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Borsa 23 agosto: Powell dà sprint a Wall Street e Piazza Affari e l’Europa si mettono sulla stessa lunghezza d’onda

L’ammorbidimento dei tassi lasciato intravedere da Powell a Jackson Hole piace al mercato e soprattutto ai Big Tech che ridanno particolare smalto al Nasdaq. Tutte in rialzo anche le Borse europee, inclusa Milano che è tra le migliori del Vecchio continente

Borsa 23 agosto: Powell dà sprint a Wall Street e Piazza Affari e l’Europa si mettono sulla stessa lunghezza d’onda

Finalmente l’attesa per il discorso di Jerome Powell è finita: il presidente della banca centrale americana ha detto che “è arrivato il momento di tagliare i tassi” e le borse, già intonate, hanno incrementato i loro guadagni. Così l’Europa chiude in rialzo e Wall Street si muove tonica a metà giornata, con gli indici vicini ai massimi storici (Nasdaq il migliore). La prospettiva di una politica monetaria più accomodante, in un contesto in cui i tassi Usa sono ai massimi da oltre 20 anni, penalizza invece il dollaro, mentre gli investitori provvedono  nuovamente a tutelarsi con l’oro. Corre il petrolio.

Europa in rialzo, svetta Piazza Affari 

Piazza Affari conquista nuovamente il podio tra i listini europei e si apprezza dell’1,02% a 33.650 punti base, con auto, energetici e finanziari in progresso. Resta al palo solo Brunello Cucinelli (-0,99%) per prese di profitto dopo i recenti guadagni.

Nel resto del continente sono positive Madrid (+1,09%), Francoforte +0,78%, Londra +0,47%, Parigi +0,7%. Fanalino di coda è Amsterdam (piatta), mentre Zurigo recupera chiudendo a +0,14% e Nestlè mostra un modesto calo dello 0,16%. Il titolo si è progressivamente allontanato dai minimi di seduta, toccati a seguito della notizia di un cambio a sorpresa ai vertici. L’attuale ceo Mark Schneider lascerà il posto al veterano Laurent Freixe il primo di febbraio del prossimo anno.

Tra i vari settori in Europa sono in luce le quattro ruote e il petroliero, con i titoli che festeggiano il ritorno degli acquisti sul greggio e la risalita dei prezzi.

Segnale forte da Powell

I mercati speravano in un segnale forte a Jackson Hole e questo è arrivato. Il presidente della Federal Reserve Jay Powell intende abbassare i tassi d’interesse prima di un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro, tanto più che l’inflazione “è diminuita significativamente” e che ora “è più vicina al nostro obbiettivo” del 2%. La prima occasione di ridurre il costo del denaro, per la Fed, sarà durante la riunione del 17-18 di settembre.

Già prima del discorso di Powell i mercati davano per certa la sforbiciata di 25 punti base a settembre, si tratterà di capire se l’atteggiamento da colomba mostrato in questa occasione farà  salire le probabilità di un taglio di 50 punti base e di un complessivo di cento punti base entro l’anno. “La direzione di marcia è chiara – ha sottolineato Powell – e i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dall’evoluzione delle prospettive e dall’equilibrio dei rischi”. Secondo il FedWatch Tool di Cme Group, oggi c’è il 100% di possibilità di un taglio di almeno 25 punti base il prossimo 18 settembre, con il 32,5% di possibilità riservato a un taglio di 50 punti base.

In tema di banche centrali la giornata è stata ricca di notizie. Sul fronte europeo si sono registrati commenti di governatori aperti alla possibilità di nuovi tagli dei tassi nella riunione della Bce del 12 di settembre, mentre continua a esprimersi direzione opposta il Giappone, che ha mantenuto una politica ultra accomodante in questi anni di strette praticamente globali. Il governatore Kazuo Ueda, in un intervento al parlamento nipponico, ha detto che la banca centrale resta sulla strada dell’aumento dei tassi di interesse, se i dati macro continueranno ad essere in linea con le sue previsioni.

Dollaro in rosso, corrono oro e petrolio

L’atteggiamento di Powell pesa sul dollaro, che è in netto calo contro le principali valute. In particolare perde lo 0,74% contro lo yen, per un cambio in area 145,17.

L’euro mantiene una buona intonazione contro il biglietto verde, per un cambio  che si avvicina a 1,12.

Il discorso del governatore Usa ha messo il turbo invece al prezzo dei T-Bond, mentre il rendimento – che si muove inversamente al prezzo – del decennale è in ribasso al 3,814% dal 3,862% di ieri. Il rendimento del titolo a tre mesi è in calo al 5,155%, mentre quello a due anni al 3,955%.

Tra le materie prime tornano gli acquisti sull’oro, a prova che gli investitori si tutelano comunque dal rischio di nuove turbolenze sull’azionario. Lo spot gold tratta a 2509,40 dollari l’oncia in rialzo dell’1%. Il future dicembre 2024 si muove a 2544,75 dollari l’oncia, con un incremento dell’1,15%.

Si rafforzano anche gli acquisti sul petrolio, con i contratti di Brent e greggio texano in netto progresso. Il primo, in questo momento, mostra un prezzo di 78,80 dollari al barile, con un incremento del 2,05% Il secondo di 74,72 dollari, +2,34%.

Piazza Affari, brillanti Iveco ed Enel, crolla Zucchi

Il principale listino di Piazza Affari si è mosso in scia a Iveco +2,61, con il settore che è apparso brillante in tutta Europa. Sul Ftse Mib sale anche Stellantis +1,56%

Tra le blue chip migliori del giorno ci sono inoltre utility come Enel +1,62%, Italgas +1,51%, Terna +1,31%. Tra i petrolieri il migliore è Eni, +1,36%, spinta anche dalla notizia che le autorità indonesiane hanno approvato il piano di sviluppo dei campi di Geng North (North Ganal Psc) e Gehem (Rapak Psc), operati dal colosso italiano.

Tra i titoli finanziari svettano Unipol +1,56% e Intesa +1,53%. Nel pharma bene Diasorin +1,58%. 

Tra i titoli minori Zucchi chiude in ribasso del 6,9%, dopo essere stata sospesa in giornata in asta di volatilità quando perdeva oltre il 10%, con gli azionisti delusi dal fatto che resteranno a bocca asciutta dell’atteso dividendo. La società ha reso noto infatti che non si sono verificate le circostanze per la distribuzione del dividendo stesso, deliberata dall’assemblea dello scorso 28 giugno, in quanto le condizioni previste dal facility agreement sottoscritto con Illimity Bank non si sono appalesate entro la data di verifica. Pertanto “la delibera di distribuzione dovrà intendersi inefficace”. La cedola di 0,1184 euro doveva essere staccata il 26 di agosto. 

Spread e tassi in calo

La calma (apparente) del mercato secondario è stata vivacizzata oggi dalle notizie provenienti dal Wyoming. 

Anche i titoli della zona euro hanno beneficiato delle parole di Powell e in particolare la carta italiana, che vede il rendimento del Btp decennale scendere al 3,55%, per uno spread con il Bund in calo a 137 punti base.

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