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Borsa 25 luglio: il crollo di Stm (-13%) sulla scia del mercoledì nero del Nasdaq travolge Piazza Affari. Stellantis a picco

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Eccola qui, la tempesta perfetta che tutti temevano. È partita dagli Usa, dove ieri Wall Street ha vissuto la peggior seduta da oltre anno e mezzo. Nasdaq -3,62%, Dow Jones -1,25% S&P500 -2,24%. Per trovare ribassi di questo livello bisogna tornare indietro al quarto trimestre del 2022. A causare il tracollo dei listini statunitensi sono state le vendite sul settore tech, con Tesla e Alphabet in testa, mentre gli investitori nervosi cominciano a cercare rifugi più sicuri. Sono in molti infatti a chiedersi se quanto sta accadendo sia solo una reazione di pancia alle trimestrali deludenti o se si tratti della fantomatica correzione che porrà fine al rally azionario delle big tech e dell’IA. E mentre si attende una risposta, fulmini e saette nelle prime ore della mattina sono passati dall’Asia per poi approdare in Europa, imperversando soprattutto su Milano, dove il Ftse Mib cede il 2,67% a 33.549 punti (il doppio delle altre Borse) zavorrato dal tonfo di Stmicroelectronics e dal tracollo di Stellantis che si porta dietro l’intero comparto auto europeo (Stoxx 600 auto -2,49%). 

Borse europee in profondo rosso

Pioggia battente anche sugli altri listini con lo Stoxx 600 in ribasso dell’1,44% in una delle peggiori sedute degli ultimi tre mesi spinto al ribasso, oltre che dall’auto, anche dal settore tech (-2,56%) e media (-4,3%).

Tra le principali piazze azionarie, Parigi cede l’1,52% trascinata giù dal nuovo ribasso di Lvmh (-3,18%, dopo il -4,6% di ieri) e dal profondo rosso di Kering (-8,52%) che nel primo semestre del 2024 ha dimezzato l’utile, lanciando il secondo profit warning dell’anno. Come se non bastasse, a pesare sul listino francese c’è anche Renault che perde l’8,9% dopo che il partner dell’alleanza Nissan Motor ha tagliato le prospettive per l’intero anno dopo che l’utile del primo trimestre è stato quasi completamente cancellato.

Amsterdam segna -0,87%, male anche Francoforte (-1,08%), spinta al ribasso dal comparto auto e dall’indice Ifo sul clima di fiducia delle imprese tedesche sceso a quota 87 a luglio dall’88,6 di giugno. Si tratta del valore più basso da febbraio e di un dato decisamente al di sotto delle attese degli analisti. Il quadro europeo si completa con il -1,22% di Madrid e con il -0,78% di Londra.

Sull’azionario è da segnalare anche Universal Music Group che sprofonda del 25,4% dopo che la società ha riportato un rallentamento negli abbonamenti e nello streaming nel secondo trimestre. Cade anche la controllante Vivendi (-6,88%).

Sul fronte macro sale invece l’attesa per la pubblicazione dei dati sul Pil Usa del secondo trimestre, in arrivo nel pomeriggio, e sull’inflazione Pce americana di giugno, in calendario venerdì. Entrambi saranno determinanti per comprendere le future mosse della Fed, con i mercati ormai convinti che la banca centrale statunitense taglierà finalmente i tassi a settembre.

A Milano Stmicroelectronics in caduta libera, a picco anche Stellantis

Stmicroelectronics in caduta libera (-13,7%) a Piazza Affari. A pesare non è solo il periodo nero del settore tech in Borsa, ma anche i conti del secondo trimestre, chiuso con utili e ricavi in calo, in entrambi i casi sopra le previsioni del consensus.

Le vendite si abbattono su Stellantis (-8,7%), che questa mattina ha annunciato un utile in ribasso del 48% nel primo semestre. “La performance della società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali”, ha commentato il ceo Carlos Tavares, aggiungendo che “Mentre da un lato si rendevano necessarie azioni correttive, ora in fase di esecuzione, dall’altro abbiamo avviato un’offensiva sui prodotti, che prevede non meno di 20 nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene”.

Sotto pressione anche Interpump (-7,4%), Iveco (-4,5%) e Leonardo (-3,1%). In profondo rosso anche le banche: Mps (-3,89%), Unicredit (-3%) nonostante l’ottima trimestrale pubblicata mercoledì, Intesa Sanpaolo (-1,8%) 

In controtendenza Pirelli (+1,83%), che trae beneficio dalla performance di Michelin (+3,66%), che ieri ha annunciato di aver archiviato i primi sei mesi del 2024 con un calo delle vendite di pneumatici, ma di aver protetto i suoi utili vendendo pneumatici più costosi in un momento in cui il mercato europeo non permette più le esportazioni.

Positive anche le utility con Terna (+1,6% in attesa della trimestrale), Italgas (+0,86%), Erg (+0,58%), Hera e Snam, entrambe in rialzo dello 0,3%.

Lo spread si impenna oltre 140 punti, yen al top da 2 mesi e mezzo

Sull’obbligazionario continua a salire lo spread, con il differenziale ttra il BTp decennale benchmark e il Bund tedesco di pari durata che si attesta a 142 punti base dai 138 della vigilia. È invece stabile al 3,79% (ieri era al 3,80%) il rendimento del BTp decennale benchmark.

Passando al valutario, l’euro prosegue debole a quota 1,084 (da 1,085) sul dollaro, mentre lo yen viaggia ai massimi da due mesi e mezzo con gli operatori che abbandonano le scommesse fatte a lungo contro la valuta, dopo il calo dei titoli globali che sta spingendo gli investitori verso asset considerati tradizionalmente sicuri: è a 165,22 sull’euro e a 152,33 sul dollaro. In questo contesto, alcune fonti hanno detto a Reuters che la banca centrale probabilmente discuterà di un aumento dei tassi di interesse la prossima settimana, mentre gli operatori si aspettano sempre più tagli dalla Fed.
Contrastato il petrolio: il Wti con scadenze settembre cede l’1,2% a 76,63 dollari al barile, mentre il brent di pari scadenza sale dello 0,8% a 81,68 dollari.

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