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Borsa 16 novembre chiusura: il ribasso del lusso dopo il flop di Burberry ferma il rally. A Milano Saipem ko, utility ok

Giornata interlocutoria sui mercati – Il crollo di Burberry spinge al ribasso tutto il settore del lusso – A Piazza Affari risorgono i titoli delle utility ma scivola Saipem

Borsa 16 novembre chiusura: il ribasso del lusso dopo il flop di Burberry ferma il rally. A Milano Saipem ko, utility ok

Il deciso calo del petrolio pesa oggi sui titoli del settore e sulle borse, con i listini europei che chiudono contrastati, mentre Wall Street è debole a fine mattinata, dopo un avvio negativo. 

Piazza Affari perde lo 0,71% e arretra a 29.258 punti base, zavorrata dalle prese di profitto e dalle vendite su Saipem (-4,36%) e Tenaris (-4%). Fanno da argine ai ribassi odierni i rialzi delle utility.

Nel resto d’Europa si conferma in progresso Francoforte, +0,25%, favorita dagli acquisti su Siemens, +5,9%, con l’azienda che nell’ultimo trimestre ha registrato un utile industriale superiore alle stime. Il verde colora Madrid +0,31%, mentre scendono Amsterdam -1,17%, Parigi -0,57% e Londra -1,02%, dove Burberry cede l’11,15%, palesando la possibilità di mancare gli obiettivi sui ricavi per la fine dell’anno. Le proiezioni del prestigioso marchio inglese si ripercuotono su tutto il settore del lusso a livello europeo (Moncler -2,62% a Milano). Soffrono inoltre le major petrolifere.

A New York sono in profondo rosso alcuni titoli utili a tastare il polso ai consumatori, mentre si avvicina il Black Friday. Walmart e Cisco sono tra le azioni peggiori dello S&P 500 con perdite massicce dopo la trimestrale e proiezioni che deludono il mercato. Anche Alibaba sta lasciando sul terreno il 10% nonostante i conti oltre le attese. A innescare la fuga dal titolo del colosso cinese è l’annuncio che l’azienda rinuncerà allo spin-off del suo gruppo cloud a causa delle restrizioni statunitensi all’esportazione di chip.

Cala il dollaro, mentre salgono i sussidi alla disoccupazione

Sul mercato valutario è in calo il dollaro e l’euro si apprezza, con un cambio intorno a 1,0875.

A ridurre l’appeal del biglietto verde sono  alcuni dati macroeconomici a stelle e strisce, in particolare qualche scricchiolio arriva dal mondo del lavoro, un rumore che, in chiave Fed, è musica per la propensione al rischio. La convinzione che il ciclo di rialzi sia finito si sta radicando sempre di più sui mercati e l’interrogativo semmai riguarda ora i tempi e i ritmi di futuri tagli.

Oggi intanto il dato sulle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione è ai massimi da tre mesi e ben oltre le aspettative (+13mila, a 231mila, contro 220mila stimate). il numero complessivo dei lavoratori che ricevono i sussidi sono 32.000 in più per un totale di 1.865.000.

Inoltre, dopo che i prezzi al consumo e alla produzione sono risultati sotto le stime nei giorni scorsi, oggi confermano un’inflazione in frenata anche i prezzi all’importazione di ottobre: -0,8%, contro -0,3% atteso.

Il contesto fa tornare gli acquisti sui Bond, in particolare i titoli Usa vedono prezzi in rialzo e tassi in ribasso con il Treasury decennale che mostra un rendimento in discesa al 4,466%.

Petrolio in profondo rosso

Tra i protagonisti negativi del giorno c’è il petrolio. Il calo del greggio si aggrava ulteriormente oggi, con sperabili effetti positivi sull’inflazione, ma con immediati effetti negativi sui titoli petroliferi.

Il future Brent gennaio 2024 cede il 4,15% e tratta a 77,81 dollari al barile; mentre il contratto dicembre 2023 di greggio texano cede il 4,45% a 73,25 dollari al barile.

All’origine delle vendite ci sarebbe l’aumento delle scorte di petrolio negli Usa, ben oltre le aspettative degli esperti, ma anche un rallentamento della produzione delle raffinerie cinesi. Sul sentiment globale pesa inoltre il calo dei prezzi delle case nel celeste impero, a un ritmo che non si vedeva dal 2015. Un dato che ha appesantito i listini asiatici, che hanno chiuso in ribasso.

Piazza Affari limita i danni con le utility

A limitare i danni in Piazza Affari ci hanno pensato oggi le utility, tradizionalmente titoli difensivi e in questi giorni spinti anche dai buoni risultati aziendali. La lista dei migliori titoli del giorno si apre con A2a +2,55%, seguita da Erg +1,36%, Hera +1,36%, Enel +0,85%, Terna +0,78%, Italgas +0,45%, Snam +0,11%.

In prima pagina anche Inwit +0,71%.

Leonardo +0,17% fa un timido passo avanti, aiutata dall’annuncio dell’avvio di un’offerta secondaria per la cessione di una quota di minoranza della controllata statunitense, Drs. La provvista che ne deriverebbe potrebbe essere utilizzata dal gruppo italiano della difesa per eventuali acquisizioni e alleanze.

Tra le banche si affaccia nella top ten del giorno Unicredit +0,3%, mentre Bper perde il 2,78% e Banca Monte Paschi il 2,18%.

Tra le blue chip in ribasso, oltre a Saipem e Tenaris, c’è Eni -2,17%. I realizzi si fanno sentire pesantemente per Diasorin -3,42%.

Sono in rosso Campari -2,44%, Cnh -2,44%, Interpump -2,24%.

Spread in calo

Di tutt’altro umore appare il secondario, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 173 punti base (-3,26%) e i tassi arretrano. Il Btp in chiusura è indicato a +4,32% e il Bund a +2,59%.

Christine Lagarde ha parlato oggi, ma non di politica monetaria. La presidente della Bce ha sottolineato che il sistema finanziario europeo ha evitato finora lo scenario peggiore di rischi sistemici, ma non si può abbassare la guardia. In particolare le banche europee potrebbero subire perdite significative se dovessero vendere obbligazioni a tasso fisso in loro possesso per raccogliere liquidità.

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