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Borsa 26 settembre pomeriggio: Europa volatile sui tassi alti. Milano maglia nera, Btp sopra 4,7% e spread a 190

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Borse europee in rosso e sempre più volatili che non reggono l’urto delle preoccupazioni scatenate dai timori per gli alti livelli, e a lungo, dei tassi. A tutto questo si aggiungono la crisi del colosso immobiliare cinese Evergrande e il petrolio che, nonostante la frenata, alimenta le pressioni inflazionistiche. Restano negative a metà seduta tutti i principali listini europei: le peggiori sono Milano (-0,81%), Francoforte (-0,63%), Parigi (-0,72%) e Amsterdam (-0,78%). Mentre riduce le perdite Madrid (-0,13%). Vira in positivo Londra (+0,11%). Anche i future su Wall Street rallentano la caduta, pur restando negativi.

A Piazza Affari giù lusso, banche e utility

Il listino milanese, così come gli altri listini, sta portando avanti la scia ribassista di quattro cali consecutivi, avviata lo scorso giovedì. A Piazza Affari la migliore è Iveco che guadagna oltre il punto percentuale. Mentre soffre il lusso a causa dei dubbi sulla tenuta della domanda cinese: Moncler perde il 2,88%. Pioggia di vendite anche per Nexi -3,57% e in generale sulle banche, risparmio gestito e assicurativi, con la sola eccezione di Mediobanca +0,61% e Banca Generali +0,99%, mentre Mps perde oltre il 4% e Bper il 3,41%. Non c’è pace neanche per le utility, salvo Hera (+0,53%): Saipem (-2,63%), Eni (-1%). Sottotono anche Tim che passa di mano con un calo del 2,16%. Fuori dal listino principale, tonfo per EdiliziAcrobatica -5,69% dopo la scomparsa improvvisa del fondatore e ceo Riccardo Iovino.

Spread in rialzo, rendimento 10 anni al top

Si allarga lo spread tra Btp e Bund tedesco in un quadro di generale incremento dei rendimenti dei titoli di Stato in Europa. Il differenziale di rendimento tra i due titoli decennali sfonda quota 190 punti (+3,6 punti base). Salgono anche i rendimenti. Il rendimento del Btp decennale italiano resta sui massimi da marzo, superando il 4,7%. Anche il Bund tedesco segue la stessa dinamica rialzista, portandosi al 2,8%, il livello più alto da luglio 2011. Da segnalare anche l’incremento dei rendimenti del decennale Usa al 4,55%, al top da 16 anni.

Dollaro forte, frena il petrolio

Sul fronte monetario, si consolida la forza del dollaro. Il biglietto verde è stabile a 1,0580, ai massimi da marzo scorso. Frena il gas a 41,9 euro al MWh (-6%), così come il petrolio: Wti a 89.03 dollari al barile (-1%) e il Brent a 92.64. Tuttavia, l’offerta rimane limitata, con la Russia e l’Arabia Saudita che hanno esteso i tagli alla produzione fino alla fine dell’anno.

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