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Borsa 20 febbraio: la Cina abbassa i mutui ma il mercato non si fida. Riflettori su Stellantis, Eni e Nexi

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La Cina ha abbassato il costo dei mutui a cinque anni al 3,95% dal 4,2%. Uno sconto generoso, la più grande riduzione da quando il tasso ha iniziato a fluttuare, nel 2019. che dovrebbe spingere le autorità locali a ridurre i tassi ipotecari minimi per gli acquirenti di case, e così stimolare la domanda di appartamenti e fermare il calo dei prezzi.

Ma, dopo un primo rimbalzo, il mercato è ricaduto nell’apatia: la crisi del mattone, sottolinea Bloomberg, non è legata al livello dei tassi, peraltro i più convenienti da sempre, bensì alla crisi di fiducia della piazza finanziaria. Lo conferma la risposta debole dei mercati: l’Indice Hang Seng di Hong Kong segna+0,1%. Al pari del CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,1%. 

Taipei corre grazie ai chip, partenza al rallentatore per le Borse europee

Ha seguito una rotta opposta la borsa di Taipei, in rialzo dello 0,5% grazie alla spinta delle società dell’industria dei semiconduttori. L’indice Taiex sale al nuovo record storico.

L’indice Kospi di Seul ripiega dai massimi degli ultimi due anni toccati ieri, a fine seduta il calo è di circa l’1%. Ha aperto intorno alla parità il mercato finanziario di Mumbay.

Partenza al rallentatore anche per le Borse del Vecchio Continente. Future EuroStoxx 50 -0,3%. Ieri l’indice Ftse Mib di Milano ha chiuso con una flessione dello 0,2%.

Prometeia rivede al rialzo le stime sull’Italia

Prometeia ha rivisto leggermente al rialzo le stime relative al Pil italiano per quest’anno. Nell’ultimo “Prometeia Brief” le previsioni per il 2024, sulla base della resilienza mostrata dall’economia italiana, salgono a +0,5% dal +0,4% stimato lo scorso dicembre. Gli investimenti del Pnrr “dovrebbero sostenere la crescita nel 2024, compensando il calo degli investimenti nell’edilizia abitativa che deriverà dalla fine dell’incentivo del Superbonus del 110%”, si legge nel report.

Wall Street dopo la vacanza guarda alle carte di credito 

A sostenere Wall Street dopo la vacanza di ieri potrebbe essere l’effetto della mega fusioni carta contro carta annunciata in serata: Capital One Financial ha comprato Discover Financial Services, un’operazione da 35 miliardi di dollari che crea la più grande società di carte di credito degli Stati Uniti per volume di prestiti. Capital One, con sede a McLean, Virginia, pagherà 1,0192 delle sue azioni per ogni azione di Discover, un premio del 26,6% rispetto al prezzo di chiusura del 16 febbraio. I titolari di Capital One deterranno circa il 60% della società combinata e i titolari di Discover il resto. L’acquisizione genererà sinergie al lordo delle imposte pari a 2,7 miliardi di dollari.

Spread ai minimi da 2 anni

Prive del faro di Wall Street ieri le borse europee hanno vissuto ieri una giornata di attesa. Oggi la Bce pubblicherà il dato relativo alle negoziazioni salariali, rilevante in questo contesto di incertezza sulla traiettoria dei tassi perché da tempo i membri del board e la stessa presidente, Christine Lagarde, mettono in relazione questa dinamica con le prossime mosse di politica monetaria.

Da segnalare il balzo in avanti di AstraZeneca dopo l’annuncio della scoperta di un nuovo antitumorale.

Il Btp decennale tratta a 3,89%, spread a 148 punti base, sui minimi da quasi due anni. Bund al 2,41%.

In arrivo le minute della Fed

L’indice MSCI World ha chiuso in rialzo dello 0,05% a 3.286 punti, a meno di un punto percentuale dal recente record storico della settimana scorsa. È arrivato alla quindicesima settimana positiva su sedici, +3,6% da inizio 2024.

L‘indice MSCI Emerging ha chiuso quasi invariato (+0,01%) a 1.016 punti, sopra la soglia psicologica dei mille punti e in prossimità del livello di inizio anno. La sua performance è leggermente negativa dal primo gennaio (-0,7%), complice soprattutto la debolezza della Cina. Siamo comunque al sesto rialzo consecutivo e alla quarta settimana positiva di seguito, un primo segnale di riequilibrio da monitorare.   

Gli economisti hanno ormai accantonato l’ipotesi di una recessione nel corso del 2024, la tesi più accreditata è quella di un atterraggio morbido, che potrebbe favorire un’ordinata discesa dei tassi.

I verbali dell’ultima riunione della Fed, in uscita mercoledì, sono l’appuntamento più atteso di questa settimana per chiarire la posizione della banca centrale americana. Gli investitori si aspettano circa 90 punti base di taglio dei tassi da parte della Fed quest’anno, in netto calo rispetto ai circa 145 punti base dell’inizio di febbraio. 

Sale il petrolio, gas -28% da inizio anno

Brent a 83,40 dollari. Prezzo circa mezzo dollaro più alto di ieri, sui massimi da tre settimane, a causa delle crescenti tensioni in Medio Oriente e della ripresa della domanda cinese. Gli Houthi, alleati con l’Iran, hanno continuato i loro attacchi alle rotte marittime nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandab, con almeno altre quattro navi colpite da attacchi di droni e missili da venerdì. Una di loro, la nave mercantile Rubimar battente bandiera del Belize, registrata in Gran Bretagna e gestita dai libanesi nel Golfo di Aden, è a rischio affondamento.

Per quanto riguarda le commodity, l’Indice Bloomberg delle Commodity ha chiuso in calo dello 0,5% a 95,95 dollari Ancora buone notizie dal Gas Naturale, che continua a scendere offrendo sostegno alla prospettiva di una ulteriore contrazione dell’inflazione. Il TTF europeo è sceso al di sotto dei 24 euro/mwh per la prima volta da settembre 2021, -28% da inizio anno.

Sale la quota di Stellantis, Eni fa shopping, Nexi taglia

Anima Holding: l’Antitrust ha deciso di non avviare l’istruttoria sull’ acquisizione da parte di Anima, del 100% di Kairos detenuto da Kairos Investment Management, del gruppo Julius Baer, in quanto l’operazione non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.

Intercos: nell’ambito del costante monitoraggio per garantire la sicurezza informatica e i dati personali dei propri dipendenti e clienti, ha rilevato un accesso non autorizzato ai propri sistemi perpetrato da ignoti e non dovuto a malfunzionamento o errore umano. La società ha pertanto sospeso sistemi IT, nessun impatto sui conti.

Eni, attraverso la controllata Eni Natural Energies, ha raggiunto un accordo per rilevare il 17% del capitale sociale di Sis, Società italiana sementi (gruppo Bf ), per un importo complessivo di 25 milioni di euro.

Nexi: secondo indiscrezioni, l’azienda dei pagamenti sta trattando con i sindacati un piano di riduzione del 10% della forza lavoro, quattrocento solo in Italia, trecento in Grecia e duecento in Danimarca. Ieri è stata annunciata una grossa operazione nel settore dei pagamenti, quella tra Capital One Financial e Discover Financial Services.

Il gruppo Stellantis, che comprende tra gli altri i marchi Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Peugeot, Opel/Vauxhall, Citroen e Ds, ha visto immatricolazioni in rialzo del 16,9% a gennaio con una quota di mercato che sale al 18% dal 13% di dicembre. A gennaio 2024 il mercato europeo delle auto torna a salire dopo il rallentamento registrato a dicembre, con una crescita delle immatricolazioni a due cifre rispetto allo stesso periodo del 2023. Nei Paesi Ue, Efta e in Gran Bretagna le immatricolazioni a gennaio sono salite dell’11,5% rispetto allo stesso mese del 2023 a 1.015.381 unità, secondo i dati diffusi dall’associazione europea dei produttori Acea. Incrementi significativi si sono riscontrati in Germania (+19,1%) e Italia (+10,6%).

Tim: la Commissione europea non sta prendendo in considerazione la possibilità di semplificare le norme sulle fusioni nel settore delle tlc, ha detto oggi la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager, affermando che il problema è piuttosto l’assenza di un mercato europeo delle telecomunicazioni. Le parole della Vestager sono arrivate dopo che un documento della Commissione, visionato da Reuters la scorsa settimana, aveva suggerito un possibile alleggerimento della normativa antitrust europea sulle operazioni di fusioni per gli operatori delle telecomunicazioni dell’Unione europea. Alla domanda dei giornalisti su eventuali modifiche alle normative Ue un tema di fusioni, Vestager ha risposto: “No, non ne ho sentito parlare”.

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