Non è mai stato così alto il numero numero di americani che possiedono azioni: il 58% delle famiglie contro il 53% del 2019. Lo sottolinea il Wall Street Journal attribuendone la causa (o il merito) alla pandemia che ha spinto molti a puntare i quattrini dei sussidi sul mercato. Non è stato un fenomeno temporaneo, scrive il WSJ, perché la maggior parte dei broker si è gettata su questo nuovo mercato offrendo commissioni zero ed altri vantaggi.
Il 58% degli americani possiede azioni
Oggi, accanto ai fondi di investimento ed ai piani pensionistici figura un 21% di piccoli azionisti che condiziona in maniera sensibile l’andamento di Wall Street. Il mercato, del resto, si affaccia al 2024 in buone se non ottime condizioni. Mai in passato i grandi nomi di Wall Street, da Mike Wilson di Morgan Stanley a Micheal Kantrowitz di Piper Sandler, sono stati così generosi nelle valutazioni. Gli analisti, incuranti dei moniti della Fed, già tengono conto dei prossimi tagli dei tassi.
L’onda lunga del rialzo lambisce anche le piazze europee. Le borse dell’Europa hanno aperto in lieve rialzo. L’indice FtseMib di Milano, che ieri ha chiuso in calo dello 0,4%, in apertura guadagna lo 0,3% a 30.334 punti.
Iliad all’assalto di Vodafone Italia
Prende velocità il tema del riassetto delle tlc. Iliad ha annunciato di aver presentato a Vodafone una proposta di fusione tra le rispettive attività in Italia mediante la costituzione di una nuova società in cui i due gruppi deterrebbero il 50% ciascuno. La proposta, valuta Vodafone Italia 10,45 miliardi di euro.
La corsa delle Magnifiche Sette
Continuano a correre le “Magnifiche Sette” delle borse Usa. Sotto la loro spinta il Nasdaq 100 (+0,6%, 16.729) è arrivato a meno di un punto dal suo record storico. L’indice FANG Plus (+1,4%, 8.731), che raccoglie le dieci eccellenze del mondo tech americano, ha segnato il nuovo massimo storico. L’S&P500 (+0,4%, 4.740) è a circa due punti dal suo record ed ovviamente per merito dei big tech.
Le magnifiche sette di Wall Street – Apple, Amazon, Alphabet, Microsoft, Nvidia, Meta e Tesla – oggi rappresentano da sole il 30% dell’indice S&P500 ma anche il 20% dell’indice MSCI World, che mette insieme l’eccellenza di tutti i mercati sviluppati del globo. Come dire che quando si investono cinque dollari sulle borse mondiali, sappiamo che almeno uno va a finire, volente o nolente, nelle big seven.
Dopo il vicepresidente John Williams e i governatori della Fed di Atlanta e Chicago, anche la numero uno della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha mandato un avvertimento: a suo avviso i mercati “sono un po’ avanti” nell’anticipare una normalizzazione della politica monetaria. Nell’intervista rilasciata al Financial Times, il membro del board dice di aver messo in conto tre tagli da un quarto di punto nel 2024, la metà di quel che si aspettano gli investitori.
Giornata di assestamento anche per i bond, con i rendimenti dei principali governativi in lieve risalita dai minimi di periodo a seguito degli inviti alla prudenza dei banchieri centrali. Rendimento del Treasury Note a dieci anni a 3,93% da 3,90%, Treasury Note a due anni a 4,45% da 4,40%. Bund decennale a 2,11% da 2,09%. Btp decennale a 3,75% da 3,71%, livello più basso da gennaio.
Apple, a rischio lo smartwatch
Apple ha perso poco meno dell’1% sulla notizia dello stop alla vendita negli Stati Uniti di due versioni del suo smartwatch. La decisione è originata da una disputa legale con la società delle tecnologie mediche Masimo riguardante un sensore per la rilevazione dell’ossigeno. Apple Watch vale all’incirca il 5% delle vendite consolidate del gruppo Apple.
Il Giappone non cambia rotta
Niente di nuovo per la Borsa giapponese. Come previsto la Bank of Japan non ha ritoccati al rialzo i tassi, Nel comunicato della banca centrale non si fa alcun cenno a prossimi cambiamenti. In attesa della conferenza stampa del governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, la borsa di Tokyo sale e lo Yen si indebolisce: indice Nikkei +1,4%, Usd/yen a 143 da 142,6 di ieri.
Le borse della Cina scendono, Hang Seng di Hong Kong -0,7%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,2%. Un terremoto di magnitudo 6.2 ha devastato stanotte un’area nel Nord Est della Cina: l’agenzia Xinhua riferisce che si sono almeno 116 vittime nei distretti di Gansu e Qinghai. È in calo dello 0,6% la borsa di Taipei, intorno alla parità il Kospi di Seul. Ha chiuso in rialzo dello 0,8% l’indice S&P/ASX200 di Sidney.
Gli Houthi sostengono il petrolio
Petrolio al quinto rialzo consecutivo: brent a 78 dollari. Le tensioni geopolitiche tornano a giocare a favore. Gli attacchi del gruppo militante yemenita filo-iraniano Houthi contro navi nel Mar Rosso stanno creando disagi al commercio marittimo e le principali aziende globali di trasporto merci costrette a deviare la rotta intorno al Capo di Buona Speranza per evitare il canale di Suez. Il movimento Houthi ha lanciato una serie di attacchi con missili e droni contro le navi nell’area, definendoli una risposta all’assalto di Israele alla striscia di Gaza. Diverse grandi compagnie di trasporto merci hanno iniziato a navigare intorno all’Africa, aggiungendo costi e ritardi che, secondo gli analisti del settore, si aggraveranno nelle prossime settimane.
Rinnovato il patto Unipol, per Telecom Italia nessun abuso
Ancora tlc alla ribalta. Non c’è stato abuso di posizione dominante da parte di Telecom Italia nella gara Conscia. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso l’istruttoria nei confronti di Tim su un possibile abuso di posizione dominante nell’ambito della nona edizione della gara indetta da Consip per la fornitura di servizi di telefonia mobile per la Pa. Si legge nel bollettino settimanale dell’Antitrust. L’istruttoria era nata da un’istanza presentata da Fastweb.
Unicredit cercherà di portare a termine delle acquisizioni nei prossimi anni nei paesi del Centro-Est Europa mentre operazioni in Germania, Austria e Italia sono meno probabili a causa delle condizioni dei mercati e dei prezzi troppo alti, ha detto il Ceo Andrea Orcel in un’intervista a Faz.
Unipol: Il patto tra alcune cooperative azioniste, che raccoglie circa il 39,7% del capitale sociale è stato tacitamente rinnovato per tre anni fino al 15 dicembre 2026, non essendo pervenute disdette entro il termine del 15 giugno scorso.