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Borsa 20 novembre chiusura: Piazza Affari regina d’Europa al netto dell’effetto dividendo e Microsoft sotto i riflettori

Imagoeconomica

L’avvio intonato di Wall Street (con Microsoft a livelli record) riporta un pizzico di buonumore sulle borse europee, che chiudono in ordine sparso una seduta zoppicante.

Piazza Affari si apprezza dello 0,15% a 29.541 punti base e sarebbe la migliore se, sull’indice principale, non pesasse (per lo 0,84%) l’acconto sul dividendo da parte di otto blue chip.

A dare fiducia al listino è il miglioramento a sorpresa dell’outlook sull’Italia da parte di Moody’s che venerdì sera ha anche confermato il rating Baa3. La decisione dell’agenzia rafforza inoltre l’appeal della carta italiana e facilita la discesa dello spread con il decennale tedesco, che chiude oggi a 171 punti base (-3,01%). Il tasso del Btp è indicato in chiusura al 4,3%.

Nel resto d’Europa Francoforte cede lo 0,1%, zavorrata dal crollo di Bayer (-18,44%), venduta a piene mani dopo l’annuncio dello stop alla sperimentazione in fase avanzata di un nuovo farmaco anticoagulante. È fredda anche Londra, -0,11%, mentre registrano frazionali progressi Madrid +0,81%, Parigi +0,18%, Amsterdam +0,12%.

Wall Street tonica con Microsoft da record 

Oltreoceano Wall Street inaugura la nuova ottava in progresso (DJ +0,28%, S&P 500 +0,45%, Nasdaq +0,77%), dopo tre settimane di guadagni e in vista della festa del Ringraziamento di giovedì, in cui la borsa Usa resterà chiusa, mentre venerdì lavorerà solo mezza giornata.

A dare sprint agli indici è Microsoft (+1,4%) che tocca nuovi massimi, dopo quelli già registrati nelle scorse settimane. Tanta eccitazione deriva dalle scommesse del colosso tecnologico sull’intelligenza artificiale, con l’annunciato arrivo in azienda di Sam Altman, cofondatore ed ex numero uno della start-up OpenAI, in cui la stessa Microsoft ha investito miliardi di dollari. Con lui ci sarà anche Greg Brockman, suo socio nell’avventura precedente. Sulle ali dell’intelligenza artificiale si muove Nvidia (+0,82%) che domani presenterà la trimestrale.

Nessuna indicazione arriva per ora dalla borsa di Buenos Aires, chiusa per festività, dopo la vittoria dell’ultraliberista di destra Javier Milei alle elezioni presidenziali. Il nuovo punto di riferimento di un paese flagellato dalla crisi economica e dall’inflazione ha promesso di tagliare la spesa pubblica, di rifondare un sistema che si avvia alla sesta recessione in dieci anni e di sostituire la moneta argentina, il peso, con il dollaro americano. A soppesare i bond in dollari, il mercato accoglie positivamente la novità: quelli con scadenza 2041 salgono dell’1,9% a 30 centesimi e registrano la migliore performance intraday da gennaio.

Dollaro debole; petrolio tonico in attesa di Opec+

Sul mercato valutario il dollaro perde ancora terreno e l’euro insegue un cambio con la divisa statunitense di 1,1 senza però riuscire, per ora, ad agganciarlo, dopo i dati economici della scorsa settimana (in particolare il rallentamento dell’inflazione) che rafforzano la convinzione del mercato che il prossimo anno le banche centrali cominceranno a occuparsi di tagliare i tassi, mentre hanno ormai finito di alzarli. Questo nonostante le dichiarazioni poco accomodanti dei banchieri dei board. Domani la Fed pubblicherà i verbali della riunione di novembre, che saranno analizzati per trovare indizi sulla direzione dei tassi d’interesse. Le vendite del Black Friday forniranno poi un indicatore sullo stato della spesa dei consumatori statunitensi.

Tra le materie prime il petrolio si muove ancora in recupero dopo le massicce perdite delle ultime settimane e in vista della riunione Opec+ del 26 di novembre. A spingere i corsi contribuiscono indiscrezioni Reuters sul fatto che il cartello e i loro alleati sarebbero pronti a valutare l’eventualità di nuovi tagli all’offerta.

Il future Brent (gennaio 2024) sale del 2,5% a 82,60 dollari al barile; lo stesso fa il greggio texano, pari scadenza, che si muove poso sotto 78 dollari al barile.

Piazza Affari frenata da Generali e stacco cedole

In Piazza Affari sono in verde i petroliferi e le banche, mentre Generali registra il maggior ribasso giornaliero (-1,18%) ancora in scia alla deludente trimestrale e alla riduzione del prezzo obiettivo da parte di alcuni broker.

Il clima appare in ogni caso sereno, anche guardando all’andamento delle otto blue chip che scontano l’acconto dividendo: Banca Mediolanum +1,43%, Eni +1,53%, Intesa +0,87%, Mediobanca -0,32%, Poste +0,36%, Recordati +0,02%, Tenaris +1,62%, Terna +0,78%.

La blue chip regina del listino è Saipem +2,4%, seguita da Amplifon +2,36%, Stellantis +2,3%, Moncler +2,34%.

Tra le banche svetta Bper +1,64%, mentre Leonardo, +1,81%, si conferma in denaro con la cessione di un pacchetto del 6,9% della controllata Usa Drs.

Bene Enel +1,33%, su nuovi massimi da marzo 2022, con Morgan Stanley che la scorsa settimana ha migliorato il giudizio a ‘equalweight’ da ‘underweight’, portando il target price a 7 da 5,3 euro. Mercoledì il colosso elettrico presenterà il piano industriale pluriennale del gruppo nel corso del Capital markets day.

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