La Banca centrale cinese stanotte non ha toccato i tassi. Lo stesso farà stasera la Federal Reserve Usa, salvo improbabili sorprese. A convincere i banchieri di Pechino a non tagliare il costo del denaro è stata la fragilità dello yuan. Al contrario, la forza del dollaro aiuta la lotta all’inflazione della banca Usa, che però deve fare i conti con il caro petrolio (oggi in calo ma +30% negli ultimi due mesi) e con le pretese dei mercati obbligazionari sempre più esigenti in materia di rendimenti (decennale al massimo dal 2007) in attesa della prossima battaglia parlamentare sul livello del debito. La stessa condizione del ministro Giancarlo Giorgetti che con franchezza ammette: ”temo le valutazioni dei mercati che comprano il nostro debito e non quelle della Ue” rivelando che gli ultimi aumenti dei tassi “portano via 14-15 miliardi alla manovra”. Un cauto ottimismo è giustificato dall’Ocse: la crescita del 2023 toccherà il 3% dal 2,7% stimato a giugno. Grazie a un’economia statunitense più forte del previsto.
Apertura in rialzo, Pil italiano +0,8%
• Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, future EuroStoxx50 +0,1%.
• Ieri il Ftse Mib di Milano ha chiuso in rialzo dello 0,6% grazie alla spinta delle banche e dei petroliferi, il Dax di Francoforte ha invece chiuso in calo dello 0,4% nonostante la performance di Volkswagen +2,5%.
• Corre a Milano Tim +3% oltre la soglia di 0,32 euro, evento che non si verificava dallo scorso marzo. Repubblica parla di un dialogo tra Mef e Vivendi, primo azionista del gruppo, in vista della presentazione dell’offerta sulla rete.
• In grande evidenza anche Eni risalito oltre la soglia dei 15 euro dopo aver recuperato l’acconto dividendo di 24 centesimi di euro per azione (yield 1,50%) staccato lunedì.
• Nell’Eurozona, secondo l’Ocse il Pil dovrebbe crescere dello 0,6% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024. Mentre il Pil dell’Italia è stimato a +0,8% sia per il 2023 che per il 2024.
• Confermata la recessione per la Germania: -0,2% quest’anno e +0,9% il prossimo.
• BTP al 4,51%., Bund al 2,73% per uno spread di 178 punti.
Giorgetti: occorre trovare 15 miliardi in più
• Il Corriere della Sera scrive che gli obiettivi di un deficit al 4,5% del Pil per quest’anno e anche al 3,7% del Pil per il 2024 sembrano ormai fuori portata, ancora prima che le agenzie statistiche Eurostat e Istat decidano se attribuire ai conti di quest’anno gli oneri da bonus immobiliari che dall’inizio dell’anno continuano ad accumularsi per decine di miliardi di euro.
• Giorgetti intende però tenere la barra dritta: ”Siccome il bilancio è fatto da più e da meno – dice – alla fine i conti dovranno quadrare, saranno compensati da qualcos’altro”.
Instacart +12% all’esordio in borsa
In attesa delle decisioni della Fed, Wall Street ha chiuso in ribasso, ma lontano dai minimi della seduta. Nasdaq -0,2%. Quasi piatti i future.
Le trattative con il sindacato dell’auto non decollano, si profila la possibilità di un’estensione dello sciopero ad altri stabilimenti dei 3 Big di Detroit.
Dopo il successo dell’Ipo di Arm, trova conferma la voglia di matricole. Le azioni di Instacart, colosso della consegna di generi alimentari a domicilio sono aumentate del 12% al loro debutto al Nasdaq. Nei prossimi giorni è attesa l’Ipo e la successiva quotazione sul mercato statunitense di un altro unicorno, l’azienda di automazione del marketing Klaviyo che, secondo Bloomberg potrebbe alzare a 29-30 dollari il prezzo ad azione.
Il T-bond a 10 anni al massimo dal 2007
Il rendimento del Treasury Note a dieci anni ha toccato i massimi dal 2007 a 4,35%. Il biennale è a 5,09%. Lo spread tra il dieci anni ed il due anni è -74 punti base. L’inclinazione negativa potrebbe ridursi in vista delle prossime emissioni di Treasuries necessarie a finanziare il deficit Usa e in vista delle tensioni salariali crescenti, che potrebbero spingere al rialzo le aspettative d’inflazione.
La previsione è che la Fed lasci i tassi dove sono e che confermi la volontà di tenerli alti finché non ci saranno segnali palpabili che l’inflazione sia orientata verso l’obiettivo del 2%. Ma Jerome Powell potrebbe segnalare la possibilità di un ulteriore ritocco al rialzo.
Il Congresso ha meno di due settimane per definire un bilancio per il governo federale degli Stati Uniti prima della scadenza del 1° ottobre. “Abbiamo un’economia forte e solida e creare qualcosa che… potrebbe causare una perdita di slancio è qualcosa che non dobbiamo rischiare a questo punto”, ha dichiarato ieri il Segretario al Tesoro Janet Yellen alla CNBC.
Asia in rosso, Pechino non tocca i tassi
Le borse dell’Asia Pacifico sono quasi tutte in ribasso, l’indice di riferimento dell’area, l’MSCI AP, è in calo per il terzo giorno consecutivo.
Hang Seng di Hong Kong -0,6% e CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,5%. Scendono le banche e le società finanziarie dopo l’attesa conferma dei tassi di interesse da parte della banca centrale cinese. Si stabilizza lo yuan su dollaro dopo il nuovo richiamo sul cambio arrivato dalle autorità monetarie di Pechino.
Nikkei di Tokyo -0,5% nel giorno della pubblicazione dei dati sulla bilancia commerciale del Giappone. Le esportazioni hanno registrato in agosto un calo dello 0,8% a causa del crollo delle vendite alla Cina -11%. il consensus era -2%.
Cambio dollaro/yen a 147,8, sui massimi degli ultimi undici mesi. Il Giappone avrebbe delle buone ragioni per intervenire a difesa della sua valuta, purché si tratti di un intervento limitato a smussare la volatilità e non a influenzare il tasso in modo sostanziale, lo ha detto stanotte il Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen.
Poco mosso l’indice Kospi di Seul. In Corea del Sud i prezzi alla produzione sono saliti dell’1% anno su anno, dal -0,3% di luglio. In calo dello 0,6% l’indice BSE Sensex di Mumbai. Indice Giacarta Composite +0,6%.
Petrolio in frenata ma vicino ai massimi
Petrolio in frenata: Brent a 92,40 dollari, Wti 89,20 dopo la corsa che lo ha portato sui massimi di medio periodo. Ieri l’Arabia Saudita ha difeso la decisione dell’Opec+ di tenere a stecchetto il mercato con una serie di tagli alla produzione, il ministro dell’Energia ha spiegato che si tratta di provvedimenti volti a stabilizzare il mercato, non sono in alcun modo interventi che puntano a tirare su i prezzi.
Nuovi tagli per Moncler Jefferies e Deutsche Bank abbassano il giudizio a Hold
Stm. Il ceo Jean-Marc Chery ha accettato la proposta di restare alla guida
Juventus. La riunione del Cda per approvare il bilancio d’esercizio, prevista inizialmente tra il 18 e il 22 settembre, si terrà tra il 2 e il 6 ottobre, mentre l’assemblea degli azionisti per approvarlo, prevista per la terza decade di ottobre, è stata posticipata alla terza decade di novembre.
Pirelli. Il Cda di Camfin ha rinnovato l’autorizzazione all’acquisto di azioni Pirelli o di strumenti finanziari che ne danno diritto fino ad un massimo del 5% del capitale.
Mediobanca. E’ in agenda nel primo pomeriggio il cda di Mediobanca chiamato, fra i 12 punti all’ordine del giorno della riunione, ad approvare la lista per il nuovo board dove compare il presidente Renato Pagliaro, il nome sul quale si e’ consumata la rottura totale con Delfin, primo azionista con una quota del 19,8%. In vista dell’assemblea del 28 ottobre ci sono stati contatti fra la cassaforte degli eredi di Del Vecchio e la Bce: alla base dell’interlocuzione il rispetto delle condizioni già poste dalla vigilanza sul ruolo di socio finanziario di Delfin quando le aveva concesso di incrementare la presenza nella banca fino alla soglia del 20 per cento. Fonti finanziarie precisano che i contatti tra la cassaforte degli eredi di Del Vecchio e la Bce sono avvenuti quando Delfin stava valutando la possibilità di presentare una lista comune per il cda di Mediobanca; su questo non sarebbe arrivato nessun veto.