E’ forse arrivato quel momento tanto temuto di storno dai massimi supersonici del mercato del Tech Usa? Quello che sta succedendo nelle ultime ore lo fa pensare. Le Magnifiche Sette che hanno già mostrato le trimestrali, hanno indicato ricavi e utili potenti, ma anche crescenti costi per l’intelligenza artificiale. Questo significa che gli utili potrebbero farsi più sottili in futuro, cosa che agli investitori non piace molto e così l’entusiamo per le megacap sta rallentando. A ciò si aggiungono i timori per il risultato delle elezioni Usa, la possibilità di un aumento delle tensioni in Medio Oriente, la decisione della Fed, con il dato chiave oggi sull’occupazione: tutti fattori che spingono gli investitori a portare a casa realizzi e mettersi alla finestra. Il Nasdaq ha perso il 2,8% trascinadosi dietro anche il Nikkei di Tokyo. In Europa nvece i future indicano un’apertuta in leggero rialzo.
A Wall Street Nasdaq e tech in netto calo. Amazon in positivo dopo i dati
Tutti e tre gli indici azionari statunitensi hanno chiuso in ribasso ieri, registrando la peggior seduta in oltre un mese, dopo che Microsoft e Meta Platforms hanno evidenziato insieme a ricavi e utili in crescita anche un aumento delle spese legate all’intelligenza artificiale. Le azioni di Meta Platforms, proprietaria di Facebook, sono scese del 4,1% e Microsoft del 6% nonostante entrambe le società abbiano mostrato dati trimestrali migliori delle attese, nella seduta precedente dopo la chiusura delle contrattazioni.
Tra le altre cosiddette Magnifiche Sette, le società tecnologiche a grande capitalizzazione, Amazon.com e Apple hanno riportato i risultati trimestrali ieri dopo la chiusura del mercato. Amazon ha superato le stime di fatturato, sostenuta dalla forte crescita della sua unità di servizi cloud. Anche Apple ha superato le aspettative di fatturato e profitto, con l’aumento delle vendite di iPhone. Nell’after hours Amazon è rimbalzata del +6%, Apple ha perso il -2%. Le azioni di Alphabet sono scese dell’1,9%.
La media industriale del Dow Jones è sceso dello 0,90%, a 41.763,46. L’S&P 500 ha perso l’1,86%, a 5.705,45 e il Nasdaq Composite è sceso del 2,76%, a 18.095,15.
In primo piano, ieri, anche i dati economici: le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione sono calate ai minimi da maggio (216.000), l’inflazione Pce si e’ dimostrata in linea con le attese (+2,1% annuale), le spese per i consumi, il parametro di inflazione preferito dalla Federal Reserve ha mostrato un +0,5%), superiore alle attese, il costo del lavoro (+0,8%) nel terzo trimestre e’ stato leggermente inferiore alle stime. Oggi atteso il rapporto sull’occupazione di ottobre.
Da segnalare Estee Lauder che ha registrato ieri il suo giorno peggiore di sempre, con un calo del 20,9% dopo che l’ azienda di cosmetici ha ritirato le sue previsioni annuali per il 2025. Uber Technologies è sceso del 9,3% dopo che la società di servizi di ride-hailing ha previsto che le prenotazioni lorde del quarto trimestre sarebbero state inferiori alle aspettative. Intel ha riportato utili dopo la chiusura appesantiti da oneri di svalutazione e ristrutturazione. Il titolo di Ford ha perso l’1,1%, dopo che la casa di auto ha annunciato che mettera’ in pausa la produzione dell’F-150 Lightning elettrico dalla meta’ di novembre all’inizio del 2025, per un totale di 7 settimane. La decisione e’ stata presa per smaltire le scorte e ridurre le perdite generate dal pickup, le cui vendite non stanno rispettando le aspettative. Il titolo di Peloton Interactive ha guadagnato quasi il 28%, dopo una trimestrale superiore alle attese e la nomina di Peter Stern ad amministratore delegato, dal primo gennaio.
Il VIX, l'”indicatore della paura” di Wall Street, è aumentato mentre gli investitori si preparavano a una maggiore volatilità nelle prossime settimane, in seguito ai risultati aziendali e alle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, seguite dalla riunione di definizione delle politiche della Fed del 6-7 novembre nella quale gli operatori scommettono su una riduzione dei tassi di 25 punti base.
Sale il petrolio sulle notizie di un attacco che l’Iran sta preparando contro Israele
I prezzi del petrolio hanno ampliato i loro guadagni oggi, salendo di oltre 1 dollaro al barile e riducendo le perdite settimanali mentre aumentano le tensioni geopolitiche in Medio Oriente in seguito alle notizie secondo cui l’Iran starebbe preparando un attacco di rappresaglia contro Israele dall’Iraq nei prossimi giorni. I future sul greggio Brent, che sono passati al contratto di gennaio, sono saliti di 1,41 dollari, ovvero del 2%, a 74,22 dollari al barile stamane. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate sono saliti di 1,46 dollari, ovvero del 2,1%, a 70,72 dollari al barile, dopo aver chiuso in rialzo dello 0,95% nella sessione precedente.
Secondo quanto riportato ieri da Axios, l’intelligence israeliana suggerisce che l’Iran si sta preparando ad attaccare Israele dal territorio iracheno nei prossimi giorni, probabilmente prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, citando due fonti israeliane non identificate. Secondo quanto riportato dal rapporto Axios, si prevede che l’attacco verrà effettuato dall’Iraq utilizzando un gran numero di droni e missili balistici.
I prezzi del petrolio sono sostenuti anche dalle aspettative che l’OPEC+ potrebbe ritardare l’aumento pianificato di dicembre della produzione di petrolio di un mese o più, hanno detto a Reuters quattro fonti vicine alla questione, citando la preoccupazione per la debole domanda di petrolio e l’aumento dell’offerta. Una decisione di ritardare l’aumento potrebbe arrivare già la prossima settimana, hanno detto due delle fonti.
L’oro tratta a 2.755 dollari l’oncia, in lieve rialzo dal -1,6% di giovedì. Ottobre è stato il quarto mese positivo di seguito con un guadagno intorno al +4%. L’Euro dollaro è quasi fermo a 1,087, mentre chiude il mese di ottobre con un calo del -2,5%, il mese migliore da maggio per il dollaro Usa.
Bond governativi: il BTP decennale a 3,65%, il livello più elevato da due mesi, con lo spread a 125 punti base. Bund tedesco al 2,39%. Treasury Note a 4,27%. Bitcoin in calo dello 0,5% in apertura, dal -4% di giovedì, peggior seduta da un mese. Il bilancio di ottobre è stato tuttavia positivo di quasi il +10%.
Tokyo in profondo rosso in scia a Nasdaq, mentre le borse cinesi salgono dopo i dati
In Cina, l’attività manifatturiera è tornata a crescere a ottobre, ha mostrato oggi un sondaggio del settore privato, riecheggiando un sondaggio ufficiale di giovedì che ha mostrato che l’attività manifatturiera è aumentata a ottobre per la prima volta in sei mesi. Entrambi i sondaggi suggeriscono che le misure di stimolo stanno avendo effetto. L’espansione dei nuovi ordini ha portato a una ripresa della crescita della produzione, segnalando un miglioramento del settore all’inizio dell’ultimo trimestre. L’indice Caixin/S&P Global Manufacturing PMI è salito a 50,3 in ottobre, rispetto al 49,3 del mese precedente, superando le previsioni degli analisti in un sondaggio Reuters di 49,7. Pechino ha l’obbiettivo di riportare la crescita economica quest’anno verso il 5%. L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna l’1,57% a quota 20.635,73. Shanghai porta a casa un calo dello 0,24%, con chiusura a 3.272,01 punti.
Seduta da dimenticare per Tokyo, in forte calo del 2,80% alle 07:20. il Principale indice azionario giapponese scambia a 37.987,28 punti. La Borsa di Tokyo porta a casa profitti in vista del lungo ponte di vacanza che comprende la festività di lunedì, appesantita dalla correzione del listino tecnologico del Nasdaq a New York, mentre gli investitori guardano con trepidazione all’esito del voto presidenziale negli Stati Uniti. Sul fronte dei cambi lo yen arresta il processo di svalutazione sul dollaro, penalizzando il settore dell’export, trattando a 152,50, e sull’euro a 165,80.Il Pmi manifatturiero in ottobre è sceso a 49,2 punti, dal precedente 49,7 punti (la previsione era 49 punti)
Borse europee viste in rialzo, pioggia di rating positivi per le banche italiane
Le borse europee sono attese in leggero rialzo (+0,12% il future sull’Eurostoxx50) in avvio di seduta in scia ai futures statunitensi positivi (+0,16% quello sul Dow Jones e +0,21% quello sull’S&P500)
Unicredit: Fitch ha migliorato l’Issuer Default Rating (IDR) a lungo termine e il rating Senior Preferred a ‘BBB+’. Il rating è ora un gradino al di sopra del rating sovrano italiano
Credem. Fitch ha migliorato l’outlook a positivo da stabile mantenendo il rating BBB.
Intesa Sanpaolo ha migliorato la stima di utile 2025 a circa 9 miliardi di euro, dopo aver chiuso il terzo trimestre con un utile netto migliore delle attese. La banca ha promesso di proporre a fine anno un buyback “significativo”. Fitch Ratings ha migliorato l’outlook sul rating a lungo termine a Positivo da Stabile e ha confermato i Long-Term IDR a ‘BBB’ e Viability Rating (VR) a ‘bbb’. .
Fincantieri ha chiuso giovedì in guadagno del +3,3%, sui massimi da inizio agosto in attesa della trimestrale.
MFE, il gruppo della famiglia Berlusconi, stima che un’eventuale unione con la partecipata tedesca ProSiebenSat.1 possa generare sinergie per oltre 200 milioni di euro all’anno sull’utile operativo. Lo ha riferito a Reuters una fonte a conoscenza della situazione.
Promossi e bocciati. Moncler: Stifel ha tagliato il target price da 62 a 60 euro. Stellantis: Bernstein ha ridotto il target price da 12,50 a 12,10 euro. STM: Jefferies, Deutsche Bank Goldman Sachs, Barclays hanno tagliato il target price.