Le borse europee chiudono positive oggi, anche se lontane dal balzo di Tokyo (+3,45%) ferma ieri per festività e dall’andamento sostenuto di Wall Street, dopo la pubblicazione di prezzi alla produzione di luglio, inferiori alle stime. A frenare gli entusiasmi nel Vecchio Continente ha contribuito il crollo della fiducia degli investitori tedeschi con il dato sceso, questo mese, a 19,2 punti da 41,8 di luglio, in un contesto geopolitico sempre più allarmante. Il FT sostiene che le forze ucraine cercano di consolidare le loro posizioni nel territorio russo appena conquistato e pubblica i siti europei nel mirino di Putin nel caso di un allargamento del conflitto alla Nato. In Medio Oriente il Times of Israel scrive che l’Iran non attaccherà se dai colloqui scaturirà una tregua, ma l’ala militare di Hamas dichiara ufficialmente di aver lanciato i due razzi “M90” contro Tel Aviv, anche se non sono segnalate vittime.
Così Piazza Affari guadagna lo 0,25%, dopo vari alti e bassi, tra volumi scarsi in prossimità della festa di ferragosto e banche poco mosse, mentre chiude in maglia nera Telecom Italia -1,45%, che in apertura aveva toccato un rialzo dell’1,5%, dopo la vendita al fondo Ardian della quota residua del 10% detenuta in Daphne 3, holding che possiede il 29,9% di Inwit (+0,39%).
I guadagni sono poco più convinti a Londra +0,3%, Parigi +0,35%, Amsterdam +0,37%, Francoforte +0,54%. La migliore è Madrid +0,73%.
Wall Street tonica con rallentamento prezzi alla produzione
Oltreoceano si va rafforzando la buona intonazione di Wall Street, dove il Nasdaq guida in guadagni con un progresso dell’1,8%. Tra le mega cap corre Nvidia +5,3% dopo il rally della vigilia e il Philadelphia SE Semiconductor Index sale del 2%, toccando un massimo di quasi due settimane. Tra gli altri titoli brilla Starbucks (+22%) che ha chiamato Brian Niccol da Chipotle alla guida del gruppo.
A quanto pare il mercato americano ha accolto positivamente il rallentamento dei prezzi alla produzione nel mese di luglio: l’indice è salito dello 0,1% su base mensile mentre la componente core è cresciuta dello 0,2%, contro attese per un rialzo dello 0,2% per entrambe. L’attenzione si sposta ora sui prezzi al consumo, in uscita domani e sulle vendite al dettaglio, che saranno rese note giovedì. La lettura servirà a capire in che misura l’inflazione stia frenando e contestualmente quale sia lo stato di salute dell’economia a stelle strisce. Sulle azioni della Fed gli osservatori restano divisi praticamente a metà, tra chi ritiene che la banca centrale taglierà i tassi di 25 punti base a settembre e chi stima invece un taglio di 50 punti base.
In questo contesto salgono i prezzi dei T-Bond e scendono i rendimenti.
In Europa, in ambito macroeconomico, ha stupito positivamente il calo della disoccupazione nel Regno Unito nel periodo aprile-giugno: -0,1%, per un tasso del 4,2% (contro attese del 4,5%).
Dollaro in calo, frenano le materie prime
L’andamento dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti pesa sul dollaro che perde terreno contro le principali valute.
Si rafforza anche l’euro, nonostante il deludente indice Zew tedesco. Il cross al momento è a 1,0955.
Corre ancora più la sterlina, per un cambio contro il biglietto verde di 1,2825.
Più timidi i progressi dello yen, che vede il cambio intorno a 147.
La giornata è poco favorevole alle materie prime. L’oro frena, mentre il petrolio è in calo, con i future di Brent e Wti che cedono circa l’1,3%.
Piazza Affari, riconquista 32 mila punti: bene Nexi e utility
Con il piccolo passo odierno Piazza Affari riconquista i 32 mila punti base, grazie agli acquisti su Nexi +2,43% e utility.
In particolare sul listino principale si mettono in luce Hera +1,4%, Enel +1,04%, Terna +1,03%.
Tra le migliori blue chip del giorno anche Cucinelli +1,45%, che agguanta un rimbalzo dopo le recenti perdite.
Prysmian si apprezza dell’1,29%, spinta dalla vittoria nella causa contro Sterlite per violazione dei segreti commerciali e dopo aver ottenuto da un tribunale della Carolina del Sud un risarcimento di 96,5 milioni di dollari.
Il lato vendite del Ftse Mib è guidato da Telecom, seguita da Bper, -1,24%, in un settore bancario poco mosso dopo i recenti guadagni. Mps arretra dello 0,43%.
Scendono Interpump -1,01% e Finecobank -1,04%. Nella lista dei maggiori ribassi anche Stellantis -0,73%, su cui Rbc ha abbassato il target di prezzo da 24 a 18 euro. Sono deboli i titoli oil.
Spread e rendimenti in calo
Le minori pressioni inflazionistiche negli Usa favoriscono gli acquisti anche sui titoli di Stato europei, che vedono rendimenti in ribasso.
Il Btp decennale è indicato in chiusura al 3,57%, per uno spread con l’omologo tedesco in calo a 142 punti base.