La volatilità che ha caratterizzato i mercati europei questa settimana si è vista anche nella seduta di oggi, che chiude debole su quasi tutte le piazze dopo una mattina timidamente intonata. A poco è valso il nuovo rally di Tokyo in Asia (+1,42%) e l’avvio in frazionale rialzo di Wall Street a New York, con lo S&P500 che aggiorna il suo record, quando a Davos ha chiuso i battenti il World Economic Forum che ha ridotto le aspettative su un rapido taglio dei tassi.
La scommessa su allentamento della politica monetaria ha sostenuto i mercati nell’ultimo periodo, ma al momento si sono ridotte le previsioni su una sforbiciata a marzo da parte della Federal Reserve e anche la presidente della Bce Christine Lagarde ha spostato lo sguardo verso l’estate, anche se JP Morgan ha anticipato a giugno, da settembre, le sue aspettative sull’inizio dei tagli di Francoforte.
Oggi Lagarde ha parlato poi di “normalizzazione” di alcuni trend economici a fine 2023, che dovrebbe proseguire quest’anno, ma ciò non equivale a un ritorno alla normalità “quanto piuttosto a quella che definisce una “non-normalità”.
Europa debole, con quadro macro incerto
Un quadro economico incerto, anche a causa delle guerre in corso, ha pesato oggi sul sentiment europeo.
Piazza Affari cede lo 0,22% e arretra a 30.283 punti base, mentre Bankitalia stima un ristagno dell’economia nel quarto trimestre e prevede una crescita modesta anche nel 2024 (+0,6%). A ciò va aggiunta l’incognita del canale di Suez che pesa sulle rotte commerciali, considerando che circa il 16% del valore delle importazioni italiane passa dal Mar Rosso.
Nel resto d’Europa arretrano Parigi -0,4% e Madrid -0,2%, mentre sono piatte Francoforte, Amsterdam e Londra. Quest’ultima è stata sorretta da una sterlina in ribasso a fronte di un calo delle vendite al dettaglio a dicembre (-3,2% rispetto al mese prima). Si tratta del più importante calo in quasi tre anni e incrementa il rischio che l’economia britannica sia entrata in recessione alla fine del 2023.
L’euro-dollaro è poco mosso sotto 1,09. Il petrolio è in rialzo: Brent +0,37%, 79,39 dollari al barile; Wti +1,08% 74,88 dollari al barile.
Piazza Affari, arretra Leonardo
L’indice delle blue chip di Piazza Affari si apre oggi con Mps, azione regina del giorno con un progresso dell’1,5%. Le indiscrezioni del Sole 24 ore di ieri su Popolare di Sondrio hanno riacceso le speculazioni su un possibile Risiko nel settore, nonostante la presa di distanza di Unicredit (-0,6%). I titoli finanziari occupano la top ten di oggi anche con Mediobanca +0,8%, Banca Mediolanum +1,35%, Banco Bpm +0,82%, Bper +0,61%, Unipol +0,67%.
Sono tornati gli acquisti sulle utility: A2a +1,05%, Italgas +0,86%, Enel +0,6%.
Stm si apprezza dello 0,52% dopo il rally di ieri e la festa globale dei produttori dei chip a fronte della trimestrale e delle previsioni del maggior produttore al mondo, la taiwanese TSMC, in scia al boom dell’intelligenza artificiale. Oggi il titolo di Taiwan Semiconductor Manufacturing, cede lo 0,35% a Wall Street dopo aver aggiunto ieri quasi il 10%.
Milano spunti su Telecom, +0,46%, con il Fondo F2i che ha reso noto di aver “raggiunto con successo il target di raccolta di F2i-Rete Digitale, Fondo VI, finalizzato all’investimento in NetCo, la rete fissa nazionale di Tim”. Il coinvolgimento del Fondo IV (Fondo Ania F2i) e del Fondo V (Fondo per le Infrastrutture Sostenibili) investirà circa 1 miliardo di euro per l’acquisizione di una quota del 10% circa in Net Co, affiancandosi così al Mef e a Kkr.
La maglia nera oggi va a Leonardo -2,61%, titolo che ha guadagnato moltissimo nel corso dell’ultimo anno e che ora subisce forse gli effetti del giudizio “underperform” arrivato da Exane.
Arretrano inoltre Interpump -1,96%, Prysmian -1,4% e Iveco -1,34%. Amplia le perdite della vigilia Amplifon -1,48%. Si conferma debole Eni -1,08% dopo indiscrezioni sul possibile collocamento di una quota da parte del governo italiano che detiene complessivamente il 32,4% attraverso Mef (4,7%) e Cdp (27,7%).
Scende lo spread
Chiude in verde invece il secondario italiano, con tassi in leggera discesa per Btp e Bund.
Il differenziale tra i due titoli decennali benchmark si restringe a 157 punti base (-1,31%); i rendimenti scendono a +3,87% (da 3,9%) e al 2,3% (da 2,31%).