I listini europei chiudono contrastati nel giorno della Bce, inattiva, come atteso, sui tassi (fermi al 4,5%) e laconica quanto a indicazioni sul futuro, anche se la traiettoria dell’inflazione punta al ribasso e questo fa sperare gli operatori in un taglio del costo del denaro a partire dal mese di aprile.
Un piccolo incentivo agli acquisti nel Vecchio Continente è arrivato nel pomeriggio dall’avvio intonato di Wall Street, spinta a sua volta dalla lettura preliminare del pil del quarto trimestre (+3,3%) superiore alle attese degli analisti.
Europa disorientata da Lagarde
Il quadro europeo appare dunque misto, disorientato in certa misura dall’atteggiamento della Bce, non chiaramente colomba, ma neppure falco, con gli operatori che restano più ottimisti di quanto le parole dei banchieri centrali suggerirebbero.
Piazza Affari perde lo 0,59% e arretra a 30.157 punti base, zavorrata da Snam, -2,83 e dalle banche, con Unicredit (-1,76%) in profondo rosso penalizzata dal cambio di raccomandazione a ‘hold’ da ‘buy’ da parte di Deutsche Bank, che vede pochi spazi di crescita nel 2024.
Il settore bancario è debole in tutta Europa, trascinato al ribasso dalla spagnola Bankinter (-5,52%) dopo che l’utile netto del quarto trimestre ha disatteso le attese del mercato.
Sale il settore tecnologico, in scia ai risultati di Nokia (+10,6%) che nel quarto trimestre ha realizzato un utile operativo oltre le stime di mercato.
Bilanciandosi tra le notizie del giorno salgono timidamente Francoforte +0,11% e Parigi +0,11%. Arretra Madrid -0,58%, mentre progredisce Amsterdam +0,98%. È piatta Londra.
Oltreoceano sono in frazionale rialzo DJ (+0,2%), S&P500 (+0,4%), Nasdaq (+0,56%), anche se Tesla, la prima delle magnifiche sette aziende americane alla prova dei conti, arretra del 10,67% dopo una trimestrale inferiore alle attese. Nel comunicato l’azienda annuncia che la crescita dei volumi nel 2024 potrebbe essere “sensibilmente inferiore” a quella del 2023, poiché lavorerà “al lancio della prossima generazione di veicoli nella Gigafactory Texas”.
Euro in calo dopo Lagarde
L’euro-dollaro si muove oggi in sintonia con un quadro macro che appare debole in Europa, mentre l’economia Usa continua a dare segni di forza. La moneta unica tratta in ribasso e cambia in area 1,083.
La presidente della Bce Christine Lagarde avverte che i rischi per la crescita in Eurolandia restano orientati al ribasso ed è probabile che ci sia stata una stagnazione nell’ultimo scampolo trimestrale del 2023. “Tuttavia – aggiunge – alcuni indicatori di indagini lungimiranti segnalano una ripresa della crescita in un prossimo futuro”. Il processo di frenata dell’inflazione è in atto, ma l’intensificarsi del conflitto mediorientale potrebbe rappresentare un rischio ed è ancora “prematuro” per discutere di un taglio dei tassi.
Sull’euro si è fatto sentire anche il calo di fiducia delle imprese tedesche, con l’indice sceso in modo inatteso a gennaio.
Tra le materie prime si rafforza il petrolio: Brent +1,52%, 81,26 dollari al barile. Si sgonfia il gas ad Amsterdam: -4,8%, 27,540 euro al Mwh.
Piazza Affari, Hera regina di Piazza Affari
In Piazza Affari oggi campeggia Hera, +4,66%, in rally per il secondo giorno consecutivo, dopo la presentazione del piano industriale al 2027, che prevede investimenti quinquennali per 4,4 miliardi di euro. Sul lato opposto del listino c’è un’altra utility, Snam, che a sua volta ha presentato l’aggiornamento del piano al 2027 che vede un incremento del 15% degli investimenti a 11,5 miliardi e un miglioramento della guidance sull’utile 2023. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, “i target finanziari sono abbastanza allineati alle attese nel breve termine e di poco più elevate nel lungo”, ma il titolo paga il calo di appeal sugli asset legati al gas.
Il settore del lusso ritrova appeal con Cucinelli +1,66% e, fuori dal paniere principale, con Tod’s +7,72%, quest’ultima dopo l’annuncio o di ricavi 2023 in salita leggermente sopra le attese del mercato, ma con il dato della crescita in Cina apprezzato dagli investitori.
I titoli finanziari pesano invece sul Ftse MIb con Bper -2,48%, Banco Bpm -2%, Unicredit e Mps -1,09%.
Stm, dopo un’emorragia mattutina, limita infine le perdite allo 0,48%. A pesare sul titolo sono le attese sul primo trimestre del 2024 che vede ricavi netti di 3,6 miliardi di dollari, pari a un calo annuo del 15,2% e trimestrale del 15,9%, dopo un ultimo trimestre 2023 com ricavi e margine lordo leggermente inferiori al punto intermedio della guidance.
Spread e tassi in calo
Le decisioni della Bce e le parole di Lagarde hanno avuto un effetto tonificante sul secondario italiano che chiude positivamente. Lo spread tra Btp 10 e Bund decennali scende a 156 punti base (-0,9%) e soprattutto scendono i tassi, al 3,81% (dal 3,88% di ieri) a 2,25 (dal 2,3%)