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Borsa 1 settembre pomeriggio: Nvidia e Novo Nordisk superstar di agosto. Milano ha perso il 2,7% ma nel 2023 è a +21,6%

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La sorpresa del taglio del rating degli Usa da parte di Fitch. Poi, a seguire la pioggia di offerte di nuovi T-bond da parte del Tesoro americano affamato di fondi dopo il duro braccio di ferro con i repubblicani sul debito. Ma anche la recessione che avanza in Germania e la stagnazione dell’economia cinese. Infine, a completare la tempesta perfetta, l’inattesa tassa sugli extraprofitti per le banche italiane. Non erano poche le ragioni per prevedere una robusta frenata dei mercati azionari nel mese di agosto, per tradizione il più adatto per le imboscate della speculazione, pronta a colpire dopo i robusti guadagni della prima metà del 2023.

Borse: perdite contenute ad agosto, ma crollano i listini cinesi

Ma non è andata così. Chi si aspettava un massacro sulle azioni è rimasto sicuramente deluso perché le perdite finali del mese sono rimaste molto contenute, soprattutto se parametrate al robusto rialzo dei primi sette mesi. Il Nasdaq, per esempio, ha perso il -2,2% in agosto (perdita che peraltro si riduce a un timido -0,65% se convertita in Euro), per un guadagno da inizio 2023 del +34%. Anche Tokyo, pur colpito dalla furibonda reazione di Pechino alla decisione di rilasciare le acque della centrale di Fukushima, limita i danni ad un modesto -1,67%. Solo la Cina archivia agosto con una perdita secca dell’8% il peggior risultato su base mensile dall’ottobre 2022.

Piazza Affari – 2,74% ad agosto, giù le banche

Anche Piazza Affari ha retto, nonostante i segnali di frenata in arrivo dall’economia e l’eco sinistra delle voci sulla prossima manovra. Il nostro Ftse Mib ha perso nel mese il -2,74%, conservando un più che rispettabile guadagno del +21,60% da inizio anno. Le banche, in particolare, hanno dato una prova di forza. Certo, l’indice Ftse del comparto ha chiuso agosto in ribasso del -5,90% circa provocato dall’annuncio della tassa sugli extra-profitti. Ma l’indice ha già recuperato più della metà delle perdite (il 7% dai minimi del mese) quando si è chiarito che il provvedimento verrà rivisto in sede di conversione del decreto. L’indice conserva comunque da inizio anno un incremento del +32%, molto più ampio di quello registrato dall’indice Stoxx Europeo (+12%).

Borsa: cosa succederà nei prossimi mesi? 

L’esame dei numeri ci permette di dire che la temuta correzione non c’è stata. Il che è di buon auspicio per i prossimi mesi anche se alcuni guru, come Michael Hartnett di Bank of America consigliano ancora di vendere, in previsione di una brusca correzione al ribasso dell’economia Usa. “Non illudetevi – incalza Emmanuel Cau di Barclays – di poter far conto in quel caso sulla rete della Fed: il beneficio offerto dal calo dei tassi sarebbe modesto di fronte al tenuto hard landing. Specie in considerazione dei dati deboli in arrivo da Cina e Germania”. 

Tutto vero, ma dopo la performance di agosto si è rafforzato il fronte di operatori ed analisti che aderiscono al partito del soft landing premiando così la gestione della Fed. La lotta all’inflazione non ha prodotto danni significativi, specie sul fronte dell’occupazione. Chi cerca un lavoro oggi ha meno scelta di prima (anche se ci sono ancora più richieste che disoccupati) e questo fa da freno quando si negozia la retribuzione in sede di assunzione. In compenso chi ha un lavoro lo mantiene, ma se lo tiene più stretto di prima e non va a cercarne un altro più pagato. Un equilibrio che, di qui a pochi giorni, verrà però messo a dura prova dalla vertenza delle tute blu dell’auto, che si accingono a scioperare dal 14 settembre contro i 3 Big di Detroit. 

Su tutto in America come in Europa, incombe poi la spada di Damocle di tassi reali più alti: In Usa il disavanzo federale si mantiene ormai su livelli elevati in modo permanente. Questo disavanzo, se non è finanziato con tasse (che anche per i democratici non possono superare un certo limite, pena la perdita di consenso) o con moneta (in una fase in cui la Federal Reserve non è più accomodante) va finanziato con debito. Lo stesso  vale per l’Europa con un’aggravante in più. 

La necessità di favorire la transizione dell’economia tedesca verso nuovi paradigmi (auto elettrica, batterie, digitale) sta spingendo Berlino, che dispone di grandi mezzi, ad accelerare l’uso della politica fiscale in alternativa al minor impegno della Bce, impegnata a ridurre l’enorme bilancio accumulato a fronte della pandemia. Il risultato è che, come scrive Alessandro Fugnoli, bond e borse si avviano verso la fine dell’anno più sereni sotto il profilo ciclico, ma agosto ci ha fatto scoprire il problema posto da una politica fiscale espansiva accompagnato da tassi reali in rialzo”. Un freno destinato a limitate di qui a fine anno le potenzialità di rialzo. 

Nvidia, Novo Nordisk e Ubs: i 3 vincitori del rally d’agosto 

Agosto, infine, è stato soprattutto il mese dell’intelligenza. Quella artificiale esaltata dalla straodinaria marcia di Nvidia, balzata ad un valore di Borsa di 1.200 miliardi di dollari. Ma anche quella della danese Novo Nordisk, capofila delle ricerche sull’obesità, capace di competere con il lusso di Lvmh per il titolo di prima società europea per valore di Borsa. E non meno importante, di sconvolgere i piani dei banchieri centrali. La banca di Danimarca ha rinunciato al rialzo dei tassi perché l’afflusso di capitali legato a royalties e brevetti della società, tra l’altro leader nell’insulina, hanno reso inutile la stretta. 

Sono loro, i ricercatori di Nvidia e di Novo Nordisk, i veri vincitori del rally d’estate. Assieme, naturalmente, a Sergio Ermotti di Ubs capace di guadagnare 29 miliardi in un colpo solo con l’acquisto del Crédit Suisse, un’occasione davvero secolare.

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