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Borsa 18 agosto pomeriggio: il default della cinese Evergrande fa paura anche ai listini europei

Scopio


L’ultima seduta della settimana sembra destinata a chiudersi in rosso per le Borse europee zavorrate dalle novità arrivate dalla Cina. Gli occhi degli investitori sono rivolti verso il gigante asiatico, dopo la notizia che il colosso immobiliare Evergrande, già in profonda crisi da tempo, ha chiesto di essere posto negli Usa sotto procedura fallimentare in attesa di un accordo di ristrutturazione del debito. Nel frattempo la banca centrale cinese cerca delle contromisure per difendere yuan, fissando un cambio in area 7,2006 contro il dollaro (a fronte di attese pari a 73) e immettendo sul mercato 98 miliardi di yuan di pronti contro termine a sette giorni a un tasso di interesse dell’1,8%.  

Nel frattempo, in Europa, l’Eurostat ha confermato che il tasso annuo di inflazione nella Zona Euro si è attestato al 5,3% a luglio dal 5,5% di giugno (un anno prima era a 8,9%), mentre per l’Unione europea il dato è al 6,1% rispetto al 6,4% di giugno (un anno prima era a 9,8%).  Rispetto a giugno, l’inflazione annua è scesa in 19 stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in sette.

Borsa 18 agosto: l’andamento dei listini a metà giornata

In questo contesto le Borse europee procedono sotto la scure delle vendite, ma recuperano un po’ rispetto all’avvio: Piazza Affari cede oltre mezzo punto percentuale a 27.750 punti, Parigi perde oltre l’77%, Amsterdam e Madrid lo 0,4%. Francoforte lascia sul terreno lo 0,5% nonostante l’impennata di Suse (+60%) dopo l’offerta di acquisizione lanciata da Eqt. Il fondo svedese, già maggiore azionista di Suse con il 79%, ha annunciato un’offerta volontaria diretta agli azionisti di minoranza al prezzo di 16 euro per azione, pari a un premio del 67% rispetto alla chiusura del titolo ieri, da cui va dedotto un acconto di dividendo annunciato oggi. Di fatto Eqt, che intende poi delistare la società tedesca fondendola con un’entità lussemburghese, finanzierà l’offerta grazie alla distribuzione della cedola, il cui importo complessivo potrebbe arrivare a oltre 580 milioni. 

A Piazza Affari si salvano le utility, in rosso banche e auto

Sul Ftse Mib solo le utility riescono a salvarsi: si tratta di Hera (+0,7%), Enel (+0,44%), Terna (+0,28%). In verde anche Diasorin (+0,4%) Il resto del listino si tinge di rosso intenso con Mps a segnare la performance peggiore (-3%). Male anche tutti gli altri titoli del comparto bancario e del risparmio gestito: Azimut e Fineco perdono entrambe l’1,6%, Banca Mediolanum cede l’1,57%, Banca Generali l’1,51%. Intesa Sanpaolo segna -1%, Unicredit -1,1%. È di stamattina la notizia che la Bce starebbe per inviare a Palazzo Chigi e al ministero dell’Economia una lettera contenente dure critiche sulla tassa sugli extraprofitti delle banche varata dal Governo Meloni lo scorso 8 agosto. 

Vendite sui petroliferi : Saipem -2,55%, Tenaris -1,5%. 

Male l’automotive con Stellantis (-1,44%), Iveco (-1,4%), Cnh (-1,2%). Tutto il settore auto è in difficoltà in Europa (-0,71% il sottoindice Stoxx continentale), ma su Stellantis pesa anche lo stallo nelle trattative sindacali per il rinnovo del contratto negli Stati Uniti, che potrebbe portare a uno sciopero.

Gli altri mercati

È in lieve ribasso lo spread, che a metà mattinata si attesta a quota 169 punti base a fronte dei 171 della chiusura di ieri, mentre il rendimento del Btp 10 anni scende al 4,32% dal 4,40% registrato al closing. Poco mosso il petrolio, mentre il Gas scende dello 0,8% a 36,53 euro al mwh. 

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