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Borsa 2 luglio: il rally è già finito, listini in rosso dopo l’inflazione dell’Eurozona. Occhi su Sintra

Già finito il rally che ha seguito il primo turno delle elezioni francesi, le Borse europee viaggiano in rosso dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione dell’Eurozona che rallenta. A Piazza Affari bene i petroliferi, in rosso l’auto

Borsa 2 luglio: il rally è già finito, listini in rosso dopo l’inflazione dell’Eurozona. Occhi su Sintra

Il rally che ha seguito il primo turno delle elezioni parlamentari francesi è già finito e le Borse europee viaggiano in rosso dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione dell’Eurozona, scesa a giugno al 2,5% dal 2,6% di maggio. Lunedì sera la presidente Christine Lagarde, parlando Forum Bce a Sintra, avvertendo che “il lavoro sull’inflazione “non è finito” e che è necessario “rimanere vigili” perché, data la dimensione degli shock all’inflazione avuti negli ultimi anni, lo scenario di un “soft landing” non è ancora garantito.

In questo contesto Madrid è la Borsa peggiore e a metà giornata cede l’1,56%. Segue Milano (ieri la migliore) con un ribasso dell’1,11% a 33.343 punti. Male anche Francoforte (-0,91%) e Parigi (-0,7%) che si prepara al ballottaggio del 7 luglio. Fuori dalla Ue invece Londra perde lo 0,28% a 48 ore di distanza dalle elezioni anticipate del 4 luglio.

A giugno rallenta l’inflazione

A giugno l’inflazione della zona euro è scesa, ma la componente cruciale dei servizi è rimasta alta, alimentando probabilmente i timori di alcuni funzionari della Banca centrale europea sulla possibilità che le pressioni sui prezzi interni rimangano a livelli elevati. In termini percentuali, l’inflazione nei 20 Paesi della zona euro ha rallentato al 2,5% a giugno dal 2,6% del mese precedente, in seguito a un calo dell’aumento dei costi dell’energia e dei generi alimentari non lavorati. Sebbene la Bce abbia da tempo previsto che l’inflazione si attesterà su questo livello per il resto dell’anno, gli economisti stanno esaminando l’andamento dei prezzi sottostanti per valutare se la Bce sia effettivamente in grado di far scendere l’inflazione all’obiettivo del 2% nel 2025. Il dato sull’inflazione ‘core’ si è mantenuto stabile al 2,9%, oltre le aspettative di 2,8%, soprattutto grazie al continuo aumento dei prezzi dei servizi, in rialzo del 4,1%.

A Sintra parlano de Guindos e Kazaks e Lane

In attesa di novità dalla Francia, l’attenzione dei mercati si concentra su Sintra dove è in corso il Forum dei banchieri centrali. In mattinata il vice presidente della Bce, Luis de Guindos ha ribadito che “i prossimi mesi non saranno facili. Sarà un percorso accidentato. Avremo alti e bassi nell’inflazione fino alla fine dell’anno. Quindi, anche se crediamo che la direzione della politica monetaria sia chiara, a breve termine, dobbiamo essere estremamente attenti e estremamente cauti”. Il componente del consiglio direttivo Martins Kazaks, in ogni caso, ritiene “abbastanza ragionevoli” le aspettative che la Bce tagli i tassi di interesse ancora una o due volte quest’anno. Secondo il capo economista dell’Eurotower, Philip Lane, invece, “i dati sull’inflazione relativi al mese di giugno non saranno sufficienti a fornire risposte alle persistenti domande della Bce sulle pressioni inflazionistiche sottostanti”. Lane ha però sottolineato che “la chiave è l’inflazione dei servizi. Quello che abbiamo visto negli ultimi giorni è che l’inflazione dei servizi rimane l’eccezione, e quello che dobbiamo vedere è se l’inflazione più alta dei servizi è un elemento di retroguardia, un’eredità della rapida disinflazione o se è un elemento persistente. Abbiamo bisogno di tempo per lavorarci”.

A Milano bene i petroliferi, in rosso l’auto

A Milano spicca la performance dei petroliferi, con Saipem e Tenaris che guadagnano rispettivamente l’1,88% e l’1,16% ed Eni che sale dello 0,95%. 

Sopra la parità anche Telecom Italia all’indomani del closing per la cessione della rete a Kkr, capofila del consorzio di investitori che comprende anche il Mef. In verde anche Prysmian che ha completato l’acquisizione della statunitense Encore Wire per 290 dollari per azione.

Deboli le banche dopo il rally della vigilia: Bper cede il 2,34%, Pop Sondrio il 2%, Mediobanca l’1,81%. Male anche Unicredit, che perde l’1,73%, all’indomani del ricorso al Tribunale Ue per chiarimenti sulla gestione dell’uscita dalla Russia. Scende dell’1% Mps nel giorno in cui finisce il lockup e dunque il Mef può tornare sul mercato per vendere un’altra quota e rispettare gli accordi presi in sede europa.

Male l’automotive, con Iveco (-3,9%) fanalino di coda del Ftse Mib. In profondo rosso anche Pirelli (-2,24%) e soprattutto Stellantis (-3,3%). Le tre società soffrono insieme al resto del comparto europeo dopo i dati sulle immatricolazioni resi noti lunedì. La società italo francese, in particolare, a giugno è cresciuta in Italia dell’11,3% a fronte del +15% messo a segno dal resto del mercato. Deboli i risultati in Francia, che rappresenta il 10% delle vendite di Stellantis nel 2023. Equita fa notare che le immatricolazioni di giugno in Francia, Italia e Spagna hanno segnato una crescita (+4% annuo) a livello di mercato, mentre Stellantis ha riportato un calo del 4 per cento. 

Gli altri mercati

Viaggia in lieve rialzo lo spread tra Btp e bund che a metà giornata si attesta a quota 152 punti base dai 150 della vigilia, con il rendimento sul decennale italiano al 4,13% (era al 4,10% ieri). In rialzo il rendimento dell’Oat francese a 10 anni, che arriva al 3,31% dal 3,27& di lunedì. 

Sul valutario, l’euro rimane debole sul dollaro con il cambio a 1,071 (da 1,072 al closing della vigilia), mentre tra le materie prime continua il rialzo del prezzo del petrolio, con il brent a 87,21 dollari al barile e il Wti che sfiora quota 84 dollari.

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