La via commerciale del Mar Rosso è sempre più a rischio, la guerre non conoscono tregua, i banchieri frenano sui ribassi del costo del denaro, la Germania stima una recessione nel 2023, eppure le borse europee non si scompongono più di tanto, in questo lunedì in cui chiudono in frazionale ribasso, prive di indicazioni da Wall Street, ferma per la festa del Martin Luther King.
Intanto a Davos prende il via il forum economico internazionale, che nei prossimi giorni potrà fornire nuove indicazioni ai mercati e questa sera si saprà se Donald Trump ha prevalso, come sembra, nelle primarie repubblicane del gelido Iowa. Per ora non si registrano sconvolgimenti dopo la vittoria del candidato progressista a Taiwan, mentre sul versante monetario cinese la banca centrale ha deluso, lasciando oggi i tassi invariati.
I costi dell’energia, che potrebbero mettere a rischio la traiettoria dell’inflazione, sono in ribasso. Il gas tocca i minimi da agosto (intorno ai 30 euro al Mwh).
Borsa chiusura 15 gennaio: Europa debole
Piazza Affari perde lo 0,47%, tra gli acquisti sui titoli del risparmio gestito e le vendite su quelli di alcune banche. La situazione non è molto diversa a Parigi -0,72%, Francoforte -0,49%, Londra -0,39%, Amsterdam -0,3%, Madrid -0,16%. Nel settore bancario europeo torna il tormentone di un matrimonio tra Commerzbank (+1,41%) e Deutsche Bank (-0,88%).
Oggi si è svolta la riunione dei ministri finanziari della zona euro, che hanno dovuto fare i conti con il fatto che, probabilmente, la prima economia del blocco, si lascia alle spalle un anno in recessione: secondo i primi calcoli dell’ufficio statistico tedesco infatti il 2023 si è chiuso con un calo dello 0,3%.
Il quadro recessivo potrebbe indurre la Bce ad allargare i cordoni, ma il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, invita a “non sottovalutare” la possibilità che le tensioni nel Mar Rosso abbiano conseguenze sui prezzi dell’energia e quindi sull’inflazione.
Salgono i rendimenti dei titoli di Stato nella zona euro; spread Btp-Bund stabile
I banchieri europei appaiono sempre più prudenti sui tassi e i rendimenti dei titoli di Stato dell’area euro salgono. Il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, ribadisce: l’inflazione è ancora troppo alta e bisogna evitare l’errore di abbassare i tassi di interesse troppo presto. Gli fa eco Robert Holzmann, della banca centrale austriaca, secondo il quale la Bce potrebbe non toccare i tassi nell’arco di tutto l’anno, mentre gli investitori scommettono sul primo taglio già ad aprile.
In questo contesto rimane stabile lo spread Btp-Bund. Lo spread tra i due titoli benchmark a dieci anni chiude a 158 punti base (-0,53%), ma i rendimenti crescono leggermente a +3,78% e +2,2%.
Leggero calo per il petrolio
Il petrolio oggi arretra su prese di profitto, dopo la fiammata della scorsa settimana dovuta alla guerra in Medio Oriente e agli attacchi nel Mar Rosso. Il quadro non sembra in gran miglioramento dopo il raid angloamericano nell’area e oggi una nave commerciale americana sarebbe stata colpita da un missile al largo dello Yemen. Il Brent, marzo 2024, scende dello 0,2% a 78,1 dollari al barile; anche il Wti, marzo 2024, perde lo 0,3%, a 72,56 dollari al barile.
Il gas naturale va giù e ad Amsterdam è intorno ai 30 euro, come non accadeva da agosto scorso.
Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è incolore a 1,094, mentre appare sempre più debole lo yen.
Piazza Affari, stretta tra Banca Mediolanum e Saipem
Sul podio delle migliori blue chip del giorno sale oggi Banca Mediolanum +2,34%, in un settore del risparmio gestito ben comprato: Azimut +0,77%, Banca Generali +0,76%.
La seduta è stata positiva anche per un nutrito gruppo di utility: Snam +0,91%, Italgas +0,94%, Terna +0,54%, Enel +0,25%. A2a però cede l’1,88% dopo che il Comune di Milano ha aperto alla possibilità di ridurre la propria quota di partecipazione nella società. Bene Inwit +1,01% e gli assicurativi, Generali +0,51%, Unipol +0,45%.
In fondo al listino c’è Mps -2,34%, in un settore indebolito dal fatto che gli analisti di Mediobanca hanno peggiorato la valutazione complessiva per il 2024.
Nel settore petrolifero perde terreno Saipem, -2,14%, appesantita dalla notizia che un organo federale brasiliano ha sospeso per due anni la possibilità per il gruppo di sottoscrivere nuovi contratti con l’amministrazione pubblica in Brasile per un provvedimento amministrativo relativo a una commessa del 2011.
Scendono i titoli della sanità, con Recordati -1,9%, Amplifon -1,62% e s’indebolisce l’automotive, Ferrari -1,88, Pirelli -2%, Stellantis -1,56%.
Fuori dal paniere principale sono pesanti i ribassi per Italia Independent -21,43%, EPH -25% e DoValue, -21,15%.