Ad un passo dal decimo rialzo consecutivo, il Toro inciampa a Wall Street ad un soffio dal record storico dell’indice S& P. L’inversione di rotta ha preso il via in prossimità della chiusura di mercoledì, quando già sembravo scontato un altro risultato “storico”. Al contrario, all’improvviso è scattata la “trappola”: negli ultimi scambi l’indice S&P ha ceduto l’1,5%. Il Dow Jones, sotto di 476 punti, ha fatto anche peggio. È la fine del rally di Natale o una correzione inevitabile dopo l’euforia diffusa a piene mani dai messaggi della Fed? Buona la seconda, è l’interpretazione più diffusa: i dati economici di ieri (indice ella fiducia e vendita nuove case) non avvalorano la previsione di un prossimo taglio dei tassi Usa mentre in Europa a spegner gli entusiasmi ci ha pensato il banchiere olandese Klaas Knot: È “piuttosto improbabile” che la Bce tagli i tassi nei primi sei mesi del prossimo anno, poiché deve prima vedere i dati relativi agli accordi salariali. Una bella secchiata d’acqua a spegner gli entusiasmi prematuri che si farà sentire sui mercati natalizi. A meno che il dato di domani sull’inflazione non riporti il buonumore.
Continua la stagione d’oro delle obbligazioni
Lo scivolone del mercato azionario Usa non ha però compromesso la corsa dei rendimenti dei mercati obbligazionari. È proseguita nella notte la discesa ad un nuovo minimo del T Bond decennale Usa, sceso a 3,860, in sintonia con i titoli inglesi, in odore di taglio dei tassi.
Ancor più significativa la discesa del bund decennale a 1,97%, sotto la soglia psicologica del 2% per la prima volta da un anno. In calo anche il Btp decennale a 3,60%, sui minimi da dicembre 2022.
Le Borse europee, sull’onda di Wall Street, aprono in calo.
Via libera al Patto di Stabilità
L’indice Ftse Mib di Milano ha terminato ieri la seduta sulla parità. Ma la notizia “storica” è l’accordo sul Patto di Stabilità.
I ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno trovato un accordo sulla riforma che prevede più tempo per ridurre il debito e incentivi per gli investimenti pubblici anche durante il percorso di consolidamento di bilancio. “Ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia ha ottenuto però un accordo sostenibile per il nostro Paese volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito mentre dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo”, ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Le nuove regole
Le nuove norme fissano importi minimi di riduzione media del deficit e del debitoche un governo deve rispettare, questo per soddisfare le richieste dei cosiddetti Paesi frugali, Germania in testa. Ma, in generale, le nuove norme sono più blande rispetto alle precedenti. “Consideriamo positivo – ha continuato Giorgetti – il recepimento delle nostre iniziali richieste di estensione automatica del piano connessa agli investimenti del Pnrr, l’aver considerato un fattore rilevante la difesa, lo scomputo della spesa per interessi dal deficit strutturale fino al 2027”, aggiunge Giorgetti. La riforma non avrà impatto sulle norme di bilancio europee nel 2024 perché i bilanci dei vari Paesi per il prossimo anno sono già state decise sulla base delle linee guida nel corso del 2023. Le nuove regole però stabiliranno un ritmo lento ma costante di riduzione del deficit e del debito a partire dal 2025 in un arco di tempo compreso tra i quattro e i sette anni, con la possibilità di un prolungamento se un Paese effettua riforme e investimenti in settori prioritari per l’Ue.
Mentre le vecchie regole richiedevano che un Paese ad alto debito come l’Italia tagliasse ogni anno il proprio debito di 1/20 dell’eccedenza rispetto al 60% del Pil, o del 4% del Pil per Roma, le nuove regole richiedono solo una riduzione media annua del debito di almeno l’1% del Pil.
Il governo italiano è pronto a chiedere alla Ue la quinta rata del Pnrr da 10,5 miliardi di euro dopo che la cabina di regia istituita per gestire il Pnrr ha approvato i 52 target previsti per il 2023. I target sono stati rimodulati alla luce della revisione fatta dal governo che ha portato anche ad un ridimensionamento delle rate del piano ed un allungamento dei tempi.
Risale il petrolio, Bitcoin alle stelle
Brent a 79,70 dollari, Wti 74,20. Quarto rialzo consecutivo. I prezzi dell’energia reagiscono alle notizie degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, una escalation militare che rende difficile per le compagnie di navigazione raggiungere il Canale di Suez. Finora, l’impatto sull’offerta di petrolio sembra essere stato limitato, anche se il mercato continuerà a monitorare la situazione.
Bitcoin (43.500 usd) si avvia a chiudere il 2023 con un balzo del +165%, mentre il mercato continua a scommettere sulla imminente quotazione a Wall Street degli ETF su Bitcoin. I boss della crypto community sono molto ottimisti. Grayscale è uno di questi. A fine novembre, i suoi vertici si sono incontrati con la divisione trading e mercati della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti al fine di discutere i dettagli del proprio fondo fiduciario Bitcoin di punta che l’azienda intende convertire in un ETF. Su questo scenario, il Ceo di Jan3, Samson Mow, ha previsto che gli ETF potrebbero spingere i prezzi di Bitcoin a 1 milione di dollari!
Il fondo Eip entra in Plenitude, assolta Diasorin
Il fondo Eip dovrebbe entrare in Plenitude con una quota nell’ordine del 10%, lo riporta stamattina Il Sole24Ore. L’operazione dovrebbe essere annunciata oggi.
Erg ha annunciato l’ingresso nel mercato delle rinnovabili negli Stati Uniti. La società ha firmato una partnership strategica con Apex Clean Energy per l’acquisizione di un portafoglio da 317 MW di impianti eolici e solari in Iowa e Illinois
Stellantis. Il ministro per le Imprese Adolfo Urso ha detto che il governo sta lavorando per aprire le porte ad altre case automobilistiche, oltre a Stellantis, con l’obiettivo di aumentare la produzione di autovetture in Italia.
Intesa Sanpaolo. Goldman Sachs ha ridotto la partecipazione potenziale aggregata all’1,34% (di cui 0,78% con diritti di voto, 0,1% come partecipazione potenziale e 0,46% in altre posizioni lunghe) dal 5,78% (di cui 5,05% in strumenti finanziari) precedente, secondo gli aggiornamenti Consob.
Unicredit. Goldman Sachs ha ridotto la partecipazione potenziale aggregata allo 0,54% (di cui 0,02% con diritti di voto, 0,003% potenziale e 0,52% in altre posizioni lunghe) dal 5,78% (di cui il 5,08% in strumenti finanziari) detenuto in precedenza.
MFE è sempre più “impaziente” e “scettico” sulla strategia del Ceo di Prosiebensat.1 Bert Habets per rilanciare l’azienda, come ha detto una fonte vicina a Mfe, principale azionista del gruppo televisivo tedesco.Diasorin. Il Tribunale di Pavia ha dichiarato il non luogo a procedere, perché “il fatto non sussiste”, per l’AD Carlo Rosa e il direttore scientifico Fabrizio Bonelli in relazione al procedimento penale nei loro confronti per il reato di peculato.