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Borsa 2019: Milano in orbita con Azimut, ma è Restart la regina (+386%)

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L’ultima seduta dell’anno si è chiusa in rosso, ma nonostante la battuta d’arresto finale, il 2019 verrà ricordato come l’anno dei record per le Borse internazionali. Il Nasdaq ha superato la soglia dei 9.000 punti (ripiegando solo in extremis), la Borsa di Francoforte ha toccato i suoi massimi storici, quella di Parigi è arrivata al livello più alto degli ultimi 12 anni e il Ftse 100 di Londra, con l’ok all’accordo sulla Brexit, nelle ultime settimane dell’anno si è riportata al top da agosto 2018.

Una scia di risultati positivi che include anche Piazza Affari che il 30 dicembre ha chiuso ufficialmente un anno da incorniciare. Dopo il -16% segnato nel 2018, nel 2019 il Ftse Mib sale in orbita con un rialzo che sfiora il 29% (precisamente 28,3%) e porta il listino principale di Borsa Italiana sopra i 23.500 punti dai 18.330 punti di inizio gennaio. Un risultato così non si vedeva dal 1998.

I FATTI SALIENTI DEL 2019

L’ondata di record diventa ancor più significativa se si tiene conto delle numerose incognite che hanno caratterizzato il 2019. Dalla Brexit, sbloccata solo a dicembre dalle elezioni anticipate che hanno garantito una maggioranza schiacciante in Parlamento a Boris Johnson, alla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, che nelle ultime settimane sembra essere sempre più vicina a una soluzione: la firma di un accordo tra le parti è attesa per gennaio. Rimane invece irrisolto il caos di Hong Kong dove gli scontri tra manifestanti e polizia non si sono fermati nemmeno nel giorno di Natale. A far scoccare la scintilla della protesta è stato un emendamento, presentato a inizio giugno, alla legge sull’estradizione diventato poi l’occasione per chiedere maggiore libertà e autonomia di Hong Kong dalla Cina

Sull’Europa ha pesato anche il rallentamento della locomotiva tedesca con la Bundesbank che a ottobre ha lanciato l’allarme recessione sulla Germania a causa del “rallentamento nell’industria orientata all’export” e del parallelo “rallentamento dell’economia” che però finora “ha lasciato tracce molto limitate sull’occupazione”. 

Non sono mancate le difficoltà nemmeno per l’Italia. L’incertezza politica determinata dal passaggio di consegne tra il Conte 1 e il Conte 2 ha rischiato di far traballare il Paese, mentre gli attuali litigi interni alla maggioranza formata da Pd, M5S, Liberi e Uguali e Italia Viva pone fosche ombre sul futuro dell’Esecutivo. 

I “CASI” CHE HANNO SCOSSO PIAZZA AFFARI

Dal punto di vista finanziario a Piazza Affari sono stati cinque i “casi” che hanno monopolizzato l’attenzione degli investitori. Partiamo dal primo: il mancato accordo tra Renault e Fca (-0,24% da inizio anno) che ha portato poi alla fusione tra la casa italo americana e Psa. Il 18 dicembre 2019 è ufficialmente nato il quarto costruttore al mondo di auto (dopo Gm, Volkswagen e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi), un colosso con 400mila dipendenti e 200 miliardi di fatturato. A scuotere la Borsa per tutto l’anno ha contribuito anche il caos sulle concessioni autostradali che ha fortemente condizionato l’andamento del titolo Atlantia (+5,4% dal 1° gennaio) e che sembra destinato a continuare anche nel 2020. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli esteri e leader del M5S, Luigi Di Maio, “Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali”. “Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta. E noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese”, ha concluso il ministro. 

Sul fronte giudiziario spicca la vicenda Bio-On, ex unicorno dell’Aim, che ha visto azzerati i suoi vertici societari sulla scia di un’inchiesta aperta dalla Procura di Bologna con l’accusa di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Il 20 dicembre la società di bioplastiche ha dichiarato fallimento. In Borsa, nel 2018 Bio-On aveva superato il miliardo di capitalizzazione e il 23 luglio 2019 veleggiava a quota 55,3 euro per azione, ben lontano dal prezzo di quotazione fissato nel 2014 a 5 euro. Dal giorno successivo il destino della società è cambiato radicalmente in seguito agli attacchi del fondo americano Quintessential che hanno dato il via alle indagini e hanno portato alla fine della parabola borsistica di Bio-On, sospesa definitivamente dalle contrattazioni il 23 ottobre.

Da Bio-On a Cattolica Assicurazioni (+3,8% dal 1° gennaio), con il titolo sull’ottovolante in seguito alla defenestrazione dell’ormai ex amministratore delegato Alberto Minali avvenuta il 31 ottobre 2019 nonostante il manager fosse riuscito a portare a casa il miglior bilancio degli ultimi dieci anni per la compagnia veronese. Non potevano mancare le banche. Caso bancario dell’anno è stata Banca Carige (almeno fino al caos nato sulla Popolare di Bari) alle prese con un durissimo piano di ristrutturazione. A dicembre si è concluso l’aumento di capitale da 700 milioni che ha dato il controllo della società al Fondo Interbancario con una quota pari al 79,992% del capitale. Malacalza Investimenti ha visto invece la propria partecipazione diluirsi al 2,02%. Il titolo è stato sospeso dalla Consob il 1°gennaio 2019. 

BORSA 2019: I MIGLIORI LISTINI INTERNAZIONALI

Tornando a quotazioni e percentuali, lo scettro di miglior borsa del 2019 (tra le principali), va ad Atene con l’indice Bs Abe che nei 12 mesi ha guadagnato il 50%. Al secondo posto c’è Buenos Aires che segna +35%, al terzo il Nasdaq. Il listino tecnologico americano ha centrato un rialzo del 35,6%, sfondando per la prima volta nella sua storia la soglia psicologica dei 9mila punti. Medaglia di legno e seconda tra le Borse europee è Piazza Affari che dal 1°gennaio al 30 dicembre ha segnato un rialzo del 28,2%. Seguono Parigi (+26,46%) e Francoforte (+25,48%). Segno più anche per Madrid (+12,56%) e Londra (+12,77%).

Tra le Borse principali spicca il Dow Jones che ha guadagnato il 22,32%. In Asia Shanghai è rimasta sostanzialmente stabile (+1,1%), mentre l’Hang Seng e il Nikkei sono saliti rispettivamente del 9,5% e del 18,2%.

GLI INDICI DI PIAZZA AFFARI NEL 2019

Con la galoppata del 2019 Ftse Mib ha raggiunto quota 655,6 miliardi di capitalizzazione, vale a dire il 37% del Pil, il 20% in più dei 543 miliardi del 2018, quando il suo valore si attestava al 33,5% del Pil.

Nonostante il suo rialzo abbia sfiorato il 30% il Ftse Mib non è il miglior indice di Borsa Italiana e nemmeno il secondo. Il primato spetta allo Star che ha registrato un rialzo del 31,58%. Forti gli acquisti anche sul Ftse Small Cap (+29,82%), sul Ftse All Share (+28,20) e sul Ftse Mid Cap (+20,2%). Chiude invece in rosso l’anno in rosso l’Aim Italia (-5,48%).

BORSA 2019: SUL FTSE MIB VOLANO AZIMUT E STM

Performance monstre per Azimut sul Ftse Mib. La regina dei dividendi 2018 e 2019 segna addirittura un rialzo a tre cifre: dal 1°gennaio al 30 dicembre, il titolo ha guadagnato il 123,2%, passando da 9,53 a 21,28 euro. Sfiora le tre cifre anche Stm che nel 2019 è salita del 96%, portandosi a quota 23,97 euro per azione. Medaglia di bronzo per Amplifon che nel suo primo anno sul Ftse Mib ha guadagnato l’82,5% del suo valore.

Nella top 10 delle blue chip al quarto posto c’è Ferrari, miglior titolo della galassia Agnelli, con il suo +75,6%. Sesta Exor (+49,9%) preceduta da Diasorin (+64%, quinta). Al settimo posto si piazza Unipol (+49,3%), seguita da Buzzi (+48,9%). Chiudono la classifica Hera (+48,5%) e Poste Italiane (+47%). Bene anche Enel (+40,2%) che lo scorso 17 dicembre ha raggiunto un nuovo record di capitalizzazione, superando per la prima volta i 71 miliardi. Da segnalare anche il +61% di Banca Generali, che però non viene inclusa nella classifica essendo entrata nel listino principale solo a fine anno. 

Unico titolo del Ftse Mib in ribasso è Pirelli che archivia il 2019 con un rosso del 7,5%. 

BORSA 2019: I MIGLIORI E I PEGGIORI

I rialzi delle blue chip non sono niente rispetto a quelli registrati dai titoli più piccoli. Volendo fare una classifica generale di tutte le società quotate su Borsa Italiana, Azimut, con il suo +120% si piazza “solo” al settimo posto. Al primo c’è invece Restart con una prestazione che non ha rivali. Negli ultimi mesi infatti le azioni della società immobiliare hanno guadagnato il 386,6% a 0,635 euro. Ricordiamo che nel dicembre del 2018 ha cambiato la denominazione sociale ad esito dell’operazione di scissione di Aedes SIIQ. Sul secondo gradino del podio, ma a una distanza abissale dal primo, troviamo Digital Bros che segna +197,44%. Segue Ei.En, società che si occupa di laser medicali, industriali e per il restauro, con un rialzo del 163%.

Nella top ten dei titoli migliori troviamo anche:

4) Wilt:  +162,8%,

5) Eurotech: 157,4%,

6) Elica: 135,8%,

7) Azimut: +120%,

8) Risanamento: +111,3%,

9) Sesa: +106,9%,

10) Falck ReneWables: +102,2%.

E adesso i 10 titoli peggiori del 2019:

  • Eprice: -68,2%,
  • Trevi: -46,8%,
  • Colle Belle D’Italia: -30,8%,
  • Banca  Intermobiliare: -28,05%,
  • Aquafil: -28,8%,
  • Pininfarina: -28,6%
  • Emax: -26%,
  • Ross: -25,8%,
  • Piovan: -25,8%,
  • Tiscali -25,5%.
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