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Borsa 18 settembre: battaglia in Mediobanca, oggi il comitato nomine, Generali sui massimi

Imagoeconomica

Parte in tono dimesso la settimana delle banche centrali. In attesa delle decisioni della Fed che a (differenza della Bce) non dovrebbe toccare i tassi, gli umori di Wall Street volgono al brutto: la prospettiva di aver a che fare “a lungo” con gli attuali livelli del costo del denaro deprime i titoli tecnologici, a partire da Apple. L’attesa Ipo di Instacart (consegna di alimentari a domicilio) non andrà oltre una valutazione di 10 miliardi di dollari contro i 39 stimati un anno fa, al momento dell’ingresso dei primi investitori. Anche le piazze europee segnano il passo dopo guadagni della scorsa settimana. Sul fonte delle obbligazioni pesa l’assenza di Tokyo, oggi ferma per vacanza. La riunione della Boj di venerdì potrebbe regalare sorprese a differenza del board della Bank of England, avviato ad alzare i tassi, e le riunioni delle banche di Norvegia e Svizzera. Infine la Turchia, avviata ad una stretta che piace agli investitori: Erdogan ha invitato Elon Musk ad aprire una fabbrica nel Paese.

Europa partenza lenta, salgono i petroliferi

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve calo, future EuroStoxx 50 -0,1%.

Venerdì il Ftse Mib di Milano ha chiuso intorno alla parità. In settimana è cresciuto del +2,35% favorito da banche e petroliferi.

Eni riparte dai massimi degli ultimi quattro anni. Venerdì, invece, Generali è salita ai massimi dall’aprile 2022, dopo esser risalita oltre quota 20 euro.

Aria di battaglia in Mediobanca. Oggi il comitato nomine

Aria di battaglia oggi al comitato nomine di Mediobanca da cui emergerà la lista dei candidati per il nuovo consiglio, che verrà presentata dal Consiglio di Amministrazione uscente. Si prevede che ci sia un possibile cambio di 4/5 consiglieri attuali che non verranno riproposti, ma i ruoli di presidente (Pagliaro) e CEO (Nagel) non saranno discussi. Secondo le ultime indiscrezioni, non sembrano esserci spazi concreti per un accordo pre-assembleare tra il consiglio uscente e il socio principale Delfin.

Domani saranno resi noti i dati sull’ l’inflazione nell’Eurozona e quella nel Regno Unito ad agosto.

Sempre domani è attesa la pubblicazione delle stime economiche dell’Ocse. Venerdì verranno comunicati gli indici Pmi manifatturiero europei e Pmi servizi di settembre degli Usa.

Oggi sono in agenda numerosi interventi di esponenti della Banca centrale europea, tra cui il vice presidente Luis de Guindos e i consiglieri Ignazio Visco e Fabio Panetta.

Moody’s certifica il “miracolo” Grecia

L’agenzia Moody’s venerdì ha alzato il giudizio sulla Grecia a ‘Ba1’ da ‘Ba3’, tagliando l’outlook a stabile da positivo. Ricordiamo che nel 2012 il debito della Grecia, finito nel mirino della speculazione, andò in default. L’intervento della BCE e dell’Europa hanno fatto il miracolo.

Lo sciopero dell’auto pesa su Wall Street. Gode Tesla

In attesa delle proiezioni economiche della Fed, forse l’elemento più atteso della riunione della banca centrale che si chiuderà mercoledì sera, l’attenzione di Wall Street si sposta su Detroit. Sono già ripresi i colloqui tra il sindacato Uaw e e i 3 Grandi dell’auto, ma le posizioni restano molto lontane. Stellantis ha dichiarato di aver proposto un aumento del 20% a fine contratto (quattro anni), la metà subito. La richiesta è del doppio. Inevitabili nuovi stop che colpiranno la produzione dei Ram assieme a Chevrolet ed al Suv di Ford.

La sfida ha senz’altro un vincitore: Elon Musk. Gli impianti di Tesla, dove non c’è sindacato, già godono di margini assai favorevoli.

Dollaro superstar in vista della Fed

Il dollaro ha messo a segno la nona settimana positiva di seguito (+0,40%), portandosi sui massimi da maggio/marzo contro Euro e contro un paniere di sei principali valute del globo. Gli economisti si aspettano che la Fed manterrà i tassi di interesse invariati, ma anche che manterrà un approccio “aggressivo” per parecchio tempo più del previsto.

Il Treasury Note dieci anni riparte da 4,33%. Treasury 2 anni a 5,02%.

Cina, il mattone soffre ancora

Scattano le manette ai polsi dei dirigenti delle consociate internazionali di Evergrande mentre i vertici di Country Garden +1%, l’altro colosso immobiliare cinese, sono di nuovo alle prese con la scadenza di un bond.

Le borse della Cina sono contrastate nel finale. Hang Seng di Hong Kong -1%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,4%.

Sono quasi tutte giù le altre piazze azionarie dell’Asia Pacifico, Kospi di Seul -0,8%. S&P ASX200 di Sidney -0,6%.

L’India trascina l’indice degli emergenti

BSE Sensex di Mumbai -0,3%. L’indice MSCI Emerging Markets è cresciuto dell’1,14% in settimana, grazie soprattutto alla prodigiosa spinta della borsa dell’India. L’indice Sensex 30 delle blue chip può vantarsi di essere l’unico al mondo ad aver toccato nuovi massimi storici.

Tokyo chiusa, suspence per la riunione della BoJ

Chiusi per festività i mercati dei bond e delle azioni di Tokyo, l’assenza degli operatori giapponesi si fa sentire soprattutto sulla compravendita delle obbligazioni.

Lo Yen è poco mosso, intorno ai minimi da novembre 2022. I mercati sono concentrati sulla riunione della Banca del Giappone prevista questo venerdì. Alcuni segnali provenienti da alti funzionari hanno fatto emergere la volontà di prendere in considerazione un allontanamento dal suo regime di tassi negativi. L’inflazione vischiosa e l’aumento dei salari giapponesi hanno rafforzato questa idea, con il governatore della BOJ, Kazuo Ueda, che ha sottolineato che quasi un decennio di tassi di interesse negativi ha ormai fornito livelli sufficienti di stimoli all’economia.

Il petrolio continua la corsa

Continua l’avanzata del petrolio: brent a 94,20, Wti 91,50. Quotazione in rialzo dello 0,6% in avvio di seduta, dal +3,70% accumulato la scorsa settimana, la terza positiva di seguito. Prezzi sui massimi da novembre, sostenuti dalle previsioni di un ampliamento del deficit tra domanda e offerta nel quarto trimestre, dopo che l’Arabia Saudita e la Russia hanno esteso i tagli, e dall’ottimismo di una ripresa della domanda in Cina, il principale importatore di greggio al mondo. oltre che dai dati economici Usa.

Goldman promuove Stellantis, Nexi fa cassa

Leonardo: Goldman Sachs alza il target price a 16 euro.

Stellantis: nonostante gli scioperi Usa Goldman Sachs conferma il giudizio Buy e ritocca leggermente all’insù il target price a 24 euro.

Ferrari: dopo la vittoria a Sungapore Goldman Sachs resta Neutral e porta il target price a 297 dollari. La Rossa ha rinnovato l’accordo con Puma

A proposito di corse, Pirelli interromperà l’accordo di fornitura con il World Rally Championship dopo la stagione 2024.

Nexi ha incaricato Goldman Sachs e Bank of America di cercare compratori per Ratepay, controllata tedesca nel ‘buy now, pay later’.

Fineco Bank: il Cda ha votato l’uscita dal mercato britannico a causa del “significativo cambio del contesto regolamentare nel Regno Unito successivamente all’uscita dall’Unione europea”.

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