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Borsa 23 novembre chiusura: per la Bce l’inflazione ha raggiunto il picco. Senza Wall Street listini a bassa intensità

Imagoeconomica

I listini europei scelgono il bicchiere mezzo pieno e si apprezzano leggermente anche oggi scommettendo sul nuovo corso delle banche centrali e guardando all’avvio della tregua a Gaza, domani, come annunciato dal Qatar. In assenza di indicazioni da Tokyo e Wall Street, entrambe chiuse per festività, il finale è positivo per Milano +0,28%, Francoforte 0,24%, Parigi +0,24%, Madrid +0,19%, Londra +0,22%. Si allinea al quadro generale Amsterdam +0,3%, dopo la sterzata politica a destra, con la vittoria alle elezioni di Geert Wilders, ammiratore dell’ex presidente Usa Donald Trump. Il populista anti immigrati ha detto oggi ai media olandesi di voler diventare primo ministro e di essere favorevole a un referendum sull’uscita dei Paesi Bassi dall’Ue.

Migliorano i PMI, ma la zona euro persevera in contrazione; intanto la Germania sospende il freno al debito

L’ottimismo di fondo non è stato scalfito dai dati macroeconomici che mostrano una zona euro ancora in affanno a novembre, anche se in leggero miglioramento. L’indice pmi dei servizi è salito a 48,2 punti da 47,8 punti; l’indice pmi manifatturiero è salito a 43,8 punti dai 43,1 punti. L’indice composito, sintesi dei due indici, è salito a 47,1 punti da 46,5 punti. Si resta dunque sotto il confine rappresentato dai 50 punti, oltre il quale c’è espansione. Un quadro che lascia intravedere una recessione tecnica nel quarto trimestre. D’altra parte la locomotiva del blocco, la Germania, non mostra a sua volta grandi passi avanti, benché inverta anch’essa la tendenza degli ultimi quattro mesi. Da Berlino arriva inoltre la notizia che il governo, per il quarto anno consecutivo, intende sospendere per il 2023 la norma costituzionale che limita fortemente il ricorso al deficit pubblico. Ad annunciarlo il ministero delle finanze, dopo le forti tensioni provocate da un recente alt della Corte costituzionale all’utilizzo extra bilancio di fondi pandemici che poi erano stati dirottati su altri settori.

Borse ottimiste, benché la Bce non escluda nuovi rialzi dei tassi

I mercati restano positivi sulle prossime politiche monetarie anche se le minute della Bce, pubblicate in giornata, hanno ribadito un concetto: un rialzo dei tassi non è escluso, anche se al momento non è lo scenario di base. Inoltre, i moniti contro chi vuole brindare troppo presto sono incessanti. Per esempio, il governatore della banca belga Pierre Wunsch, a un quotidiano tedesco, ha detto chiaramente che i mercati finanziari sono troppo ottimisti nelle scommesse sui tagli dei tassi e posizioni così ottimiste aumentano di fatto il rischio che si renda necessario un altro rialzo. 

In tema di banche centrali si segnala che quella svedese non ha toccato oggi il costo del denaro e ha mantenuto il tasso di riferimento al 4%, dopo oltre un anno di strette e in un contesto d’inflazione ancora elevata. La banca centrale turca invece ha stupito per la severità, portando i tassi al 40% dal 35% e contro le aspettative di un rialzo al 37,5%.

Il petrolio va sempre più giù

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è al momento favorevole alla moneta unica per un cambio poco oltre 1,09. Tra le materie prime non si ferma l’emorragia del petrolio che ieri ha perso fino al 4%, sul rinvio della riunione Opec+ che potrebbe nascondere problemi nei prossimi tagli alla produzione per sostenere i prezzi. Il Brent cede l’1,5% circa e tratta intorno a 80,75 dollari al barile.

Piazza Affari spinta da energia e banche

Sono i titoli legati all’energia e al credito a fornire oggi a Piazza Affari il carburante per superare la parità. Tra i titoli migliori del FTSE Mib ci sono Snam +1,47%, Eni +1,44%, Italgas +1,45%, Saipem +1,08%. Appare trascurata invece Enel, -0,14%, dopo la presentazione ieri del piano al 2026 e la promozione degli analisti. Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo a 8,45 euro. 

Il clima resta favorevole alle banche a partire da Mps, +1,56%, seguita da Unicredit +1,4% e Bper +1,28%, Intesa +0,73%.

Nella top ten del giorno si fanno largo Iveco +1,2% e Leonardo +0,83%. 

Lima i guadagni allo 0,58% Moncler, che ha siglato un accordo di licenza esclusiva con Essilor Luxottica. Nel lusso è negativa Brunello Cucinelli -0,77% che, secondo Reuters, potrebbe prendere il posto di Cnh (che uscirà da Piazza Affari a fine anno) nella prossima revisione trimestrale del listino delle big cap.

Fuori dal paniere principale brillano invece i titoli del Biscione, Mfe A +7,17% e Mfe B +6,18%, premiati dagli acquisti a seguito dei risultati dei primi nove mesi sopra le attese, con un aumento marginale dell’utile operativo, grazie alla riduzione dei costi che ha compensato il calo della raccolta pubblicitaria. 

È piatta la Juventus, che ha approvato un bilancio ancora in rosso, ma in miglioramento.

Spread in rialzo

Chiude in rosso la carta italiana. Lo spread tra il Btp decennale benchmark e l’omologo tedesco sale a 176 punti base (+1,36%), con un tasso del Btp al 4,37%.

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