La deflazione incombe sui destini d’Europa, a giudicare dalle previsioni sull’Eurozona in uscita da Bruxelles. Ma il pubblico italiano è affezionato alla protezione contro il carovita. E così il Btp Italia indicizzato all’inflazione italiana, scadenza 12 novembre 2017, riscuote un clamoroso successo, molto superiore alle attese del Tesoro. Nella prima giornata sono stati sottoscritti titoli per un controvalore di 16.841,089 milioni di euro. Le sottoscrizioni saranno chiuse alle ore 14 di oggi. Nonostante lo stop anticipato è assai probabile che possa essere infranto il record di 18 miliardi raccolti nell’ottobre 2012 dal Tesoro nel corso di quattro giorni di collocamento del Btp Italia ottobre 2016. Sul mercato secondario il Btp decennale ha chiuso al 4,16% con spread a quota 242, invariato.
Mario Draghi, ieri intervenuto ad un convegno, non ha offerto indicazioni di alcun genere sulle possibili scelte del direttorio della Bce, di fronte alle ultime indicazioni sulla congiuntura dell’area euro: crescita modesta, inflazione all’1,5%, disoccupazione in aumento nel 2014 fino al tetto del 12,5%. Crescono le pressioni per un taglio dei tassi, anche se la mossa è più probabile per dicembre quando la Fed potrebbe avviare, seppur i maniera simbolica, il tapering. Nel frattempo, i l dollaro si sta rafforzando contro l’euro, sceso a 1,347 da 1,351 e contro lo yen, a quota 98,64.
BORSE, SOLO L’ASIA IN TERRENO POSITIVO
La discesa della valuta nipponica spiega il rimbalzo di Tokyo +0,90%. In rialzo, dopo quattro sedute negative, anche l’indice Asia Pacific e la Borsa di Hong Kong +0,68%. Seduta in marginale calo per la borsa Usa, penalizzata da prese di profitto dopo due giorni di guadagni e dalla cautela in attesa di importanti dati macro in agenda verso la fine della settimana. Il Dow Jones cede lo 0,07%, lo S&P 500 lo 0,16% e il Nasdaq o 0,03%.
Nel dopo Borsa annunciati i risultati positivi di Tesla +0,92% . Il costruttore di auto elettriche di lusso ( 550 vetture alla settimana. Finora 5.500 consegne) registra un utile per azione di 12 centesimi (10 cent la previsione). Comunque pochi per giustificare una quotazione siderale: 176,81 dollari .
Non ha avuto impatto sul mercato l’indice Ism servizi di ottobre, al di sopra delle attese: il dato è salito dai 54,4 punti di settembre a 55,4 punti. L’attenzione è già rivolta ai dati Pil e occupati di ottobre ritardati a causa dello shutdown del governo. La Federal Reserve ha indicato che non inizierà a ridurre il programma di acquisto di bond da 85 miliardi di dollari al mese fino a quando l’economia non mostrerà segnali di miglioramento, argomento che ieri è stato ribadito negli interventi di tre membri della banca centrale.
Borse negative in Europa in una giornata caratterizzata dalle prese di beneficio, dopo che ieri gli indici principali hanno segnato i massimi degli ultimi cinque anni. Pesano le previsioni della Commissione Europea sul Pil dell’Eurozona, per il 2013 in calo dello 0,4% (-1,4% la previsione precedente). Riviste al ribasso, invece, le previsioni per l’Italia: l’anno in corso dovrebbe chiudersi con una diminuzione del Pil dell’1,8% rispetto al -1,3% delle previsioni primaverili.
Londra è arretrata dello 0,2%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,3%. A Milano il FtseMib è sceso dell’1,1%.
GIU’ INTESA E UNICREDIT, NONOSTANTE I BUONI VOTI
Il titolo peggiore è stato Unicredit -2,58%, nonostante Jp Morgan abbia alzato il target price da 5,51 a 5,72, ribadendo il rating overweight. La banca d’affari ha però tagliato le previsioni di eps rettificato per il terzo trimestre 2013 (i conti usciranno l’11 novembre) del 39% a 0,02 euro per azione, a causa soprattutto della pressione sui margini tedeschi e le commissioni più basse. Anche Morgan Stanley ha confermato la visione positiva su Unicredit, con un nuovo prezzo obiettivo di 7 euro e ha incrementato da 1,8 euro a 2,1 euro il target price su Intesa -2,29%, confermando il giudizio equalweight.
Prezzo obiettivo in rialzo anche per il Banco Popolare -1,96%. Bpm +2,13%, target a 0,5 euro, con rating underweight confermato. Una performance che stupisce vista la turbolenza permanente ai vertici: nove ore di riunione non sono state sufficienti ieri per sciogliere il nodo delle modalità di scelta del nuovo consigliere delegato, in sostituzione di Piero Montani. La riunione riprende oggi. Da una parte il presidente Andrea Bonomi punta al rinnovo anticipato per consentire al nuovo management di disporre di un mandato triennale. Al contrario, Raffaele Mincione, secondo socio con una partecipazione del 7,02%, ha allertato Banca d’Italia e Consob contro questa ipotesi: il disordine, insomma, regna ancora sovrano in piazza Meda.
Banca Generali ha chiuso il bilancio di settembre con un risultato netto consolidato di 105,1 milioni, in crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Mentre da inizio anno la raccolta ha raggiunto 2 miliardi. Fra le assicurazioni Generali , alla vigilia del cda di oggi, è scesa dello 0,5%, Fondiaria-Sai -1,1%.
PIRELLI, IL FUTURO E’ ANCORA NEGLI EMERGENTI
Oggi a Londra sarà presentato il nuovo piano industriale di Pirelli +1,49% che, secondo il presidente Marco Tronchetti Provera, si posizionerà in un’ottica di continuità con quanto fatto negli ultimi anni: concentrazione sul settore premium e sviluppo sui mercati emergenti. Per quanto riguarda i conti approvati dal cda, nei primi 9 mesi del 2013. il gruppo ha riportato un utile netto in discesa del 14,9% a 258,1 milioni su ricavi cresciuti dell’1,7% a 4,649 miliardi. Confermate le attese per l’ebit che si attesta a 581,7 milioni con un calo del 3,2% sul corrispondente periodo 2012. Significativo l’impatto negativo dei cambi che si e’ fatto sentire per il 6,6% sui ricavi e per quasi 38 milioni sull’ebit.Proprio l’effetto cambi e il ‘mutato scenario del mercato tyre in Russia’ ha portato Pirelli a rivedere gli obiettivi di fine anno. Il fatturato consolidato e’ ora atteso a 6,2 miliardi (da 6,3-6,35 della precedente stima) e l’ebit consolidato scenderà a circa 790 milioni dagli 810 milioni del precedente target.
Il caso vuole che, alla vigilia di un delicato Cda, oggi anche il dossier Telecom Italia +0,1% venga sottoposto all’esame della City. Si tiene infatti a Londra l’incontro con gli analisti organizzato da Marco Fossati, azionista al 5% del gruppo tlc che ha chiesto la convocazione dell’assemblea per la revoca dell’attuale Cda e la nomina di un nuovo board. Il piano industriale, che verrà illustrato domani dall’ad Marco Patuano, secondo indiscrezioni, dovrebbe prevedere un aumento di capitale tra 1,3 e 2 miliardi di euro. Intanto vanno avanti le valutazioni sulla cessione dell’Argentina, mentre ad oggi non risulta una possibile vendita degli asset brasiliani: nel caso in cui pero’ venisse proposta una cessione, i consiglieri indipendenti sarebbero pronti a chiedere la nomina di un advisor indipendente per la valutazione.
BMW E CITIGROUP FRENANO FIAT, SCATTA MEDIASET
Giornata difficile in Europa per in Europa per il comparto auto (-1,13%), in scia alla flessione di Bmw -3,20% dopo i conti. Hanno perso terreno Exor -2,44% e Fiat -1,13%, penalizzata, oltre che dalla trimestrale del gruppo tedesco, dal calo delle immatricolazioni auto a ottobre in Italia (-5,6% il mercato, -8,7% Fiat) e dalla conferma del giudizio ‘sell’ da parte di Citigroup (target price a 4,5 euro), a causa anche del debito ancora troppo elevato. Enel arretra del 2,4%, Eni -1%, negativa anche Saipem-0,9%. Buon rialzo di Mediaset +3,4%, sostenuta dalla promozione a “Conviction buy” di Goldman Sachs.
MID CAP, INDESIT NON SI FERMA
Fra le mid cap è salita ancora Indesit +2,4% dopo il +13% di ieri. Nel resto del listino il titolo migliore e’ stata Bioera +21,285 che porta a +37% circa (+65,5% dal 30 settembre) i guadagni realizzati dall’1 novembre, giorno in cui la società ha depositato in Borsa italiana la comunicazione di pre-ammissione per la controllata Ki group, che si quoterà su Aim Italia, il listino dedicato alle piccole e medie imprese. Si segnalano anche TI Media -1,71% che ha ridotto le perdite dopo la comunicazione dei dati trimestrali e Prelios -1,94% con Intermonte che ha ridotto il target price sul titolo da 0,78 a 0,72 euro, confermando la raccomandazione neutral.