In attesa dei dati sull’inflazione Usa di oggi e delle decisioni delle banche centrali a partire dalla Fed i mercati si muovono, con prudenza, al rialzo. Il copione, salvo sorprese, è già scritto: tassi per ora invariati, primo ribasso a marzo salvo nuove tensioni nel mercato del lavoro. Intanto il Toro scalpita ritoccando seppur di poco i massimi dell’anno. Ma a dare una misura della voglia di rialzo è il risveglio dei private: un consorzio di investitori composto da Arkhouse Management e Brigade Capital Management. I due soggetti si sono fatti avanti per acquistare Macy’s con una proposta di 21 dollari ad azione, un premio del 21% nonostante il calo delle vendite. Poco conta, per ora, un quadro geopolitico contrastato: la conferenza Cop 28 si avvia alla conclusione con una possibile intesa al ribasso sull’energia fossile, frutto del tacito accordo tra gli sceicchi e le majors occidentali.
Milano apre in lieve rialzo
Le borse hanno aperto in lieve rialzo. L’Europa continua a spingere, seppure con minor vigore. Lunedì, l’indice Eurostoxx 50 (+0,4%, 4.540) ha toccato i massimi da agosto 2007, il Dax (+0,2%, 16.794) ha aggiornato il suo record storico,
Piazza Affari dopo i primi scambi guadagna lo 0,4% e ritocca marginalmente i top dal 2008. La rottura confermata a fine settimana di area 30mila ha aperto la strada ad allunghi fino a 34mila punti.
Lunedì a dare tono al listino ha contribuito Monte Paschi +3% dopo l’assoluzione degli ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo che ha liberato alcune centinaia di milioni di euro di accantonamenti. FinecoBank +5,7% nel giorno della pubblicazione dei dati sulla raccolta di novembre. Oggi riflettori concentrati sul piano industriale di Banco Bpm.
Seduta di consolidamento, senza spunti particolari per le obbligazioni in attesa degli appuntamenti con inflazione USA, FED e BCE. Si riparte da: Treasury USA decennale a 4,21%, Treasury biennale a 4,70%, Bund decennale tedesco a 2,27%. BTP decennale a 4,05%. Spread a 178.
Si potrebbe iniziare a discutere la fine dei reinvestimenti della Pepp nella riunione giovedì. Secondo Frederik Ducrozet, responsabile della ricerca macro di Pictet Wealth Management, se la Bce interrompesse i reinvestimenti a giugno, l’Italia perderebbe circa 15 miliardi di euro di liquidità – rispetto agli oltre 350 miliardi di debito che venderà l’anno prossimo – una cifra relativamente piccola che non dovrebbe ingenerare volatilità sul mercato.
I mercati monetari prezzano al 60% la probabilità che la BCE inizi a ridurre i tassi da marzo, con un taglio complessivo di 135 punti base nel corso del prossimo anno.
A Wall Street corrono i chip
Nella seduta di ieri, a Wall Street, il Nasdaq è cresciuto del +0,2% portandosi a 14.432 punti, S&P500 +0,40% a 4.622 punti, nuovi massimi di periodo, a ridosso di soglie discriminanti di estrema valenza, 14.500 e 4.600 punti, che dovrebbero teoricamente avviare una fase di fisiologico assestamento.
Si sono messi in luce i produttori di chip. Broadcom +9%. Advanced Micro Devices +4%. L’indice Sox dove si trovano i grandi nomi dell’industria dei semiconduttori ha chiuso in rialzo del +3,5% sui massimi da gennaio 2022.
I mercati oggi sono concentrati sui dati dell’inflazione (CPI) Usa previsti alle 14:30. Si prevede che i dati mostrino una leggera flessione a novembre (+3,1% vs +3,2%), comunque sia resterà ben al di sopra dell’obiettivo del +2% fissato dalla Fed. Dopo i dati sull’inflazione, mercoledì la Fed deciderà sui tassi di interesse per l’ultima volta NA prevede che la Fed manterrà i tassi invariati, ma qualsiasi segnale proveniente dalla banca centrale sul percorso dei tassi di interesse nel 2024 sarà attentamente osservato.
Nel frattempo, le aspettative di inflazione a breve termine dei consumatori sono scese a novembre al livello più basso da aprile 2021, lo ha comunicato la Federal Reserve Bank di New York. Le attese mediane su base annua sono scese per il secondo mese consecutivo, al 3,4%, dal 3,6% di ottobre. Le aspettative per l’inflazione a tre e cinque anni sono rimaste ferme al 3,4% e al 3,6% di ottobre. La Fed di New York spiega che la diminuzione riflette un cambio di aspettativa sui prezzi della benzina, dell’affitto e dell’istruzione universitaria: le tre componenti sono arrivate ai minimi da gennaio 2020.
Lo Yen mette la retromarcia
Le borse dell’Asia Pacifico sono quasi tutte in rialzo questa mattina, sulla scia di Wall Street.
Primeggia l’indice Hang Seng +0,7% nonostante il sorpasso dell’India. Invariato il CSI 300. Poco mosso lo yuan, sceso ieri sui minimi delle ultime tre settimane. Il Presidente Xi Jinping ha aperto ieri la Conferenza Centrale sull’Economia e il Lavoro, appuntamento annuale nel quale vengono discussi dai vertici dello Stato i piani di crescita per l’anno seguente, a darne notizia stanotte è stata per prima Reuters. Gli esiti della riunione potrebbero arrivare sui media nel corso della giornata.
In lieve rialzo la borsa del Giappone, indice Nikkei +0,2%. Ha messo la marcia indietro lo yen, apprezzatosi per due sedute consecutive a seguito delle indiscrezioni su un possibile cambio di politica monetaria. Il cross si porta a 145,4 da 146,2 della chiusura.
Un missile turba il petrolio
Brent a 76,5 dollari. Stamattina potrebbero pesare le tensioni geopolitiche: un missile da crociera antinave lanciato dallo Yemen, controllato dagli Houthi, ha colpito una nave cisterna commerciale, provocando un incendio e danni ma nessuna vittima, ha detto l’esercito americano in una nota.
Il prezzo dell’oro scivola a 1985 dollari sui minimi da tre settimane prima dei dati chiave sull’inflazione statunitense e della decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve. Un dicembre movimentato finora: prima l’oro si è spinto sui massimi storici a 2.135 usd poiché i mercati hanno scommesso che la Fed avrebbe tagliato i tassi di interesse entro marzo 2024; poi si è sgonfiato quando i segnali di resilienza nell’economia Usa hanno portato i mercati a ridurre questa scommessa.
Bpm, sei miliardi di utili entro il 2026
Banco Bpm punta a generare sei miliardi di euro di utile nel corso del periodo 2023-2026, quattro saranno destinati alla remunerazione dei soci. L’ultimo anno del piano dovrebbe chiudersi con un utile netto si 1,5 miliardi di euro. Il monte dividendo del 2024 è circa 1,3 miliardi di euro. L’ammontare del programma di riacquisto titoli verrà deciso anno per anno. La società prevede di distribuire il 50% dell’attuale capitalizzazione nel corso del piano.
Fastweb, azionista con il 4,5% di Fibercomp assieme a Tim e Kkr, sta valutando se mantenere una partecipazione nella Netco scorporata di Tim, ha detto in una intervista al Sole24 Ore l’AD della società, Walter Renna. “Stiamo valutando e discutendo con Kkr… Se ci sarà la possibilità di continuare a lavorare in questo modo, con una nostra presenza nel board, rimarremo all’interno del progetto”, ha detto il manager.