Gli scenari cambiano velocemente in questi giorni sui mercati azionari, come i cieli di fine estate sul Belpaese e la pioggia di notizie caduta nella notte – relativa a una Fed più colomba di quanto ipotizzato fin qui – è stata un buon fertilizzante per i listini europei. Così le borse continentali archiviano oggi un’altra seduta positiva, mentre Wall Street viaggia in rialzo a fine mattinata, preparandosi a chiudere la quarta seduta consecutiva di guadagni per S&P 500 (+0,56%), tanto più che la fiducia dei consumatori Usa sale a settembre.
Piazza Affari si apprezza dello 0,34% ed è la più prudente nel confronto con Francoforte +1,03%, Amsterdam +0,71%, Parigi +0,41% e Londra +0,38%. Si stacca su tutte Madrid +1,19%, sostenuta dai titoli del settore immobiliare, a loro volta resi effervescenti dalla prospettiva di un allenamento monetario.
Sugli altri mercati scende il dollaro, mentre il oro macina record, superando anche i 2583 dollari l’oncia.
Risalgono le probabilità di un taglio di 50 punti da parte della Fed
Ricapitolando: ieri la Bce ha tagliato per la seconda volta i tassi di 25 punti base, una mossa ampiamente prevista cui sono seguiti toni prudenti della presidente Christine Lagarde. La prossima settimana poi sarà la Federal Reserve a decidere che fare e il recente quadro macro aveva fatto prevalere le scommesse su un piccolo taglio anche da parte di Washington.
Un paio di articoli usciti nella notte, su WSJ e FT, ha però cambiato lo scenario e alimentato le probabilità di un taglio da 50 punti base, che ormai se la gioca più o meno alla pari con un taglio da 25 punti base. Il Financial Times in particolare ha sottolineato che, comunque andranno le cose, ci sarà almeno un primo taglio dei tassi dopo più di quattro anni e si arretrerà dal tetto attuale, livello massimo da 23 anni. L’allentamento della stretta arriverà sette settimane prima delle elezioni presidenziali e tagliare mezzo punto percentuale consentirebbe a Jerome Powell di riportare i costi di finanziamento a livelli normali più rapidamente, proteggendo il mercato del lavoro da un’ulteriore debolezza. A dare maggior spessore a questa tesi hanno contribuito poi le parole dell’influente ex funzionario della Fed Bill Dudley, secondo il quale ci sono forti argomenti per scegliere 50 punti.
Oro in rally e petrolio in ripresa con la tempesta Francine
Il dibattito sulla riunione della Fed della prossima settimana non smetterà di “strapazzare” gli investitori che un po’ si fidano degli osservatori e un po’ temono di restare delusi. In ogni caso, nell’attesa, il dollaro perde quota, soprattutto contro lo yen, rispetto al quale cede circa lo 0,9% per un cambio che gravita su 140,5.
L’euro rosicchia qualche piccola posizione e tratta a 1,1088.
A guadagnare è soprattutto l’oro, tonificato da un mix che comprende il calo del biglietto verde, le incertezze geopolitiche, la prospettiva di un taglio dei tassi e un’inflazione in ritirata. Per una ragione o per l’altra il prezioso metallo quest’anno ha già guadagnato circa il 25%. Secondo quanto scrive Reuters poi non sono soltanto gli investitori a fare incetta di lingotti, ma anche le banche centrali di tutto il mondo. Morale: l’attuale istantanea dei prezzi dell’oro spot è di 2577,57 dollari l’oncia, per un progresso dello 0,74%, ma durante la seduta si sono toccate vette più alte. Il future consegna dicembre tratta a 2605,90 dollari l’oncia (+0,98%).
La seduta appare favorevole anche al petrolio, che continua il suo recupero dopo che la tempesta Francine si è abbattuta sugli Stati Uniti meridionali e ha messo fuori gioco qualche piattaforma. I contratti di Wti e Brent guadagnano circa l’1,5%, per prezzi vicini rispettivamente ai 70 dollari e 73 dollari.
Piazza Affari, bene Iveco, nervosa Unicredit
Sul principale listino di Piazza Affari si mette in luce anche oggi Telecom, +2,41%, dopo la promozione di Bofa, che vede possibilità di recupero per il titolo. In cima al listino sale Iveco +2,52%, mentre seguono Stm, +1,92% e Diasorin +1,91% e mette a segno un rimbalzo Amplifon +1,58%. Tra gli energetici è in evidenza Eni +1,14%, scende invece Tenaris -0,7%. Leonardo, +1,07%, da qualche giorno trova spazio nella top ten, con il crescendo di toni sulla guerra in Ucraina e il probabile via libera a Kiev all’uso di strumenti occidentali per colpire la Russia.
Tra i ribassi il tonfo più sonoro è quello di Campari, -5,64%.
Scende inoltre Nexi -2,84%, contagiata dal crollo della concorrente francese Worldline (-14,12% a Parigi) che annunciato il terzo taglio della guidance per l’anno in corso e l’uscita del ceo.
Le banche risultano oggi più defilate rispetto ai giorni scorsi, se non fosse per il calo di Unicredit -0,78%, monitorata dal mercato soprattutto dopo il blitz su Commerzbank (+3,67%). Reuters, citando una fonte anonima del governo tedesco, scrive che alcuni funzionari di Berlino hanno incontrato esponenti della banca italiana. Il governo tedesco, in linea di principio, non sarebbe contrario a questo matrimonio, ma – osserva la fonte – saranno le banche a decidere. Proprio qui sta l’inghippo, poiché “dobbiamo tenere conto della volontà di Commerzbank. Naturalmente c’è una forte ostilità da parte dei dipendenti”.
Oggi tra l’altro la banca centrale russa ha anche lanciato un avvertimento alle divisioni delle banche occidentali rimaste nel paese di non discriminare i loro clienti russi negando loro servizi come il trasferimento di denaro all’estero.
E Unicredit e l’austriaca Raiffeisen sono le principali banche straniere ancora presenti a Mosca nonostante le pressioni delle autorità di regolamentazione occidentali per ritirarsi.
Spread e rendimenti in calo
Il sol dell’avvenire sembra moderatamente favorevole ai titoli di Stato, dopo la mossa della Bce e in attesa che anche la Fed allenti un po’ la cinghia.
Scende anche oggi lo spread e arretrano i rendimenti: il differenziale tra Btp e Bund di durata decennale cala a 133 punti base, con tassi a rispettivamente al 3,44% e 2,11%.