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Borsa 11 dicembre: settimana di suspense per i verdetti di Fed, Bce e BoE sui tassi. Crolla il Bitcoin, stop alla corsa dell’oro

Solo in Svizzera sono attese vere novità sui tassi mentre Powell e Lagarde dovrebbero confermare l’attuale politica monetaria – Il nuovo Patto di stabilità tiene in ansia la Ue

Borsa 11 dicembre: settimana di suspense per i verdetti di Fed, Bce e BoE sui tassi. Crolla il Bitcoin, stop alla corsa dell’oro

Il calendario propone un finale d’anno da fuochi d’artificio. Tra mercoledì e giovedì i banchieri centrali più importanti, da Jerome Powell a Christine Lagarde ma anche i governatori della banca d’Inghilterra nonché di Norvegia e Svizzera annunceranno le decisioni sui tassi. Ma solo Berna potrebbe annunciare novità per frenare la corsa del franco. Per il resto è in pratica scontata la conferma del costo del denaro ai livelli attuali, sufficienti a pilotare i tassi verso l’agognata meta del 2 per cento. O almeno così si spera.

Quando si parla di mercati finanziari non è mai saggio abbassare la guardia, specie in una situazione geopolitica bollente, più che calda. Si profila il fallimento della Cop 28 sul clima, si moltiplicano i problemi della Cina e la Ue è ancora ingessata sul tema del patto di stabilità. Di fronte a questi ostacoli il Toro segna il passo in attesa di riprendere la corsa.

Future piatti in Usa e Europa

Piatti in apertura sia i Future di Wall Street che d’Europa.

L’euforia da tassi ha spinto le borse al rialzo per la sesta settimana di seguito, oscurando l’assai probabile prospettiva di un futuro rallentamento della crescita dei profitti aziendali.

Le sorprese maggiori della settimana sono arrivate dall’Europa. L’indice Eurostoxx 50 (+2,4%, 4.523) ha raggiunto i massimi da agosto 2007, il Dax (+2,2%, 16.759) ha aggiornato il suo record storico. L’indice FTSEMIB (+1,6%, 30.403) ha chiuso oltre la soglia psicologica dei 30mila punti per la prima volta dal 2008.

Le autorità monetarie dovrebbero confermare l’attuale livello dei tassi ma grande enfasi sarà data alle parole dei due banchieri centrali, Powell e Lagarde. Si riparte da: Treasury USA decennale a 4,24%, Treasury biennale a 4,75%, Bund decennale tedesco a 2,27%. BTP decennale a 4,06%. Spread a 178.

Bloomberg: la crescita più bassa dal 2001

Nel frattempo, Bloomberg Economics ha scritto che l’economia globale è destinata a registrare la crescita più lenta dallo scoppio della bolla delle dotcom (2001), a parte gli anni di crisi del 2009 (Lehman Brothers) e del 2020 (Covid). Si prevede che il PIL mondiale crescerà del +2,7% nel 2024, in calo rispetto al +3,1% di quest’anno.

Negli Stati Uniti si prevede una lieve recessione da qui all’inizio del prossimo anno. Uno scenario che dovrebbe favorire il recupero progressivo dei bond.

La cinquantesima settimana del 2023 si apre in Asia Pacifico con le borse contrastate. Sale nel finale di seduta l’indice Nikkei di Tokyo, +1,4%. Sono in lieve rialzo i mercati azionari della Corea del Sud e dell’India. Le borse della Cina sono in calo: Hang Seng di Hong Kong -1,7%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,4%. Sulla parità il Taiex di Taipei.

La carne di maiale mette in crisi Xi

In Cina c’è sempre più deflazione. I prezzi al consumo, compresi quelli della carne di maiale, elemento base dell’alimentazione, sono scesi mese su mese dello 0,5% in novembre, dal -0,2% di ottobre. Sono scesi più del previsto anche i prezzi alla produzione.

Il massimo organo decisionale del Partito Comunista cinese ha dichiarato venerdì che la politica fiscale del Paese “deve essere moderatamente rafforzata” per stimolare la ripresa economica, secondo quanto riportato dall’agenzia Xinhua. Il Politburo cinese ha puntualizzato che l’anno prossimo continuerà ad attuare politiche fiscali “proattive” e politiche monetarie “prudenti”, nel tentativo di sostenere la domanda interna. Presieduta dal Presidente cinese Xi Jinping, la riunione del Politburo di venerdì ha analizzato il lavoro economico da intraprendere nel 2024. L’organo si è impegnato a rafforzare efficacemente la “vitalità economica”.

Scandalo a Tokyo, frena lo yen

Lo Yen si indebolisce per la seconda seduta consecutiva a 145,16 sul dollaro per il venir meno delle aspettative di un cambio a breve della politica monetaria. Venerdì aveva portato a termine la quarta settimana positiva di seguito (+1,3%). Nei giorni scorsi alcune dichiarazioni dei vertici della banca centrale erano state interpretate come l’inizio del cambio di rotta.

Più o meno negli stessi giorni uno scandalo sulla gestione dei fondi pubblici aveva indebolito politicamente la corrente del partito di maggioranza un tempo guidata dall’ex premier Shinzo Abe, quella più a favore degli stimoli monetari portati avanti dalla banca centrale sotto il precedente governatore Kuroda.

Mizuho Securietis ritiene che il premier Fumio Kishida, in crisi di consenso nel paese, potrebbe non gradire un atteggiamento troppo da falco della Banca del Giappone.

Crolla il bitcoin, finisce la corsa dell’oro

In Asia si è registrato l’ennesimo tonfo del Bitcoin. Nelle prime battute notturne è crollato fino a 40.521 dollari da 44mila, senza nessuna ragione specifica. Le scommesse sull’arrivo imminente del via libera della SEC agli ETF spot su Bitcoin non trovano per ora alcun riscontro ed è altamente probabile che il +66% messo a segno da inizio ottobre, nella prospettiva di un cambio di passo della FED, abbia convinto qualche investitore a prendere profitto.

La settimana del record storico dell’oro si è chiuso con un ribasso in parte legato ai forti dati sul mercato del lavoro Usa, che hanno raffreddato le aspettative di un taglio dei tassi di interesse all’inizio del 2024. I nuovi occupati non agricoli di novembre sono stati 199mila, il consensus si aspettava 185.000, da 150.000 del mese precedente. Nel settore privato i nuovi occupati sono stati 150mila. Il tasso di disoccupazione è sceso a 3,70% da 3,90%.

Acquisti Usa sul petrolio

Si rianima il petrolio: Brent a 76,3 dollari. La recente debolezza dei prezzi ha attirato la domanda da parte degli Stati Uniti, che hanno acquistato fino a 3 milioni di barili di greggio da destinare alla Strategic Petroleum Reserve (SPR) con consegna marzo 2024.

Morgan Stanley promuove le utilities

Poche novità dopo il lungo ponte. Sugli scudi Stellantis su cui Morgan Stanley alza il target price a 24 euro.

Erg: Morgan Stanley ha tagliato il giudizio a ‘underweight’ da ‘equal weight’.

A2A, Snam, Terna: Morgan Stanley ha rivisto il target price, delle utiliries. A2A sale a 2,2 euro, Snam a 4,6 euro, Terna a 7,2 euro.

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