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Boom di commercialisti in Italia: oltre 70mila iscritti nel 2020

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Cresce il numero di dottori commercialisti in Italia: nel 2020 sfiorati 70mila e 600 iscritti alla Cassa Dottori Commercialisti (+1,3% rispetto al 2019). A livello territoriale la regione con il maggior numero di iscritti è la Lombardia (12.876 dottori commercialisti), seguita da Lazio (7.854), Campania (7.303), Veneto (6.050) ed Emilia-Romagna (5.849). Aumenta anche la quota rosa (33% del totale) così come la spesa assistenziale (oltre 23 milioni e 200mila euro nel 2020, +187,3% sul 2016). Sono i dati della terza edizione Reputational Report pubblicato dalla Cassa Dottori Commercialisti, con un focus sulle iniziative di welfare per la categoria.

“Dopo un anno difficile come il 2020 – ha spiegato Stefano Distilli, Presidente di Cassa Dottori Commercialisti – torniamo a presentare il nostro Reputational Report, uno strumento fondamentale per inquadrare l’evoluzione e lo stato di salute del comparto. Dai numerosi dati, analisi e grafici contenuti nel documento emergono, in particolare, alcuni spunti che saranno utili per rilanciare il ruolo del nostro Ente a sostegno dei nostri iscritti, soprattutto in chiave di welfare”.

Secondo il report, le nuove iscrizioni nel 2020 sono state 2.090 con un trend di crescita costante nel numero degli iscritti che dal 2004 al 2020 ha fatto registrare un incremento del 70% (pari a oltre 29mila nuovi iscritti complessivi), a fronte di una diminuzione del numero delle cancellazioni (-11% tra il 2015 e il 2020). In aumento anche l’incidenza femminile: nell’ultimo quadriennio le neo-iscritte alla Cassa Dottori Commercialisti rappresentano oltre il 42% dei nuovi ingressi.

A livello regionale, la Toscana si conferma la regione con il rapporto più alto tra iscritto e imprese del territorio, con una media di 81 società per ogni professionista, seguita da Piemonte (1 iscritto ogni 80 aziende), Umbria e Trentino – Alto Adige (ognuna con un rapporto 1/77). Mentre la regione che registra il rapporto più basso è la Calabria, con un professionista ogni 45 aziende, seguita da Campania e Abruzzo (entrambe con 1/48), Puglia (1/51) e Lazio (1/57), a fronte di una media nazionale di 62 imprese per ogni dottore commercialista.

Un lieve incremento anche per i redditi, seppur contenuto. Il reddito medio dichiarato a fine dicembre 2020 e riferito al 2019, passa da 66.300 euro a 67.300 euro, a fronte di una altrettanto contenuta diminuzione nel volume d’affari (da 119.100  a 118.400 euro). Mentre si conferma anche per il 2020 il trend di crescita dei ricavi delle dottoresse commercialiste (+16,3% per quanto riguarda il reddito, +16,6% per il volume d’affari) che dal 2011 sono aumentati a un ritmo quasi doppio rispetto a quello dei colleghi (+8,9% di reddito, +9,9% nei volumi). Tuttavia, il divario di genere in termini reddituali rimane ancora molto ampio.

Per quanto riguarda i nuovi strumenti di welfare attivati da Cassa Dottori Commercialisti per supportare gli iscritti nella fase di emergenza sanitaria, secondo i dati, 4.792 sono stati i contributi erogati nel 2020 a supporto degli iscritti in situazioni di difficoltà, distribuiti tra contributi a favore dei professionisti con studi in affitto, contributi per l’acquisto di beni strumentali a supporto della professione e contributi ai finanziamenti. Invece, sono state 83.524 le richieste di contributo al reddito di ultima istanza da parte di oltre 28mila e 600 dottori commercialisti gestite e liquidate dalla Cassa per un totale di oltre 61 milioni di euro. A queste si aggiungono 1.567 indennità liquidate nel 2021 a favore di 755 iscritti.

Rispetto alla sospensione dei contributi disposta da Cassa Dottori Commercialisti, ulteriore strumento a sostegno degli iscritti in difficoltà, dei quasi 400 milioni di contributi sospesi, oltre il 62% è già stato restituito dagli iscritti. Infine, la copertura Covid – 19 della polizza sanitaria gratuita che la Cassa mette a disposizione degli iscritti ha permesso di gestire 800 sinistri per un totale di oltre 2 milioni e 800mila euro.

Al di là delle iniziative di welfare messe in campo in risposta all’emergenza pandemica, l’introduzione di nuovi strumenti a supporto degli iscritti negli ultimi anni ha portato a una crescita, di anno in anno, della spesa assistenziale che nel 2020 ha superato i 23 milioni e 200mila euro, con un incremento del 187,3% rispetto a 5 anni fa.

“Anche alla luce dell’ultimo anno e mezzo appena trascorso – ha dichiarato Distilli – l’incremento dei livelli di spesa assistenziale deve farci riflettere su come il welfare debba assumere un ruolo sempre più centrale nelle iniziative messe in campo da Enti come il nostro che devono essere sempre più in grado di supportare la crescita professionale e reddituale degli iscritti, contribuendo a valorizzare il ruolo di servizio e le opportunità offerte dalla libera professione anche in chiave di contributo alla ripresa economica del Paese”.

Nel dettaglio, oltre 8 milioni e 540mila euro sono stati destinati nel 2020 alle misure di welfare a supporto delle circa 1.500 dottoresse commercialiste che hanno fatto richiesta dell’indennità e del contributo a sostegno della maternità o per interruzione della gravidanza. Inoltre, come contributi a tutela delle famiglie degli iscritti sono stati erogati oltre 4 milioni e 110mila euro a favore dei genitori di figli con disabilità o malattie invalidanti, mentre oltre 1 milione e 670mila euro a supportare il percorso scolastico degli associati e dei loro figli tramite borse di studio.

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