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Borsa 2020: i titoli e i mercati migliori (e peggiori) dell’anno

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Il 2020 è stato un anno difficile per le Borse mondiali, ma se qualche mese fa ci avessero detto che sarebbe “finita così”, in molti ci avrebbero messo la firma. Le pesantissime perdite accumulate nei primi mesi dell’anno a causa della pandemia di Covid-19 sono state, da alcuni listini parzialmente da altri totalmente, recuperate e l’anno si chiude con nuovi record negli Usa e in Asia e con l’Europa che riesce a limitare i danni, trainata dalle speranze sull’efficacia dei vaccini e fiduciosa sull’arrivo delle risorse del Recovery fund. 

BORSA 2020: I FATTI SALIENTI 

Il 2020 è stato l’anno in cui, dopo lunghissime trattative, è stato finalmente raggiunto l’accordo sulla Brexit. È stato anche l’anno delle elezioni americane che hanno decretato la vittoria del democratico Joe Biden e la sconfitta, tuttora non riconosciuta, di Donald Trump nella corsa alla presidenza. Ma è stato soprattutto l’anno del Covid-19.

L’emergenza coronavirus è stato il fenomeno che più di ogni altro ha inciso sulla prestazione delle Borse in questo 2020 che entrerà nei libri di storia. Ma, nonostante le apparenze, gli effetti non sono stati solo negativi. Perché se le borse europee hanno sofferto e successivamente tentato con fatica di recuperare il terreno perduto, per Wall Street e soprattutto per il Nasdaq il Covid ha contribuito a segnare nuovi record. A diecimila chilometri di distanza, anche il Nikkei ha sbaragliato tutti e nella seduta del 29 dicembre ha toccato i massimi dal 1990.

Cosa ha innescato il recupero delle Borse? Senza dubbio, le speranze e gli annunci sull’arrivo dei vaccini, le approvazioni da parte delle diverse autorità mediche (dalla Fda all’Ema) e la somministrazione delle prime dosi in tutto il mondo hanno risollevato l’umore dei mercati e degli investitori negli ultimi mesi dell’anno. Un altro fattore altrettanto importante è stata l’abbondante liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali, che hanno cercato con tutti i mezzi a loro disposizione di aiutare le economie alle prese con la crisi pandemica. Risorse che non solo hanno sostenuto le banche e l’economia reale, ma che hanno trasformato le azioni nella principale asset class di investimento. Con i tassi bassi o addirittura negativi, chi era in cerca di rendimenti appetibili ha puntato tutto sull’azionario, registrando in alcuni casi plusvalenze da guinness, soprattutto se l’investimento ha riguardato il comparto hi-Tech o quello farmaceutico che in molti frangenti hanno trainato i mercati di tutto il mondo.

Infine, per quanto riguarda l’Europa, le Borse hanno beneficiato dell’inattesa reazione alla pandemia dell’Unione Europea che ha posto fine all’epoca dell’austerity, inaugurando quella di Sure e del Next Generation Eu. Risposte concrete, unitarie ed economicamente poderose alla crisi. 

BORSA 2020: I CASI BORSISTICI DI PIAZZA AFFARI

Sotto il profilo finanziario sono stati quattro i “casi” che hanno tenuto banco a Piazza Affari, tre dei quali non hanno nulla a che fare con il Covid-19. Il primo è senza dubbio la fusione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca. Il 17 febbraio 2020, il Ceo di Intesa, Carlo Messina, ha annunciato a sorpresa il lancio di un’Ops volontaria per 4,9 miliardi di euro nei confronti della banca bergamasca. Un’offerta inizialmente avversata dai vertici di Ubi e che, dopo un iter molto complesso (dall’accordo con Bper per la cessione di oltre 500 filiali a quello con Unipol per le assicurazioni, passando per l’ok di numerose autorità, il delisting del titolo Ubi e l’intesa con i sindacati), si è concluso con le nozze che hanno dato vita a un colosso bancario europeo che farà registrare un utile non inferiore a 5 miliardi di euro nel 2022, diventando uno dei primi gruppi nell’Eurozona. 

A monopolizzare l’attenzione degli investitori c’è stato poi il “caso Atlantia”, destinato a continuare anche nel 2021. L’ultima novità è arrivata solo pochi giorni fa, quando il cda della holding ha rifiutato l’ultima proposta di Cdp e dei fondi per l’88% di Aspi in attesa di un’offerta migliore che potrebbe arrivare dopo il 31 gennaio. Continua a tenere banco anche il matrimonio italofrancese tra Fca e Psa che ha dato vita a Stellantis. Nel 2020 il processo ha superato numerosi step e il prossimo 4 gennaio le assemblee di entrambe le società si riuniranno per dare il via libera ufficiale alla creazione del quarto gruppo automobilistico mondiale. 

Infine, bisogna segnalare la parabola di Diasorin, una delle principali protagoniste del Ftse Mib nell’anno che sta per concludersi. La società di diagnostica è stata e continua ad essere in prima linea sul fronte della pandemia, producendo e commercializzando diversi tipi di test capaci di diagnosticare il Covid-19. Il 29 dicembre Diasorin ha ricevuto un finanziamento dal governo Usa per un nuovo test che individua la presenza dell’Rna del virus Sars-Cov-2, fornendo risultati in circa 90 minuti con una specificità e sensibilità pari al 100%. 

BORSA 2020: I MIGLIORI LISTINI INTERNAZIONALI

Lo scettro di miglior listino mondiale va al Nasdaq. L’indice tecnologico americano nel 2020 ha guadagnato quasi il 44%, arrivando intorno a quota 12.900 punti. Al secondo posto tra le maggiori borse mondiali troviamo il Nikkei, che a fine anno segna +16,01%. In terza posizione tornano gli Usa con lo S&P 500 che guadagna il 15,88%. Medaglia di legno per Shanghai che, dopo le difficoltà vissute a inizio anno a causa della pandemia partita da Wuhan, archivia l’anno con un rialzo che sfiora il 12%. Da segnalare anche la performance del Dow Jones, che chiude il 2020 con un +6,8%. 

IL 2020 DELLE BORSE EUROPEE

In Europa rialzi come quelli visti a Wall Street o in Asia non esistono. I listini continentali hanno sofferto più di tutti gli altri i colpi della crisi Covid-19, anche se rispetto ai primi mesi dell’anno il recupero può essere comunque considerato poderoso. Due piazze sono addirittura riuscite a concludere il 2020 in rialzo: Francoforte, regina d’Europa con un +3,55%, e Zurigo che chiude guadagnando lo 0,82%. 

Tutte le altre Borse del vecchio continente (le maggiori, per lo meno) hanno archiviato l’anno in negativo. La peggiore è stata Madrid che segna -14,6%. Ribasso a doppia cifra anche per Londra, che tra Covid-19 e Brexit cede il 13,08%. Male anche Parigi (-6,33%).

LA BORSA DI MILANO

Il 2020 del Ftse Mib si è chiuso con un ribasso del 6,42%. Male? Sì, ma sarebbe potuta andare molto peggio. Basti pensare che il 12 marzo 2020 il principale listino di Piazza Affari ha registrato la peggior seduta della sua storia, accumulando in poche ore una perdita del -16,92% a 14.894 punti. Da quel giorno è cominciata la lenta e difficile risalita e grazie al +16,8% messo a segno nel II semestre, il Ftse Mib è riuscito a tornare sopra i 22.200 punti.

Performance simili anche per gli altri indici di Piazza Affari, che segnano ribassi compresi tra il 6 e il 4 per cento. C’è però un’eccezione: il Ftse Italia Star che su base annua registra una crescita a doppia cifra: +13,3%. Nel corso del 2020 l’indice ha più volte superato quota 40mila punti, toccando un record storico di 44.836 punti.

BORSA 2020: I MIGLIORI E I PEGGIORI TITOLI DEL FTSE MIB

Per il ruolo attivo che ha giocato nella pandemia e per il contribuito dato sui test diagnostici, gli investitori hanno premiato Diasorin, miglior titolo del Ftse Mib con un rialzo del 46,78%. La seconda classificata è Interpump, che nel corso dell’anno ha guadagnato il 42,93%, seguita al terzo posto da Prysmian (+34,58%). Medaglia di bronzo per Amplifon (+32,54%), seguita da Nexi che, grazie agli accordi firmati con Sia e Nets, sale del 32,23%. Sesta Stm (+27,15%), settima Ferrari (+26,6%). All’ottavo posto si piazza Finecobank (+24,8%), a un soffio c’è Moncler (+24,79%). Chiude la top Ten Inwit con un rialzo del 20,45%. 

Tra le big meritano una menzione d’onore Enel, che ha chiuso l’anno con un rialzo del 16,58%, e Fca che a fine 2020 segna +10,5%. 

Sul fronte dei ribassi, la maglia nera va a Bper Banca che archivia l’anno perdendo il 51,12% del suo valore. Perdite simili anche per Saipem, titolo peggiore tra i petroliferi con un ribasso del 49,61%, e Leonardo (-43,76%). Le difficoltà attraversate dalle banche si vedono anche nella performance di Unicredit (-41,46%). Nella classifica dei titoli peggiori seguono gli altri due petroliferi Eni (-38,5%) e Tenaris (-34,06%). Male anche Telecom Italia (-32,4%), mentre le vicissitudini degli ultimi anni pesano su Atlantia che cede il 29,27%. Nono peggior titolo è Unipol (-24,27%), chiude Hera con un rosso del 23,77%.

I MIGLIORI E I PEGGIORI TITOLI DI BORSA ITALIANA

Tra i peggiori e i migliori titoli di Borsa Italiana troviamo azioni più piccole, volatili e dunque soggette alle maggiori fluttuazioni.

Il miglior titolo in assoluto dell’anno è Alerion: la società attiva nel settore delle energie rinnovabili ha guadagnato il 242,8% del suo valore. Seguono:

2. Relatech: +225,93%;

3. Tiscali: +175,23%;

4. Sciuker Frames: +166,98%;

5. Seri Industrial: +152,74%

Infine la top 5 dei titoli peggiori: 

  1. Trevi Fin: -92,59%;
  2. Caleido Group: -91,08%;
  3. Tesmec: -79,9%;
  4. Sg Company: -67,38%;
  5. Sirio: -67,14%.

BORSA 2020: GLI INARRIVABILI

Concludiamo l’excursus borsistico del 2020 con tre titoli che quest’anno, per diversi motivi, hanno raggiunto record e realizzato performance incredibili, attirando l’attenzione del mondo intero. 

Il primo è Tesla, che dall’inizio dell’anno ha guadagnato oltre il 696%, salendo da 93,81 a 666 dollari per azione ed entrando dalla porta principale nello S&P 500, l’indice delle 500 aziende a maggiore capitalizzazione degli Stati Uniti. Da segnalare che, anche grazie a questa prestazione, il Ceo di Tesla, Elon Musk, è diventato il secondo uomo più ricco del mondo secondo Forbes con un patrimonio stimato pari a 144,3 miliardi di dollari (il primo è sempre Jeff Bezos con 185,5 miliardi). 

Un altro titolo da ricordare è Apple che, grazie al +84% realizzato nel 2020, ha portato la propria capitalizzazione a quota 2.350 miliardi di dollari, una cifra che rappresenta il triplo della capitalizzazione di tutta Piazza Affari ed è addirittura superiore al PIL dell’Italia.

L’ultima menzione è per Novavax che il 28 dicembre ha annunciato l’avvio dei trial di fase 3 che potrebbero portare a un nuovo vaccino anti-Covid. Nel 2020 il titolo dell’azienda Usa di biotecnologie segna +2,867%.

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