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Boom settore tessile: a Milano Unica domina il reshoring che valorizza il made in Italy. Cnc Tessuti anticipa il trend

Pixabay

E se fosse la volta che il settore tessile, che è stato il fiore all’occhiello dell’economia italiana per secoli prima di essere distrutto dalla concorrenza a basso costo della Cina, tornasse a far emergere le sue peculiarità e specialità e tornasse vicino agli splendori? Potrebbe farlo proprio in conseguenza della crisi in atto che costringe a rivedere gli eccessi della globalizzazione, riducendo i confini. Tra gli stand di Milano Unica, la kermesse milanese del tessile che si è conclusa giovedì dopo aver accolto quasi 500 aziende, questa idea ha iniziato a serpeggiare, insieme a un grande entusiasmo.

I numeri del settore danno ragione a questa prospettiva, con una crescita a due cifre che fa dimenticare persino la pandemia, durante la quale sono nati nuovi prodotti e nuove lavorazioni. Ma soprattutto alla base del nuovo trend che sta emergendo c’è anche l’opportunità, scaturita dalle difficoltà di reperimento dei materiali e quindi dalla necessità di accorciare la filiera, di riportare il business all’interno dei confini, italiani ed europei, il cosiddetto reshoring.

Accorciare la filiera non è solo un vantaggio economico dovuto alle necessità scaturite dalla crisi: è anche un’ottima opportunità per riattivare e far emergere nuovamente le moltissime aziende italiane specializzate in un settore che si è sempre distinto nel mondo per la sua eccellenza” dice Gaetano Casillo, General Manager di CNC Tessuti, 8000 clienti in 36 paesi del mondo, che ha dimostrato negli anni di essere sempre stato un anticipatore di trend.“

Le aziende hanno dimostrato una vitalità incredibile, pur tra le difficoltà del momento”, ha detto Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia precisando che “il fenomeno del reshoring, reale anche se non immediato, potrebbe rappresentare una grande opportunità non solo in generale per Europa e Nord Africa, ma in particolare per l’Italia, che ha un bacino produttivo enorme al sud”.

Tessile-abbigliamento +34% nel primo trimestre, a livelli pre-covid entro l’anno

I numeri del settore brillano. Il presidente di Milano Unica Alessandro Barberis Canonico che è anche AD dello storico lanificio Vitale Barberis Canonico, ha evidenziato che il settore tessile-abbigliamento è in forte ripresa e si prevede che alla fine del 2022 si tornerà ai livelli pre-pandemici”. Nel primo trimestre del 2022 “la tessitura italiana è cresciuta del 34%, con un +46% nell’export”, aggiunge, nonostante le difficoltà che anche questo settore incontra in questo periodo: costi delle materie prime e costi (quadruplicati rispetto al 2021) di energia e gas oltre alla mancanza di manodopera specializzata.

“I produttori tessili hanno davanti tre sfide fondamentali per fidelizzare ulteriormente i propri clienti”, ha commentato un esperto del settore presente a Milano Unica. “Ridurre i tempi di consegna, sviluppare nuovi materiali e investire in nuovi talenti, formandoli adeguatamente. Questo permetterebbe di assicurare ulteriore impulso e rilevanza al saper fare sostenibile del Made in Italy, oltre a un notevole vantaggio competitivo verso i marchi clienti e i consumatori finali”.

Cnc Tessuti anticipa il trend accorciando la filiera e puntando sui nuovi prodotti eco

Tra le corsie di Milano Unica, gli stand di Cnc Tessuti si riconoscono subito, allestiti come gallerie d’arte grazie all’artista italo venezuelano, Felix Policastro e per l’allestimento del Metaverso con cui si può visitare direttamente la sede dell’azienda di Nola, in Campania. “Anche questa è innovazione, dice ancora Casillo. “Vogliamo essere protagonisti di un futuro diverso, digitale e sostenibile”. Cnc Tessuti produce tra i 15 e i 18 milioni di metri di tessuti all’anno, che tradotti in fatturato significano 33 milioni di euro nel 2021 e 26 milioni nel solo primo semestre di quest’anno, il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della crisi pandemica. Anticipando quindi il trend di tutto il settore.

“Le nostre aziende, grazie alla conoscenza del settore e del territorio da tre generazioni, sono riuscite a mantenere ritmi di consegna affidabili anche in questo lungo periodo in cui molti altri hanno avuto problemi di supply chain”, dice Casillo per spiegare la buona performance dell’azienda. “Inoltre proprio durante la chiusura per il Covid abbiamo approfittato per studiare nuove strade, con nuovi designer, nuove stampe e nuove lavorazioni: così ogni sei mesi proponiamo ben 250 nuovi prodotti pronta consegna. In particolare abbiamo puntato sui tessuti eco- sostenibili, con fibre provenienti da agricoltura biologica certificati GOTS o con fibre da materiali di riciclo con certificazione GRS (il più importante standard internazionale per la produzione sostenibile di indumenti e prodotti tessili realizzati con materiali da riciclo).

“Puntiamo sulla visione green del business”, aggiunge Ciro Carillo Operation Manager di Cnc, “aumentando la gamma dei prodotti made in Italy, riducendo la lunghezza della filiera e mirando al reshoring. Utilizziamo fibre naturali o poliesteri riciclati: l’eco-design sarà alla base delle prossime collezioni di Cnc Tessuti”.

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Categories: Economia e Imprese