Dalla fine dell’anno scorso l’Inps ha sospeso l’erogazione di alcuni bonus nido già assegnati. Il motivo? “Budget 2019 esaurito”, hanno letto molti genitori sulla loro scheda online. Una motivazione curiosa, visto che per legge un’interruzione del genere non sarebbe possibile.
Il bonus di cui parliamo è stato istituito con l’ultima manovra del governo Renzi e garantisce 1.500 euro l’anno (136 per 11 mesi) per pagare le rette degli asili nido pubblici e privati dei bimbi fino a tre anni, oppure – in alternativa – “forme di supporto” a domicilio per i piccoli “affetti da grave patologie croniche”.
La legge prevede che, in caso di esaurimento dei fondi stanziati, “l’Inps non prenda in esame ulteriori domande”, ma rimanga comunque obbligata a pagare tutte le rate dei bonus già in corso di erogazione. La Repubblica però segnala che alcune madri non hanno ricevuto i soldi a cui avrebbero avuto diritto, malgrado nei mesi scorsi le loro domande fossero state accettate.
Dalla relazione tecnica alla legge di bilancio 2020, tuttavia, emerge chiaramente che i soldi non sono affatto finiti: alla fine di settembre, dei 300 milioni stanziati per il 2019 ne rimanevano ben 163. Più della metà.
Il dato è inserito nella relazione perché con l’ultima manovra il governo ha deciso di potenziare il bonus nido per i redditi più bassi. Il nuovo schema è il seguente: 3.000 euro fino a 25 mila euro di Isee, 2.500 euro tra 25 mila e 40 mila e 1.500 euro oltre i 40 mila.
Quindi chi ha ragione? L’Inps o il governo? Il punto è che – in ogni caso – quei genitori hanno diritto a incassare i soldi che lo Stato ha promesso loro.