Circa 60mila aziende hanno beneficiato in modo irregolare del bonus assunzioni per stabilizzare 100mila lavoratori nel 2015. Lo stima l’Inps, che solo da queste violazioni conta di recuperare fino a 600 milioni di mancata contribuzione nel triennio 2015-2017. I dati sono emersi durante la conferenza stampa dell’Istituto di previdenza sui nuovi metodi di vigilanza documentale che da quest’anno – attraverso controlli preventivi anziché ex post – dovrebbero consentire di recuperare una quota molto maggiore di evasione, elusione e omissione contributiva.
Grazie a questa innovazione, ad esempio, l’Inps si attende di migliorare i risultati della lotta al lavoro fittizio: se nel 2014-2015 sono stati smascherate circa 700 finte aziende per un totale di 30mila falsi lavoratori, nel solo 2016 l’Istituto prevede scoprire altre 500 aziende che danno un finto lavoro a 20mila persone. In questo modo le casse pubbliche potranno risparmiare circa 160 milioni di euro.
“Nell’ultimo anno abbiamo investito molto nella vigilanza documentale – ha spiegato il presidente dell’Inps, Tito Boeri –, che rispetto a quella ispettiva ha due vantaggi: si può rivolgere a tutte le aziende, non a un semplice campione, e consente d’intervenire ex ante, agendo sulla base dell’incrocio delle nostre banche dati con quelle del ministero del Lavoro e di Gea”, che contiene parte delle denunce contributive degli iscritti alla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali e alla Cassa Pensioni Sanitari fino al 1996.
Altri fronti su cui l’Istituto intende accelerare il recupero dei contributi mancanti sono le false compensazioni tramite modello F24 (che si verificano quando le aziende gonfiano le somme a credito per ottenere un conguaglio più ricco delle prestazioni anticipate per conto dell’Inps) e le truffe nell’utilizzo dei voucher. In tutti questi casi si procederà con la cosiddetta “cooperative compliance”: se l’Inps riscontrerà anomalie o dati sospetti, contatterà l’azienda per le verifiche.
Secondo Gabriella Di Michele, direttore delle entrate Inps, sommando le diverse tipologie d’intervento si potrebbe arrivare quest’anno a recuperare fino a 850-900 milioni di euro.
“Il contrasto all’elusione, all’omissione e all’evasione contributiva può essere molto importante per abbassare il debito pubblico, alzando il gettito fiscale per lo Stato – ha detto ancora Boeri –, ma queste operazioni hanno anche un valore in termini di equità sociale, perché aiuteranno i giovani di oggi ad avere una pensione in futuro”.