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Borsa 12 ottobre: i venti di guerra per ora non fermano i mercati. Petrolio e gas giù, occhio all’inflazione Usa e alla Cina

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La diplomazia cerca una strada per evitare il peggio. Il Toro prova a crederci. Si allunga così la striscia positiva delle piazze azionarie sostenute dalla frenata del petrolio dopo le rassicurazioni dell’Arabia Saudita. Dà una mano la Cina: il governo ha messo le mani al portafoglio per dotare le grandi banche dei capitali necessari per un intervento massiccio sui listini. Sotto i riflettori, come al solito, l’atteggiamento delle banche centrali. I verbali della Fed, a prima vista, non fanno che ripetere la linea del rigore anticipando possibili nuovi rialzi. Ma, curiosamente, Wall Street dopo la pubblicazione ha preso la via del rialzo perché, per la prima volta, i banchieri hanno sottolineato la necessità di evitare interventi troppo drastici. Qualcosa in più si capirà oggi alle 14.30 (ora italiana) quando usciranno i dati sui prezzi al consumo. Per ora, registriamo il quarto rialzo consecutivo del Toro. Mica male, visti i tempi di guerra.

Le borse dell’Europa aprono in rialzo, all’incirca di mezzo punto percentuale. Ieri il Ftse Mib di Milano ha guadagnato lo 0,36% consolidando l’ottimo +2,3% del giorno prima, grazie alla spinta delle banche che ha compensato la discesa del lusso.

Ozempic funziona anche per il fegato

Continua la corsa di Novo Nordisk, la società pharma danese schizzata ai vertici della classifica per capitalizzazione di Borsa dopo il successo dell’Ozempic, il farmaco antiobesità. Gli ultimi studi dimostrano che l’Ozempic funziona anche per i malati di fegato, al punto da mandare in crisi le società che si occupano di dialisi.

Questa mattina sono previsti diversi interventi di membri del board della Bce e nel primo pomeriggio escono i verbali della riunione della riunione di settembre.

L’olandese Klaas Knot ritiene che, complici gli aumenti dei tassi reali, la Bce potrebbe restare ferma fino a metà 2024.

La Bce: “Lo spread è un problema italiano, il Pepp non c’entra”

La Banca centrale europea dovrebbe discutere oggi di modifiche al programma di acquisto di obbligazioni. Secondo il lettone Martin Kasaks il recente aumento dei costi di prestito, anche per l’Italia, non è preoccupante: l’aumento dello spread è solo un riflesso dell’aumento del deficit di bilancio dell’Italia e questo non dovrebbe impedire a Francoforte di discutere una fine anticipata dei suoi reinvestimenti nel Programma di acquisto di emergenza pandemico (Pepp) da 1.700 miliardi di euro.

Il mercato obbligazionario ha esteso i bei guadagni di inizio settimana. Il Bund decennale scende a 2,71% da 2,77%, Btp decennale a 4,65% da 4,71%. Spread a 194, dopo aver toccato un picco di 205 punti base lunedì mattina. I tassi a 10 anni sono scesi di oltre 35 pb dai massimi segnati ai primi di ottobre.

Poker di rialzi a Wall Street, salgono i future

Wall Street ha fatto poker chiudendo la quarta seduta positiva di seguito, rinfrancata dalle novità emerse dalle minute. S&P500 +0,4% a 4.376 punti, Nasdaq +0,7% a 13.659 punti. Sono salite soprattutto le società a maggiore capitalizzazione del Nasdaq 100, tra cui Nvidia +2,2% e Adobe +3%

I future segnalano un avvio positivo per la seduta di oggi. Sotto i riflettori i prezzi al consumo di settembre. Il consensus converge su un tendenziale in marginale rallentamento a +3,6% da +3,7%, con la componente core in rallentamento a +4,1% da +4,3%.

Esordio amaro per Birkenstock

Esordio amaro per Birkenstock: -12,6% a 40,2 dollari nel giorno dell’esordio sul mercato azionario Usa.

Euro/dollaro a 1,063. Dollaro al terzo flebile ribasso. Reazioni contenute ai dati sui prezzi alla produzione, che hanno evidenziato un’ulteriore moderazione dell’inflazione sottostante a settembre, e ai verbali della Fed, che lasciano aperta la porta a un altro rialzo.

Il rendimento del Treasury decennale è sceso a 4,57% da 4,63% di ieri. Treasury biennale a 4,98%

La Cina in campo per aiutare la Borsa

Il fondo sovrano cinese è tornato dopo sette anni a comprare azioni delle banche, un intervento che alimenta l’aspettativa di un supporto statale crescente al mercato azionario, giunto ormai al sesto giorno di rialzo.

Sull’onda di questa novità sale l’Hang Seng di Hong Kong +1,9%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1%.

Indice Kospi di Seul +0,9%. Nikkei di Tokyo +1,2%. In Giappone i prezzi alla produzione hanno registrato in settembre una crescita del +2%, in frenata dal +3,3% di agosto: il consensus era +2,4%. L’incremento del mese scorso è il più debole dal marzo del 2021.

Sulla parità il Bse Sensex di Mumbai. Oggi alle 14 escono i dati sull’inflazione indiana. Il consensus Reuters è per un aumento del +5,5% su base annua, dal +6,83% di agosto.

Petrolio in frenata, l’Arabia in campo

Petrolio in calo: Brent a 85,60 dollari, Wti a 83,20. Il principale produttore dell’Opec, l’Arabia Saudita, si è impegnato a contribuire a stabilizzare il mercato se necessario e ciò ha provocato le vendite. A questa notizia se n’è aggiunta un’altra dello stesso tenore. L’API, American Petroleum Institute, ha anticipato che le scorte di petrolio greggio statunitense potrebbero essere aumentate di quasi 13 milioni di barili la scorsa settimana in quello che potrebbe essere il maggior incremento da febbraio.

Intanto Exxon -4,1% ha concluso l’acquisto di Pioneer, il maggior operatore di shale oil.

Gas in calo, ma il gasdotto finlandese sarà fermo fino ad aprile

Il gas naturale Ue (Amsterdam) ha chiuso in ribasso del -7% a 46 euro/mwh, in un clima che resta molto volatile. Il gasdotto Balticconnector, danneggiato tra la Finlandia e l’Estonia, non sarà rimesso in servizio prima dell’aprile 2024, ha annunciato l’operatore finlandese del sistema di trasporto del gas Gasgrid. il governo finlandese parla di “attività esterne” e i sospetti si concentrano su un possibile sabotaggio da parte della Russia. L’esplosione al Balticconnector è avvenuta a un anno di distanza dall’incidente al Nord Stream 1 e 2 nel Baltico il 26 settembre del 2022 e per le quale non è stata ancora accertata la responsabilità.

Stellantis, sale lo scontro a Detroit. Mps, tutti assolti

Eni. Bnp Paribas alza il target price da 14 a 15,5 euro.

Poste italiane.Il Tesoro potrebbe mettere sul mercato una parte della sua quota, pari al 29%, ne parla stamattina IlSole24Ore. La vendita sarebbe prevista dal piano di dismissioni al quale sta lavorando il ministro Giancarlo Giorgetti.

Stellantis. Altri 8.700 operai hanno deciso di incrociare le braccia, secondo il sindacato United Automobile Workers (Uaw). I dipendenti dello stabilimento della Ford Kentucky Truck Plant di Louisville si sono uniti ad altri 25.000 membri dello Uaw in sciopero da un mese contro le ‘three big’ General Motors, Ford e Stellantis. I lavoratori dello stabilimento del Kentucky producono camioncini Ford Super Duty, Ford Expeditions e Lincoln Navigators.

Banca Mps. La Corte di Cassazione ha confermato le assoluzioni di tutti gli imputati del processo legato alle operazioni sui derivati Alexandria e Santorini realizzate da Banca Mps, compresi gli ex vertici dell’istituto, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Il titolo ha chiuso in rialzo del 5,69% a 2,59 euro.

Mediobanca. Il proxy adviser ISS ha invitato gli azionisti a votare la lista di candidati proposta dal board in scadenza per il rinnovo del consiglio.

Snam. Il Cda ha rinnovato il piano di emissione di bond, avviato nel 2012, confermandone il controvalore massimo complessivo di 13 miliardi di euro. Il Consiglio ha anche deliberato il rinnovo del programma di Euro commercial paper, avviato nel 2018, e l’emissione di uno o più Ecp entro il termine di 3 anni dalla data odierna, per un controvalore massimo del programma di 3,5 miliardi.

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