Piazza Affari è l’unica, in Europa, che chiude oggi in lieve rialzo, +0,29% (27.507 punti base), incoraggiata dal fatto che la Bce ha lasciato i tassi invariati (al 4,5%), dopo la serie record di dieci strette consecutive.
A trovare spunti di ottimismo in seduta è stato il settore bancario, insieme a Stm (+4,97%) spinta dalla trimestrale, mentre lo spread scende leggermente sotto i 200 punti base.
Per quanto riguarda la decisione all’unanimità della banca centrale europea, la presidente Christine Lagarde, in conferenza stampa, ha messo l’accento sul fatto che l’economia del blocco mostra segni di debolezza e proseguirà così per il resto dell’anno (i rischi sono orientati al ribasso), anche se per la Bce non è ancora tempo di tirare i remi in barca o di abbassare il costo del denaro. Lagarde non esclude neppure nuovi rialzi, benché molti osservatori ritengano che la politica aggressiva di Eurotower sia arrivata al capolinea. La presidente ha ribadito inoltre che la Bce manterrà i reinvestimenti in ambito Pepp fino alla fine del prossimo anno.
Pil Usa oltre le attese
Il clima generale dei mercati finanziari appare più freddo nel resto d’Europa, dove Francoforte cede lo -1,08%, Londra -0,84%, Parigi -0,37% Amsterdam -0,41%, Madrid -0,27%. L’andamento è in rosso anche New York, nonostante il balzo del pil statunitense nel terzo trimestre: la crescita è stata del 4,9% (contro attese di +4,7% e +2,1% del trimestre precedente), grazie alle spese dei consumatori (+4%), in un contesto di alti tassi d’interesse, pressioni inflative e incertezze dovute alla situazione internazionale. La buona notizia, letta in chiave Fed, in realtà fa un po’ paura, poiché un’economia forte (con alti salari) lascia spazio a nuove strette monetarie. Il mercato scommette che la banca centrale non toccherà il costo del denaro la prossima settimana (e probabilmente neppure e dicembre), ma non è in grado di fare previsioni sul futuro e il presidente Jerome Powell giovedì scorso ha avvertito che “nuovi rialzi non possono essere esclusi”.
In questo contesto risalgono i prezzi dei titoli di Stato Usa, anche se i rendimenti restano alti (decennale 4,9%).
Il dollaro si rafforza, mentre l’euro arretra in area 1,054.
Scende il prezzo del petrolio: Brent -1,7%, 88,6 dollari al barile.
Wall Street frenata dalle mega cap
Wall Street si muove debole e il Nasdaq (-1,51%) è in correzione, dopo la difficile seduta di ieri. A farsi sentire è il peso negativo delle mega cap, che stanno pubblicando i loro conti. Dopo il tonfo di Alphabet (Google), in ribasso anche oggi del 2,17%, scende Meta -3,49%, che ieri sera ha stupito positivamente per profitti e ricavi e persino per le prospettive 2024, ma annunciando che potrebbe subire una frenata nelle vendite del quarto trimestre per il conflitto tra Israele e Hamas. Arretra Microsoft (-3%), dopo i guadagni della vigilia.
In Europa tonfo di Siemens e Mercedes
Il peso delle trimestrali si fa sentire anche sulle borse continentali, dove Francoforte appare zavorrata da Siemens Energy (-34,82%) e Daimler (Mercedes Benz) -6,57%.
La società tedesca dell’energia, ha annunciato che gli ordini e i ricavi di Siemens Gamesa, controllata dell’eolico, nell’anno fiscale 2024 dovrebbero essere inferiori alle previsioni di mercato e che i deflussi di cassa saranno maggiori, mentre sta valutando misure per rafforzare il proprio bilancio. La casa d’auto ha invece deluso con i risultati trimestrali (-7% l’utile) e con le vendite (-4%), anche se quelle delle vetture elettriche sono salite del 66%.
Male a Parigi Bnp Paribas (-2,55%).
Piazza Affari, Campari in maglia nera
Anche Piazza Affari fa i conti con le trimestrali di molte blue chip. Oggi non brinda sicuramente Campari, -6,78%, che ha deluso con una crescita dei ricavi al di sotto del consensus. Negativo, dopo conti (pur in linea con le attese), è il titolo Saipem -5,32%. Reagisce positivamente alla trimestrale (dopo un primo sbandamento), Stm, mentre Mediobanca cede l’1,04%, nonostante l’utile netto record di 350 milioni (+34%, rispetto al terzo trimestre 2022). Piazzetta Cuccia proporrà agli azionisti di non pagare la tassa sugli extraprofitti e di destinare il capitale a riserva, così come hanno fatto Unicredit (+1,47%) e Intesa (+0,59%). Mediobanca tra due giorni terrà l’assemblea per rinnovare il board e dovrà scegliere tra la lista presentata dal cda uscente, che conferma il nome del ceo Alberto Nagel, e quella del primo azionista Delfin.
Nel settore bancario è in luce oggi anche Banca Mps +2,6%.
Nel settore automotive Stellantis cede lo 0,6%, che ieri ha annunciato l’acquisto di circa il 20% di Leapmotor (-10,87% a Hong Kong).