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Borsa 18 luglio, listini in rialzo con gli occhi sulla Bce. Von der Leyen, Trump, Biden: la politica irrompe sui mercati

Imagoeconomica

Dopo un’apertura a luci e ombre le Borse europee imboccano la strada dei rialzi in una giornata dominata dalla politica da un lato all’altro dell’oceano. Ma l’attesa è soprattutto per la Bce che secondo gli analisti nel primo pomeriggio quasi certamente lascerà i tassi invariati e fornirà alcune indicazioni velate sulle prossime mosse. “Lagarde lascerà aperte altre porte continuando a enfatizzare la natura dipendente dai dati della Bce, che rende prematuro dare segnali più decisi sulle future riunioni”, ha detto a Reuters Jan von Gerich, economista di Nordea, mentre Reinhard Cluse, economista di Ubs, ha aggiunto: “Secondo il nostro scenario principale, il prossimo taglio dei tassi della Bce avverrà a settembre e sarà seguito da una lunga e graduale sequenza di riduzioni dei tassi da 25 punti base per trimestre a dicembre, marzo, giugno e così via, ovvero nei mesi in cui saranno presentate le nuove proiezioni macro”.

Dagli Usa è arrivato nel frattempo il Beige Book della Fed, nel quale la banca centrale ha definito la crescita economica statunitense tra “debole e modesta”, rafforzando le ipotesi di un primo taglio dei tassi a breve.

Da Trump e Biden a von der Leyen: Le Borse guardano alla politica

Strasburgo, Milwaukee, Washington. Se gli investitori avessero tre occhi, ognuno di essi sarebbe rivolto verso una di queste tre città. 

In Europa, dopo il discorso programmatico di questa mattina, l’attenzione dei listini si concentra sul voto per l’eventuale bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue. La presidente uscente ha già ottenuto l’ok di Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi, mentre è ancora in dubbio il voto dei Conservatori di Erc guidati dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni. 

Nel frattempo sale l’attesa per il discorso che Donald Trump terrà questa sera in Wisconsin alla Convention repubblicana che l’ha già incoronato come candidato ufficiale del Gop per le elezioni presidenziali di novembre. Un’attesa diventata quasi spasmodica dopo il crollo borsistico dei produttori di chip. Colossi come Tsmc – il più grande produttore di chip a contratto del mondo – e Nvidia sono andati Ko dopo che in un’intervista a Bloomberg Businessweek l’ex presidente ha affermato che Taiwan dovrebbe pagare gli Stati Uniti per la sua difesa in quanto non dà nulla al Paese. In parallelo, l’amministrazione Biden, ha riferito Bloomberg News, ha invece detto agli alleati che sta prendendo in considerazione forti restrizioni se aziende come Tokyo Electron e ASML continuano a concedere alla Cina l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori. Gli Stati Uniti stanno inoltre valutando ulteriori sanzioni su specifiche aziende cinesi di chip legate a Huawei.

Capitolo Biden: il presidente degli Stati Uniti è risultato positivo al Covid-19 ed è stato costretto a interrompere la sua campagna elettorale a Las Vegas, Nevada. La Casa Bianca ha rassicurato il pubblico sulla sua salute, ma quanto accaduto ha alimentato nuove speculazioni su un suo possibile ritiro dalla corsa alla Casa Bianca. Secondo fonti citate dalla Cnn, Biden si è mostrato aperto alle discussioni sul suo destino politico, ponendo la domanda ai suoi consiglieri se Kamala Harris possa essere in grado di vincere le elezioni.

Borse europee in rialzo a metà giornata

Con così tanta carne al fuoco, le Borse europee procedono in rialzo, con lo Stoxx 600 che guadagna lo 0,46% grazie agli acquisti sul settore energetico che compensano i cali dei titoli tech.

La migliore è Londra, che segna +0,78%. Positive anche Madrid, Amsterdam e Parigi, tutte e tre con rialzi superiori allo 0,6%, mentre viaggia più arretrata Francoforte (+0,23%). 

In questo contesto è tonica Milano che guadagna lo 0,64% a 34.598 punti base. 

A Piazza Affari acquisti su auto e petrolio

A trainare il Ftse Mib è il comparto auto, con Iveco (+4,17%) e Stellantis (+2,61%) in vetta dopo i dati Acea secondo cui nel mese di giugno, in Europa (Ue+Efta+Uk) sono state immatricolate 1.310.989 nuove auto, in crescita del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Nella sola Unione europea le immatricolazioni sono state 1.089.925, in aumento del 4,3 per cento. Positiva anche Ferrari (+0,8%).

Acquisti sull’energia: A2a (+1,04%), Eni (+0,89%). Contrastati i finanziari: Finecobank (+0,9%), Intesa Sanpaolo (+0,84%), Nexi (+0,82%), Pop Sondrio (-0,56%), Banca Mediolanum (-0,18%).

In fondo al listino c’è invece Prysmian, che cede il 2,27% nonostante la promozione di Berenberg che ha alzato il target price sulla società portandolo a a 75 euro per azione dai precedenti 63 euro e confermando la raccomandazione “Buy” sul titolo.

La debolezza dei chip pesa su Stmicroelectronics (-0,74%), male anche Interpump (-0,4%). 

Fuori dal  paniere principale, vola Ediliziacrobatica +12,9%, che ha registrato una crescita  del 40% dei contratti nel primo semestre 2024 e dei clienti (+59%).

Unieuro vicina al prezzo di Opa

Dopo la corsa di mercoledì, gli occhi sono ancora concentrati su Unieuro, che cede lo 0,5% a 11,54 euro. Il titolo è comunque vicino al prezzo dell’Opa lanciata dal gruppo delle vendite al dettaglio Fnac Darty. Si tratta di un’offerta pubblica di acquisto mista presentata congiuntamente con Ruby Equity Investment che prevede una valutazione di Unieuro pari 12 euro per azione, con un premio del 42% rispetto al prezzo di chiusura del 15 luglio. La quota potrà essere corrisposta con 9 euro in contanti e 0,1 azioni Fnac Darty (pertanto, ogni 10 azioni Unieuro portate in adesione all’offerta, saranno corrisposti 90 euro e un’azione Fnac-Darty di nuova emissione). L’operazione dovrebbe essere chiusa entro il quarto trimestre del 2024 e l’obiettivo e’ creare un gruppo con oltre 10 miliardi di euro di fatturato e quasi 30.000 dipendenti. 

Spread in rialzo, focus su bitcoin e oro

Sul secondario, in attesa della Bce lo spread è a quota 130 punti base, un punto in più rispetto alla chiusura di ieri, mentre il rendimento sul Btp decennale benchmark è stabile al 3,72%.

Poco mosso il cambio euro/dollaro, che si muove a 1,092, mentre il petrolio è sostanzialmente stabile dopo il calo maggiore del previsto delle scorte di greggio negli Stati Uniti, il maggiore consumatore di petrolio al mondo. Il Brent passa di mano a 85 dollari al barile, il Wti a 82,93 dollari. 
Dopo la corsa delle sedute precedenti il Bitcoin si allontana da quota 65mila dollari e si attesta a 64.528 dollari. Nuovi massimi per l’oro con il contratto con consegna ad agosto a 2.469,40 dollari, in aumento dello 0,39%. Sale anche il contratto spot, in rialzo dello 0,2% a 2.464 dollari l’oncia.

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