Un bonus assunzioni da 6mila euro l’anno per aiutare chi perderà il lavoro dopo lo sblocco dei licenziamenti, che inizierà il 30 giugno. Questa, secondo indiscrezioni stampa, la novità principale fra le ultime inserite nel decreto Sostegni bis, atteso in Consiglio dei ministri fra oggi e domani.
Nel dettaglio, si tratterebbe di un contratto subordinato di rioccupazione incentivato dallo Stato con l’azzeramento per sei mesi dei contributi previdenziali (esclusi quelli dovuti all’Inail per l’assicurazione contro gli infortuni).
L’attivazione di questo tipo di contratto sarà possibile fino al 31 ottobre 2021, ma prima di sottoscriverlo datore di lavoro e dipendente dovranno concordare un progetto individuale di inserimento. La durata del progetto sarà appunto di sei mesi, al termine dei quali le parti potranno concludere il rapporto oppure andare avanti con un normale contratto a tempo indeterminato. Se però durante o alla fine dei sei mesi il datore di lavoro licenzierà il dipendente (o un altro lavoratore della stessa unità produttiva e con lo stesso livello di inquadramento), il bonus sarà revocato e l’azienda dovrà pagare per intero i contributi non versati.
Il nuovo bonus assunzioni è cumulabile con gli altri sgravi già previsti per favorire l’occupazione (bonus Sud, donne e giovani). Dalla misura sono però esclusi il settore agricolo e il lavoro domestico, oltre a tutti i datori di lavoro che nei sei mesi prima dell’assunzione hanno effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o collettivi nella stessa unità produttiva.
NON SOLO BONUS ASSUNZIONI: LE ALTRE MISURE PER IL LAVORO
Nel complesso, il decreto Sostegni bis vale circa 40 miliardi di euro suddivisi in vari capitoli di spesa: lavoro (5-6 miliardi), ristori, sanità e scuola.
Sul versante occupazionale, oltre al bonus assunzioni, il governo interviene anche modificando le regole per il contratto di espansione, che sarà attivabile anche dalle medie imprese con almeno 100 dipendenti. Questa forma contrattuale consente il prepensionamento dei lavoratori con un anticipo massimo di 5 anni rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia.
Quanto al contratto di solidarietà, concesso alle imprese che hanno subito un calo dei ricavi pari almeno al 30%, la retribuzione minima da garantire ai dipendenti salirà dal 60 al 70%, fatto salvo l’impegno a mantenere i livelli occupazionali preso dall’azienda con la sottoscrizione dell’accordo collettivo.
Novità anche per la cassa integrazione per cessazione, che sarà prolungata di altri sei mesi per le crisi aggravate dalla pandemia. L’obiettivo è dare più tempo agli imprenditori per completare i piani di subentro delle nuove proprietà.
Una proroga potrebbe arrivare anche per il reddito d’emergenza (Rem), che sarà probabilmente rinnovato fino alla fine dell’estate.
In arrivo anche una modifica della Naspi: al momento, l’importo del sussidio di disoccupazione inizia a calare dal quarto mese, ma questo meccanismo sarà sospeso fino alla fine del 2021.
Infine, viene rifinanziata l’una tantum di 2.400 euro per i lavoratori stagionali (del turismo e dello spettacolo, ma anche di altri settori), gli intermittenti, gli autonomi occasionali e i venditori a domicilio.