Il quadro generale resta avaro di spunti positivi e le borse europee chiudono deboli anche oggi, in linea con le perdite asiatiche e l’avvio incerto di Wall Street, tornata agli scambi dopo il lungo weekend.
Piazza Affari è piatta, +0,03%, grazie al sostegno di Mediobanca (+2,4%) e fa leggermente meglio di Parigi -0,18%, Londra -0,5%, Francoforte -0,33%, Amsterdam -0,12% e Madrid -0,83%. Oltreoceano i listini hanno aperto in modesto calo, delusi dai conti di Morgan Stanley. Conti in forte crescita invece per Goldman Sachs. Al momento il Nasdaq galleggia sulla parità.
Come si vede gli investitori si confermano guardinghi, in gran parte a causa del rischio altissimo che la guerra in Medio Oriente si estenda, mentre la via commerciale del Mar Rosso appare ogni giorno più insicura. Oggi un cargo greco è stato colpito da un missile al largo delle Yemen.
Dal forum di Davos arriva inoltre l’eco di dichiarazioni contrastanti sulla traiettoria dei tassi della Bce il prossimo anno, in attesa che domani parli la presidente della banca centrale europea Christine Lagarde.
Sul fronte politico Usa la schiacciante vittoria di Donald Trump alle primarie in Iowa sta pesando sull’obbligazionario a stelle strisce (che vede prezzi in ribasso e tassi in crescita), mentre il dollaro si rafforza mettendo in conto la possibilità che la Fed proceda più cautamente su un eventuale allentamento monetario. Al momento l’euro perde circa lo 0,7% e tratta in area 1,086.
Nella mattina americana sono ripartite anche le vendite sul petrolio: il Brent cede lo 0,5% e tratta a 77,77 dollari al barile; il Wti scivola dell’1% poco oltre i 72 dollari.
Delude Morgan Stanley, Goldman fa 2 miliardi di utili nella trimestrale
In chiaroscuro le trimestrali viste in giornata a New York, quelle di Goldman Sachs (+1%) e di Morgan Stanley (-3,4%). Utili in rialzo per la prima a 2,01 miliardi di dollari nei tre mesi a dicembre (+51% rispetto allo stesso periodo 2022) mentre Morgan Stanley ha chiuso il quarto trimestre dell’esercizio 2023 con un utile netto di 1,5 miliardi di dollari, pari a 0,85 dollari per azione, in calo rispetto ai 2,2 miliardi di un anno prima (1,26 dollari per azione).
Tra le mega tech Apple (-1,29%) non riesce a festeggiare il sorpasso di Samsung e la conquista del primato nella classifica annuale di smartphone venduti, a cosa della notizia di forti sconti offerti in Cina dall’azienda di Cupertino per guadagnare quote di mercato.
Trova la giusta intonazione invece Tesla +0,86%, scossa nei primi minuti dal fatto Elon Musk abbia detto che non gli sta bene sviluppare la società nell’IA se non ha il controllo almeno del 25% dei voti.
Piazza Affari, brilla Mediobanca con la nascita di Premier
Tra le blue chip di Piazza Affari svetta oggi Mediobanca, spinta dalla nascita ufficiale di Premier, società specializzata nella gestione di grandi patrimoni (fino a 5 milioni di euro), evoluzione di quella che era stata CheBanca!.
Brillano inoltre sul listino Ferrari +1,85% e Saipem, +1,73%, dopo le perdite di ieri.
Generali Assicurazioni +1,31% sale con la promozione di Citi a “buy”.
Tra i titoli degli istituti di credito si mettono in luce le azioni di Mps +0,87% e Unicredit +0,8%, mentre è in modesto ribasso Intesa, -0,26%, nonostante l’ottimismo profuso in Svizzera dall’ad Carlo Messina, che si aspetta grandi utili per la banca anche nel 2024. A livello nazionale il banchiere sostiene che l’Italia necessita di un piano per la riduzione del debito pubblico.
La maglia nera del giorno va ad Amplifon -3,11%, in un settore della sanità che vede in rosso anche Diasorin -0,91%. Arretra l’industria con Interpump -1,949% e Stellantis -1,09%. Per il lusso paga pegno Moncler -1,68%, in un settore scosso dai risultati del quarto trimestre della casa di moda tedesca Hugo Boss (-10,6% a Francoforte).
Sale lo spread, ma scende l’inflazione in Italia e migliora la fiducia degli investitori in Germania
Sul mercato secondario dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund decennali sale a 161 punti base e continuano a salire anche i tassi. Il titolo italiano è al 3,82% e quello tedesco al 2,21%.
Dal fronte macroeconomico però le notizie sono positive.
L’Istat ha reso noto che a dicembre l’indice dei prezzi al consumo nel Belpaese cresce dello 0,2% mese e dello 0,6% annuo (contro 0,7% di novembre), confermando la stima preliminare. In media lo scorso anno i prezzi sono saliti del 5,7%, contro l’8,1% dell’anno precedente.
In Germania intanto a gennaio sale a 15,2 punti, oltre le attese ferme a 12, l’indice Zew che fotografa la fiducia nell’economia egli investitori istituzionali nell’economia.