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Borsa 26 luglio: la festa è finita? Il Pil Usa supera le attese ma il Nasdaq cade di nuovo e le Magnifiche 7 deludono

Imagoeconomica

La festa è finita? Quasi all’improvviso, giovedì, le vendite hanno investito Wall Street, complici i risultati deludenti di Alphabet e, soprattutto, di Tesla che mercoledì ha perso il 12%, peggior titolo del Nasdaq. Ma il ribasso colpisce un’economia in forte crescita, “la migliore del mondo”, sottolinea il presidente Usa, Joe Biden. La corsa al rialzo degli ultimi mesi, innescata dal boom dell’Intelligenza artificiale, non è un fuoco di paglia, ma un fenomeno da interpretare in un contesto particolare. L’indice Magnificent Seven ha perso il 5,9%, scivolando sui minimi da un mese. Tutti in rosso i componenti in attesa di un rimbalzo.

Borsa 26 luglio: Wall Street e l’arrivo sulla scena di Kamala Harris

Dal punto di vista grafico, la tendenza del Nasdaq Composite (17.181) verrebbe compromessa solo in caso di discesa sotto 15.400 punti, per cui c’è ancora spazio per le prese di profitto. Si pone quindi l’obbligo di comprendere le determinanti di tale buco, anche per fini di analisi politica, visto che il cambio di rotta ha coinciso con l’arrivo sulla scena di Kamala Harris capace di insidiare il verbo anti-tasse caro a Donald Trump. Il progetto di bilancio di Biden punta sulla tassazione di aziende e ricchi, toccando il tabù delle successioni. La risposta dei Repubblicani del Congresso, attendendo Trump, è un déjà-vu di “risparmi” improbabili o sovrastimati

La lettura politica del calo però non convince più di tanto. Anche perché ieri il ribasso si è ridimensionato nel pomeriggio; il Pil Usa del secondo trimestre è cresciuto del +2,8% dall’1,4% precedente; un dato legato all’accumulo di scorte e dalla ripresa dei consumi personali ma che dovrebbe dare un po’ di sollievo ai mercati stressati, mostrando che il secondo trimestre è stato generalmente solido. Tuttavia, notiamo che l’economia sembra essere in fase di declino e questo potrebbe causare una continua volatilità nei prossimi mesi.

La sensazione è che le Borse siano avviate a pagare, tra l’altro, il rallentamento del mercato del lavoro (disoccupazione in calo al 3,4 dal 4,1%).

Borsa 26 luglio: numeri e preoccupazioni

I numeri confermano le preoccupazioni. Dopo una giornata di generalizzato arretramento per l’Asia (a Tokyo il Nikkei 225 aveva perso l’1,11%) e anche per l’Europa (come evidenziato dal ribasso dell’1,12% del benchmark dell’Eurozona Eurostoxx 50), la tendenza in negativo è stata più che confermata a Wall Street, in scia a un vero e proprio sell-off per il tech. Non a caso il Nasdaq Composite mercoledì è precipitato, segnando la performance peggiore dei tre principali indici newyorkesi, una netta flessione del 3,64% (654,94 punti), e consolidandosi sotto la soglia dei 18.000 punti (giovedì ha chiuso a -0,93 per cento). Peggiore titolo del Nasdaq mercoledì è stato quello di Tesla, crollato del 12,33% in chiusura (Nvidia aveva invece chiuso in calo del 6,80%).

Non è andata meglio in Europa. A Parigi ieri in forte calo il colosso del lusso Kering (-7,17%). Sempre mercoledì, a mercato chiuso, la società ha annunciato un calo dei ricavi dell’11% a 9,018 miliardi di euro nel primo semestre. In flessione le vendite di Gucci (-20% a 4,085 mld) e Yves Saint Laurent (-9% a 1,44 mld). L’utile operativo ricorrente di Kering è diminuito del 42% a 1,58 mld e la società si attende ora anche nella seconda metà del 2024 una flessione del 30% di questo indicatore. Arretrato sul Cac 40 anche Renault (-8,22%). Il gruppo ha chiuso il primo semestre con ricavi stabili a 26,958 miliardi di euro (+0,4%) e margini in forte calo: l’utile operativo passa da 2,09 mld a 1,898 mld e l’utile netto crolla da 2,093 miliardi a 1,293 miliardi di euro

A Francoforte sono spiccati i ribassi di Infineon (-6,15%) che subisce l’impatto dei dati e del taglio della guidance di Stm oltre al sentiment negativo portato sul tech dall’affondo del Nasdaq di mercoledì. Arretrati anche titoli dell’auto come Volkswagen (-2,27%). Da rilevare infine, tra gli altri, il calo di Nestlé a Zurigo (-3,59%): il colosso alimentare ha registrato vendite da 45 miliardi di franchi in calo del 2,7%.

Borsa 26 luglio: legami tra risparmiatori giapponesi e nostri mercati

Infine l’Italia, di nuovo pecora nera dei listini nonostante la tenuta dei bancari capitanati da Unicredit. Stellantis chiude il semestre con ricavi in calo del 14% e utile netto giù del 48%, ma conferma le previsioni annuali e prevede oltre 20 nuovi modelli per il 2024. StMicroelectronics rivede al ribasso le stime sui ricavi. Saipem cresce, con utile netto quasi triplicato e ricavi aumentati del 20%.

Infine l’Asia. Il Nikkei 225 è crollato mercoledì mattina del 3,28%, Il consensus di Reuters stima che nella riunione di 30-31 luglio l’istituto centrale di Tokyo confermi i tassi d’interesse nel range di 0% -0,10% raggiunto in marzo, ma l’esito del meeting appare tutt’altro che scontato, a causa soprattutto dell’incertezza sulle prospettive dei consumi.

Ma, spiega Alessandro Fugnoli, c’è un legame stretto tra i risparmiatori giapponesi e l’andamento dei nostri mercati. Nessuno è in grado di prevedere il comportamento degli investitori giapponesi né quanto tempo occorrerà per la chiusura delle loro posizioni. La premessa è l’idea che l’America stia rallentando e che il tanto atteso ciclo di ribasso dei tassi stia davvero per cominciare: cambia il differenziale di rendimento rispetto ai titoli giapponesi rendendo via via meno conveniente rimanere sui Treasuries.

Quello che sappiamo è che la chiusura è cominciata e sta destabilizzando molti asset finanziari. Sappiamo anche che tra il Tesoro americano e quello giapponese c’è su questo tema uno stretto coordinamento. Un aumento della volatilità sarà però inevitabile.

Parzialmente contrastate infine le piazze cinesi. Male Hong Kong in attesa di un ciclone: l’Hang Seng segna infatti un declino di circa l’1,60%. A Sydney è stato dell’1,29% il ribasso dell’S&P/ASX 200 in chiusura, mentre a Seoul è intorno all’1,70% la flessione del Kospi. Il Pil della Corea del Sud è salito del 2,3% annuo nel secondo trimestre 2024, in rallentamento rispetto al 3,3% della lettura finale del primo (2,1% il rialzo dell’ultimo periodo dello scorso anno), Su base sequenziale l’economia della Corea del Sud ha invece segnato un calo dello 0,2% contro il progresso dell’1,3% del primo trimestre.

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