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Borsa 13 settembre: il prezzo del petrolio s’impenna e minaccia più inflazione. Pioggia di T-bond e rendimenti in ascesa

Pixabay

Bernard Looney, il ceo di Bp, che ha lanciato la sfida della svolta verde (niente più CO2 nel 2050) del gruppo petrolifero, se ne va. La notizia cade nel giorno in cui il Brent supera i 92 dollari e l’offerta oil, sotto la pressione dei tagli alla produzione dell’Opec+ si riduce ai minimi del decennio. E’ un pessimo segnale in vista dei vertici delle banche centrali sui tassi. Reuters sostiene che negli uffici della Bce si dà per certo che nel 2024 l’inflazione resterà sopra il 3%. Tanti indizi che portano a pensare che domani la Bce possa alzare ancora i tassi. Negli Usa i riflettori sono puntati sul dato dell’inflazione che verrà annunciato nel pomeriggio: si prevede un ulteriore calo al 4,3% (da 4,7%), ma cresce la preoccupazione sull’impennata dell’energia. Insomma, un avvio all’insegna della cautela è nell’ordine delle cose.

Partenza frenata. Eni e Saipem salvano Piazza Affari

• Le borse dell’Europa aprono in ribasso: i future EuroStoxx50 segnalano -0,5%.
• Ieri a Milano l’indice FTSEMIB, salito dello 0,2%, a 28.584 punti, ha tenuto bene grazie ai titoli energetici. Eni ha toccato i massimi da 4 anni, Saipem i massimi da 13 mesi. In evidnza anche Stellantis che ha dato il via agli acquisti della terza tranche di buy back (500 milioni entro l11 dicembre).

Bce, gli operatori scommettono sul rialzo

• Alla vigilia del meeting della Bce, i mercati monetari hanno rafforzato al 50% le aspettative per un rialzo dei tassi di 25 punti base.
• In Eurozona: Bund tedesco a 2,64%. Btp decennale a 4,39%.
• Germania. L’indice ZEW sulle condizioni prospettiche dell’economia tedesca è migliorato a settembre, registrando un aumento dell’indice del sentiment economico a -11,4 punti da -12,3 punti di agosto. L’indice sale per il secondo mese consecutivo ma resta sotto la media storica. Oggi è in agenda la produzione industriale della zona euro.

Nasdaq in frenata, oggi il dato sull’inflazione

• A Wall Street i due indici principali, Nasdaq e S&P500, hanno perso praticamente quanto avevano guadagnato nella prima seduta della settimana a conferma della profonda incertezza sull’evoluzione dello scenario. Gli investitori si chiedono se davvero l’inflazione continuerà a correre, o quantomeno a non frenare come previsto, e se davvero con questi livelli di costo del denaro l’economia americana continuerà a crescere a ritmo sostenuto.

Apple -1,7% alza i prezzi, tonfo di Oracle

• Nel giorno della presentazione dei nuovi prodotti Apple ha chiuso in ribasso dell’1,7%. La novità più interessante dell’iPhone 15 in titanio, oltre all’aumento del prezzo (poco sotto i 1.200 dollari) è la porta Usb per la ricarica.
• Intanto, ha fatto un certo scalpore il -13,50% di Oracle, arrivato perché la società ha annunciato che la sua divisione cloud è cresciuta nel trimestre “soltanto” del +30% dal +54% del trimestre precedente. Il giorno prima Oracle aveva toccato il suo record storico e nonostante la caduta conserva un guadagno nel 2023 intorno al +34%.

Il T-bond a 2 anni rende piu’ del 5%

• Alta tensione sul fronte dei T-bond a fronte dell’enorme mole di emissioni sul primario. Treasury decennale a 4,29%. Biennale a 5,02%. I 35 miliardi di Treasury Note a dieci anni collocati ieri dal Tesoro, sono stati emessi al 4,829% di rendimento, il livello più alto dal 2007. La quota di sottoscrittori indiretti è scesa al 66,3%. Oggi è in agenda l’asta dei Treasury a 30 anni da 20 miliardi di dollari
• I dati sull’inflazione di agosto verranno annunciati alle 14:30.
• ll dollaro prosegue nella fase di assestamento, sui massimi da tre mesi contro euro e sui massimi da sei mesi contro un paniere di sei principali valute mondiali. Anche in questo caso, l’attenzione è centrata sull’inflazione Usa. Le otto settimane di rialzo consecutivo hanno evidenziato che il mercato si è ormai convinto che la FED, se anche non toccherà i tassi nella riunione del 20 settembre, li lascerà su livelli molto alti per parecchio tempo più del previsto.

Asia debole, buone nuove sul mattone cinese

• Quasi tutte le principali borse dell’Asia Pacifico scendono sulla scia di Wall Street. Forse pesa anche la notizia che la Corea del Nord ha sparato due missili nelle sue acque territoriali.
Nikkei di Tokyo +0,1%, da -0,7% di partenza.
• Hang Seng di Hong Kong -0,1%. Hang Seng Tech -0,5%, si avvia a chiudere la sesta seduta consecutiva di ribasso. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,9%.
• Rimbalzano le società dell’immobiliare cinese sulle aspettative di una ripartenza delle vendite di abitazioni. Aiuta anche l’accordo raggiunto tra Country Garden ed i suoi creditori. Logan Group +9%.
• Kospi di Seul -0,1%. BSE Sensex di Mumbai -0,2%: in India la produzione industriale è salita in luglio del 5,7%, meglio delle attese. L’inflazione di agosto è stata 6,83%, meno del 7,1% stimato dagli economisti.

Libia allo sbando, il brent corre

Petrolio a 92,10 dollari nella versione Brent, oltre quota 89 il Wti. Contano le preoccupazioni sull’offerta di un produttore importante come la Libia che ha chiuso quattro dei suoi terminali di esportazione di petrolio a ovest a causa della tragica tempesta che ha colpito molte aree del paese. L’Opec, intanto, ha mantenuto le sue previsioni di una robusta crescita della domanda globale di petrolio nel 2023 e nel 2024. Il Gas Naturale europeo ha perso il 3,2% a 34,70 euro/mwh.

Intesa SP in Egitto. Un convertibile per Maire Tecnimont

A Piazza Affari in evidenza le banche dopo le aspre critiche che il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini ha lanciato in Parlamento contro il decreto sugli extraprofitti. L’Abi ha chiesto che la tassa straordinaria sulle banche introdotta a inizio agosto dal governo sia deducibile da Ires e Irap.
Intesa Sanpaolo sta discutendo con il governo egiziano l’eventuale acquisto di un’ulteriore quota del 20% nella banca locale AlexBank di cui già l’80% di AlexBank.
Mediobanca. Il socio Delfin ha detto no alla proposta di mediazione arrivata dai vertici della società. Resta il dissidio sul nome del presidente. Il Corriere della Sera riporta che si fa strada l’ipotesi di una lista alternativa a quella del cda.
Eni. Algeria, Egitto e Libia saranno i principali fornitori di gas naturale per l’Italia nei prossimi anni. Lo ha detto Guido Brusco, direttore generale natural resources di Eni, a Reuters.
Maire Tecnimont ha approvato l’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile Senior Unsecured Sustainability-Linked ̧ a tasso fisso, unrated per un controvalore compreso tra un minimo di 120 milioni e un massimo di 200 milioni. Il prestito obbligazionario avrà un tasso di interesse fisso minimo del 6% e una durata di 5 anni.
Saes Getters. Le autorità degli Stati Uniti hanno detto sì alla vendita del business del Nitinol.

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