Tornano in rosso le Borse europee all’indomani della Federal Reserve e della proposta della Commissione Ue di imporre dazi aggiuntivi fino al 38% sulle auto importate nel vecchio continente. Piazza Affari è la peggiore e cede oltre un punto percentuale, portandosi sotto la quota psicologica dei 34mila punti, mentre lo spread torna a salire e si attesta a 141 punti base.
Fed: cosa ha detto Jerome Powell
La Federal Reserve ha ridotto le previsioni a un solo taglio dei tassi d’interesse quest’anno, contro i tre previsti a marzo. La corsa dei prezzi al consumo è infatti rallentata ma l’obiettivo del 2% resta lontano, tanto che la banca centrale ha rivisto al rialzo la stima sull’inflazione del 2024 al 2,6% dal precedente 2,4%. “L’inflazione è rallentata in modo sostanziale ma resta troppo elevata”, ha detto Jerome Powell al termine della due giorni di riunione del Fomc, durante la quale la banca centrale ha deciso di lasciare i tassi invariati.
In maggio i prezzi al consumo sono saliti del 3,3%, meno del 3,4% di aprile e sotto le attese degli analisti. La crescita americana resta solida, con l’immigrazione che continua a essere un fattore nell’aumento della forza lavoro. Il Pil dovrebbe segnare quest’anno un progresso del 2,1% con un tasso di disoccupazione al 4%, secondo le stime della Fed che confermano le precedenti previsioni. “Se il mercato del lavoro dovesse indebolirsi, la Fed è pronta a intervenire”, ha aggiunto Powell osservando come l’attesa di un solo taglio “non è un piano” e può essere rivista.
Nonostante le proiezioni Fed, i mercati continuano a prevedere quasi due tagli dei tassi da 25 punti base quest’anno.
I dazi Ue sull’auto pesano sulle Borse, crollano i titoli del comparto
A pesare sulle Borse europee è soprattutto l’automotive, dopo la decisione Ue di aumentare i dazi sui veicoli importati nell’Unione. Ieri la Commissione europea ha fatto fatto sapere di avere trovato sufficienti elementi per dimostrare la competizione sleale derivante dai sussidi statali e, quindi, ha deciso di imporre diversi livelli di tariffe, da sommarsi all’attuale dazio del 10% previsto dall’Ue, in base al livello di sussidi identificato, dal 17% da applicare a Byd, al 20% per Geely, al 38% per Saic.
Oltre alle tre aziende esplicitamente citate, anche alle altre società che esportano veicoli in Europa dalla Cina sarà applicato un dazio addizionale pari in media al 21% per i produttori che hanno collaborato con Bruxelles, o del 38% per quelli che hanno rifiutato (a Tesla, secondo i rumors, dovrebbe essere applicato il 20% addizionale). I dazi entreranno in vigore dal 4 luglio.
L’aumento delle tariffe, però, secondo gli analisti potrebbe pesare anche sui produttori auto europei, con i titoli delle comparto che oggi cadono in Borsa. Secondo gli analisti di Intermonte, infatti, “i produttori europei sarebbero colpiti dai dazi anche sulla produzione che realizzano in Cina ed esportano in Europa: non vi è una loro esplicita menzione nel comunicato, quindi è possibile siano inclusi nel paniere delle aziende a cui verrebbe imposto un dazio del 38%” La notizia, “è più negativa per i produttori tedeschi data la loro maggiore esposizione”, concludono.
In questo contesto, a Francoforte crolla Volkswagen (-4,58%). Male anche Porsche (-4%) e Bmw (-1,97%). A Parigi Renault perde il 2,9%, mentre a Milano Iveco cede il 4%, Pirelli il 2,19%, Ferrari il 2,13%. Vendite anche su Stellantis (-2,45%) nonostante la conferma dei target al 2024 e il miglioramento della politica dei dividendi annunciati nel corso dell’Investor Day. Il titolo paga anche alcune delle indicazioni diffuse dalla società a cavallo dell’avvio degli scambi. In particolare, Stellantis per il primo semestre attende un margine Aoi (adjusted operating income) del 10%-11%, coerente con le previsioni degli analisti per il 10,5%, con free cash flow industriale “significativamente inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Attraversando l’oceano, nell’automotive è da mettere in luce il boom di Tesla nel pre-market statunitense, con il titolo che sale del 5,35% dopo che Elon Musk ha fatto sapere che l’assemblea degli azionisti ha approvato il suo maxi stipendio da 56 miliardi di dollari e il trasferimento della registrazione di Tesla dal Delaware al Texas. I risultati ufficiali delle votazioni non sono ancora stati resi pubblici.
Borsa 13 giugno: l’Europa torna in rosso
Mentre sullo sfondo restano le preoccupazioni sulla stabilità continentale in virtù degli esiti delle elezioni europee, la Fed e soprattutto le auto zavorrano le Borse, con lo Stoxx 600 che cede lo 0,86% dopo aver chiuso in rialzo di circa l’1% nella seduta precedente.
Piazza Affari è la peggiore e a metà giornata segna -1,27% a 33.920 punti. Pesanti anche Parigi (-1,23%), alle prese con l’incertezza politica, e Francoforte (-1,17%). Madrid perde lo 0,94%, mentre Amsterdam limita i danni a -0,3%. Fuori dalla Ue Londra cede mezzo punto percentuale.
Sull’azionario è da segnalare anche il crollo di Wise (-16,66%) dopo che la società britannica di trasferimento di denaro ha previsto una crescita del 15%-20% dei ricavi sottostanti quest’anno, un rallentamento rispetto al 31% registrato a fine marzo. Lufthansa perde invece il 4,18% in seguito alla decisione di JP Morgan di porre la compagnia di bandiera tedesca sotto osservazione come catalizzatore negativo. BT guadagna il 2,9% dopo che il magnate messicano Carlos Slim ha acquisito una partecipazione del 3,16% nel maggiore operatore britannico di banda larga e telefonia mobile.
Borsa 13 giugno: a Milano bene Tim e utility
Sull’azionario italiano sono solo quattro i titoli in rialzo: Erg (+0,87%), Diasorin (+0,5%), Hera (+0,12%). In positivo anche Telecom Italia (+0,3%) dopo che Moody’s ha migliorato i rating a lungo termine sulla telco.
Sul fronte opposto, alle forti vendite del comparto auto si aggiungono le prese di beneficio su Saipem, che dopo l’exploit di mercoledì dovuto al collocamento del 10% del capitale detenuto da Eni, cede il 2,43%. Negative anche Interpump (-2,33%) e Stmicroelectronics (-2,12%).
Occhi anche sull’Ipo di Golden Goose, la più grande sul mercato italiano da almeno un anno. Secondo i bookrunner, l’offerta risulta già interamente coperta e la domanda supera l’ammontare complessivo all’interno della forchetta di prezzo. Golden Goose, che produce sneaker di lusso, debutterà a Piazza Affari il 21 giugno con un range di prezzo compreso fra 9,5 e 10,5 euro, pari a una capitalizzazione di mercato fra 1,7 e 1,86 miliardi di euro.Il periodo di offerta delle azioni, partito oggi, si concluderà il 18 giugno. Il giorno dopo sarà reso noto il prezzo definitivo.
Aumentano i rendimenti della zona euro
Aumentano i rendimento dei titoli di stato della zona euro, con il tasso di riferimento del Bund tedesco a 10 anni al 2,55%. Su anche gli Oat a 10 anni francesi, con il rendimento al 3,17% e i Bonos 10 spagnoli, con il tasso al 3,39%. Segue la stessa traiettoria anche il Btp decennale benchmark, il cui rendimento a metà giornata si attesta al 3,97% dal 3,92% della vigilia.
In questo contesto lo spread tra Btp e bund sale a 141 punti base dai 139 di mercoledì. Sul primario, intanto, rendimenti in rialzo per i BTp offerti in asta dal Tesoro. Nel dettaglio è stata collocata la prima tranche del BTp triennale scadenza 15/07/2027 per un ammontare pari a 4 miliardi a fronte di richieste per 5,731 miliardi. Il rapporto tra domanda e offerta è stato di 1,43, mentre il rendimento lordo, in aumento di 15 centesimi sull’asta precedente, si è attestato al 3,47%. Emessa anche la terza tranche del BTp settennale scadenza 15/07/2031. Il titolo è stato collocato per 2,5 miliardi a fronte di una domanda pari a 3,563 miliardi, con un rapporto tra domanda e offerta dell’1,43. Il rendimento è aumentato di 20 centesimi sull’asta del mese scorso fermandosi al 3,72%. Il Tesoro ha emesso anche la quarta tranche del BTp a 15 anni scadenza 01/10/2039 per 1,25 miliardi. La domanda è stata pari a 2,049 miliardi. Il rendimento si è attestato al 4,27% (+12 centesimi). Infine il Tesoro ha collocato anche la 14ma tranche del BTp a 30 anni scadenza 01/09/2049 per 1,25 miliardi. La domanda si è attestata a 2,015 miliardi mentre il rendimento è stato pari a 4,39%. La data di regolamento delle emissioni cade sul prossimo 17 giugno.
Euro/dollaro e petrolio
Dopo la Fed il dollaro si mantiene a quota 1,08 sull’euro. “I mercati vedono un indebolimento del dollaro, con fluttuazioni intermedie”, spiega Imre Speizer, strategist di Westpac a Auckland. “Questo è (soprattutto) dovuto ai tagli dei tassi Fed ancora prezzati per quest’anno”.
Tra le materie prime, dopo tre giorni di acquisti, le prese di profitto colpiscono il petrolio, con il brent intorno agli 82 dollari al barile (-0,7%) e il Wti sotto i 78 dollari.