Le borse europee hanno preso fiato nella seduta odierna, in attesa di vedere cosa dirà il presidente della Fed Jerome Powell, venerdì prossimo a Jackson Hole, mentre la banca centrale svedese e quella del Canada hanno tagliato oggi i tassi d’interesse di 25 punti base per la seconda volta di seguito, segnalando che altri tagli potrebbero rivelarsi necessari nei prossimi mesi.
La tendenza a ridurre il costo del denaro da parte dei principali istituti centrali (Giappone a parte), si è fatta sentire in giornata sul settore creditizio, mentre la lunga scia di perdite del greggio ha affaticato i titoli petroliferi.
Così i listini europei chiudono deboli, complice l’avvio sottotono di Wall Street, anche a causa di qualche presa di profitto dopo la recente corsa: Milano -0,57%, si ferma sul filo dei 33 mila punti base; Londra -1% (sotto la pressione di compagnie come Shell, -2,84% e Bp, -2,76%); Amsterdam -0,7%; Francoforte -0,36%; Parigi -0,25%; Madrid -0,11%.
Nuovi record dell’oro
Sui mercati restano sotto i riflettori il dollaro e l’oro, che fa la parte del leone segnando ulteriori record. Il cambio tra euro e biglietto verde è oltre 1,11. Lo spot gold va in orbita oltre 2526 dollari l’oncia; il future si avvicina a 2565 dollari.
Il Brent si muove intorno ai 73 dollari al barile (-0,6%), mentre prosegue il tentativo di negoziati per un cessate il fuoco in Medio Oriente.
Piazza Affari, bene Generali, banche e titoli petroliferi zavorrano il listino
Anche Piazza Affari è appesantita oggi soprattutto dai titoli petroliferi e da quelli bancari.
Sul Ftse MIb la maglia nera del giorno va a Saipem -2,86%, seguita a ruota da Tenaris -2,72%, mentre Eni confina i danni allo 0,85%. Tra le banche la peggiore è Unicredit, -2,25%, seguita da Popolare di Sondrio -2,13%, Banco Bpm -1,53%, Bper -1,3%. I realizzi hanno fatto indietreggiare Telecom -1,07%, dopo il recente rally.
Sul fronte opposto la blue chip migliore è Generali, +0,68%, sostenuta come ieri da indiscrezioni sul fatto che la banca pubblica Central Bank of India possa investire nelle joint venture locali della compagnia italiana.
Bene i titoli della sanità come Recordati +0,5% e Diasorin +0,5%. Nell’auto è positiva Ferrari +0,36%, mentre Stellantis è incolore.
Spread stabile, tassi in calo
Il secondario italiano chiude una seduta equilibrata, con lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata a 140 punti base. Scendono leggermente i rendimenti e il Btp arretra a al 3,59%, sulle attese di parole accomodanti da parte di Powell, che potrebbero fare da sponda alla Bce. Al momento, secondo il FedWatch Tool di Cme Group, c’è il 100% di possibilità che la banca centrale Usa il 18 di settembre tagli i tassi di almeno 25 punti base e il 22,5% di che il taglio sia di 50 punti base.
Inflazione nelle attese a luglio in Eurolandia; tarda la ripresa tedesca, ma sbarca Tsmc
Dall’Europa intanto arrivano conferme sull’inflazione di luglio che, nell’area della moneta unica, è al 2,6%, contro 2,5% di giugno e il 5,3% dello scorso anno. Un andamento che dovrebbe essere in linea con le ambizioni della Bce, mentre l’economia continua a soffrire, soprattutto in Germania.
La tanto attesa ripresa dell’economia tedesca infatti potrebbe tardare ulteriormente, dice la Bundesbank e l’inflazione potrebbe risalire verso la fine dell’anno, anche se solo temporaneamente.
Sempre dalla Germania però arriva una notizia interessante per il settore dei microchip: la Commissione europea ha approvato sovvenzioni per 5 miliardi di euro da parte del governo tedesco per la costruzione di un impianto del colosso taiwanese Tsmc a Dresda. Si tratta del primo stabilimento europeo per l’azienda di Taiwan. La produzione sarà mirata ai semiconduttori per auto e partirà dal 2027.
Per il settore auto è arrivata poi una proposta di aggiustamento della Commissione sulle tariffe da applicare alle importazioni dalla Cina. Se ne potrebbe avvantaggiare Tesla (-0,46% al Nasdaq), che dovrebbe avere dazi del 9% per cinque anni sui veicoli a marchio Tesla fabbricati nel dragone. La decisione dovrà essere confermata dai 27 paesi entro la fine di ottobre. La tassa sul produttore americano è inferiore al 20,8% ipotizzato a luglio e a quella per le società di auto elettriche cinesi.