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Borsa 20 settembre ultime notizie: brilla Piazza Affari che scavalca quota 29 mila con Unicredit sugli scudi

Imagoeconomica

Piazza Affari chiude oggi una seduta brillante e guadagna l’1,64% riportandosi oltre i 29 mila punti base (29.229). A favorire il listino milanese, che è il migliore in Europa, è stato un clima di cauto ottimismo sull’inflazione di agosto a livello continentale dopo il calo superiore alle attese dei prezzi al consumo in Gran Bretagna e di quelli alla produzione in Germania. La spinta in più per Milano è arrivata dal rally di titoli di peso come Unicredit +4,74% e Stellantis +3,12% e da due titoli della sanità come Amplifon (+5,64%) e Diasorin (+4,51%).

Nel resto d’Europa Francoforte si apprezza dello 0,75%, Parigi +0,67%, Amsterdam +0,46%, Madrid +1,31%, Londra +0,95%.

Wall Street cauta in attesa di Powell

Wall Street appare più cauta e si muove contrastata a fine mattinata (DJ +0,53%, Nasdaq -0,24). I rendimenti dei titoli di Stato perdono terreno dopo l’impennata di ieri in attesa che questa sera, alle 14 ora di New York, alle 20 ora italiana, La Federal Reserve alzi il sipario sulle sue decisioni di politica monetaria e sulla sintesi delle sue proiezioni economiche, nonché sulle stime della traiettoria dei tassi da parte dei componenti del direttivo. Dopo la nota al termine della riunione parlerà il presidente Jerome Powell. Gli esperti sono praticamente sicuri che i tassi resteranno invariati al 5,25%-5,5% a questo giro di giostra, considerando in ogni caso che sono al massimo da 22 anni. Mentre una certa dose d’incertezza riguarda le mosse future e soprattutto la permanenza di un livello così alto del costo del denaro. 

Il petrolio prende fiato

Qualche preoccupazione sull’inflazione a livello globale si è riaccesa negli ultimi tempi a causa della fiammata del petrolio, dopo l’estensione della durata dei tagli alla produzione decisa da Arabia Saudita e Russia (+30% l’oro nero negli ultimi due mesi). Oggi il greggio sembra prendersi una pausa e il Brent tratta in ribasso dello 0,15% a 94,2 dollari al barile, anche se il Wti sale dello 0,12%, a 90,54 dollari al barile dopo che il dato delle scorte settimanali di petrolio negli Usa sono risultate in calo in misura superiore al previsto.

Anche il gas nelle ultime ore ha ripreso forza, dopo la recente impennata e ad Amsterdam segna 37,440 euro al Mwh, con un rialzo dell’1,5%.

Dollaro in calo nel Fed-day

Il dollaro si sgonfia parzialmente in vista della decisione della banca centrale e perde quota contro un paniere di valute. L’euro si apprezza dello 0,4% circa, per un cambio a 1,072.

La moneta unica sale anche contro la sterlina, che si è indebolita dopo il dato sull’inflazione britannica di agosto, meno aggressiva del previsto: 6,7%, dal 6,8% di luglio e contro attese intorno al 7%. Questa leggera frenata, alla vigilia della riunione della Bank of England ha cambiato parzialmente lo scenario delle aspettative, con la convinzione di un nuovo rialzo dei tassi di 25 punti base che ha perso solidità. Dopo 14 incrementi consecutivi anche la BoE potrebbe dunque prendersi una pausa. Una prospettiva che piace ai costruttori di case e i titoli di quelli quotati a Londra hanno incassato oggi buoni guadagni. 

Qualche segnale positivo in ambito inflazionistico è arrivato anche dalla zona euro con la Germania, dove i prezzi alla produzione ad agosto sono crollati del 12,6% su base annua, dal calo del 6% di luglio. Il salto all’indietro era atteso, ma si tratta in ogni caso del ritmo più rapido da quando ci sono queste rilevazioni (dal 1949). I prezzi dell’energia sono crollati del 31,9%, mentre quelli dell’elettricità sono scesi del 43,2%. Escludendo l’energia, i prezzi alla produzione sono cresciuti dell’1,2%. Su base mensile, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,3% ad agosto, il primo incremento da quattro mesi, rispetto alle previsioni di un +0,2%.

Piazza Affari in piena salute 

Piazza Affari appare così piena di salute in questa giornata così importante a livello globale per la politica monetaria.

La blue chip migliore del giorno è Amplifon, che ha trovato un bel trampolino di lancio nella promozione di Hsbc, con il giudizio sul titolo salito a Buy da Hold e prezzo obiettivo passato a 35 euro dai 30 euro precedenti.

La giornata ha offerto l’occasione di un rimbalzo anche a Diasorin, dopo i recenti cali.

Unicredit domina il settore bancario dopo aver annunciato l’intenzione di lanciare una tranche del programma di riacquisto di azioni proprie da 2,5 miliardi, anticipando una parte del piano di buyback previsto per il 2023. Inoltre l’ad Andrea Orcel ha confermato la politica di distribuzione ai soci di 6,5 miliardi di euro nell’anno in corso. Nel corso di una conferenza stampa il manager ha anche detto che la tassa extraprofitti non avrà un impatto rilevante sugli utili, anche se l’incertezza che ha alimentato è dannosa. 

Nel settore è tonica anche l’altra big, Intesa Sanpaolo +2,95%. Bene Mps, +0,74%, dopo il rally dei giorni scorsi, mentre si ipotizza che il Tesoro possa ridurre la sua quota in più tappe, con una prima cessione che potrebbe riguardare una percentuale attorno al 15%. Mediobanca sale dello 0,85%, nel giorno del cda per le nomine.

Chiude un’altra seduta positiva Telecom Italia +1,56%, mentre le indiscrezioni su un incontro a breve tra Vivendi e il governo per discutere dell’offerta di Kkr, insieme al Mef, per rilevare NetCo, aumentano le probabilità che l’accordo arrivi in porto.

Tra i titoli peggiori oggi ci sono petroliferi, come Saipem -2,9%, Tenaris -0,46%, Eni -0,42%.

Spread in ribasso

Le notizie sull’inflazione e alcune dichiarazioni incoraggianti da parte di membri della Bce hanno favorito oggi la buona performance della carta italiana. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata scende a 175 punti base (-1,88%). Il tasso del titolo tricolore scende a 4,45% (da 4,51% di ieri), mentre quello del titolo tedesco arretra a 2,7% (da 2,73%).

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