finora i conti trimestrali migliori tra i magnifici 7 (le mega tech). Anche Intel è effervescente (+9,26%) dopo conti e previsioni superiori alle attese, ma ora l’attenzione si sta spostando sui titoli petroliferi e Chevron (-5,35%) e Exxon Mobil (-2,04%) sono in rosso, dopo aver mostrato un forte calo dei profitti a seguito delle due acquisizioni da circa 60 miliardi di Pioneer e Hess. Arretra inoltre Jp Morgan (-2,5%), nel giorno della notizia che l’amministratore delegato di JPMorgan Chase Jamie Dimon venderà una parte della propria partecipazione nella banca nel 2024 ed è la sua prima vendita di azioni da quando ha questo ruolo. Il Dow Jones perde al momento lo 0,4%.

Rallenta l’inflazione Usa, ma salgono le spese dei consumatori

L’attenzione del mercato è inoltre rivolta all’inflazione (in specifico al dato Pec, il preferito della Fed) e il combinato disposto di un pil (visto ieri) superiore alle attese e di un’inflazione in rallentamento dovrebbe essere favorevole all’ottimismo. Per quanto riguarda i dati di oggi il Dipartimento del Commercio sui redditi personali dice che questi sono aumentati dello 0,3% in settembre, meno dello +0,4% di agosto. Le spese per i consumi però sono aumentate dello 0,7% rispetto al mese precedente, quando si era registrato +0,4%.

Il dato Pce, relativo ai prezzi al consumo segna un aumento di 0,4% rispetto al mese precedente e +3,4% rispetto a un anno prima, meno del +3,5% di agosto. La componente “core”, depurata dagli elementi volatili, è salita dello 0,3% mese su mese e del 3,7% rispetto a un anno prima, meno del +3,9% di agosto.

In chiave Fed sono dati da interpretare, ma si rafforza la convinzione degli investitori che Jerome Powell non toccherà il costo del denaro la prossima settimana.

Sul mercato dei cambi il quadro macro frena il dollaro, con l’indice che arretra contro un paniere di valute dello 0,15%. L’euro si apprezza in misura simile, per un cambio contro il biglietto verde prossimo a 1,058.

I Bond a stelle e strisce, assai sotto pressione negli ultimi tempi, oggi vedono prezzi contratti. Il Treasury decennale mostra un rendimento in lieve aumento a 4,857%.

In Piazza Affari bene Unicredit ed Eni

Tra le blue chip di Piazza Affari sono stati oggi ben comprati i titoli finanziari. Nel risparmio gestito Finecobank mette a segno un guadagno dell’1,47%. Sono positive le banche, a partire da Unicredit +1,12%, nel giorno dell’assemblea straordinaria e del via libera alla tranche del buyback 2023 per un importo massimo di 2,5 miliardi e al passaggio, nella parte straordinaria al modello monistico, che prevede un comitato di controllo interno al consiglio di amministrazione dando così l’addio ai sindaci.

Nel settore registrano progressi anche Mps +1,04%, Bper +0,45%, Intesa +0,32%.

Tra i titoli oil migliore è Saipem, recentemente assai penalizzato dalle vendite. Un piccolo passo avanti lo segna anche Eni +0,18%, che ha presentato la trimestrale prima dell’apertura mostrando risultati migliori delle attese grazie anche all’andamento di Plenitude e al rialzo dello stime sull’Ebit 2023.

In fondo alla classifica, insieme a Moncler, ci sono Amplifon -4,029% ed Stm -3,73%, questa azione penalizzata anche dal fatto che Intermonte ha rivisto al ribasso da 60 a 54 euro il prezzo obiettivo.

Male Stellantis -2%.

Spread in calo in attesa di Dbrs

Chiude in verde il secondario italiano, in attesa del giudizio di Dbrs che questa sera aggiornerà il suo rating sull’Italia, attualmente BBB High con outlook stabile. Il mercato attende il giudizio con serenità, dopo che ieri la Bce non ha toccato i tassi. Oggi tra l’altro, in una conversazione con il FT, la presidente della banca centrale del blocco, Christine Lagarde, torna sui propri errori del passato tra cui la frase del 12 marzo 2020, quando disse “non siamo qui per chiudere gli spread”, rispondendo sull’allargamento del differenziale italiano durante la fase più grave della pandemia, facendo pesantemente allargare lo spread. La lezione di apprendimento del mestiere di banchiere centrale, fatta sul campo, è stata dunque per Lagarde “brutale e rapida”, ma nel complesso la numero uno della Bce si promuove con un buon voto, 7.

Tornando allo spread di giornata: questo arretra oggi a 196 punti base, con tassi in discesa: il Btp decennale è indicato in chiusura a 4,8% e il Bund di pari durata a +2,83%.

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