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Bonifiche siti inquinati orfani: il governo investe 500 milioni di euro ed anticipa i lavori previsti per dicembre 2022

Con 500 milioni di euro già spesi il governo è intervenuto sui siti inquinanti senza responsabili riconosciuti. Responsabili dei lavori Regioni e Province

Bonifiche siti inquinati orfani: il governo investe 500 milioni di euro ed anticipa i lavori previsti per dicembre 2022

Le bonifiche dei siti inquinati orfani di responsabili toccano in anticipo il primo traguardo fissato per dicembre: 500 milioni di euro previsti dal PNRR per sanare le aree inquinate che non hanno un titolare diretto soni stati spesi. Rimosse le contaminazioni rilevate negli anni passarti, le aree potranno essere utilizzate per nuove attività produttive. Il Ministero della transizione ecologica ha anticipato la conclusione degli interventi rispetto a dicembre 2022, seguendo un piano operativo elaborato insieme agli Enti locali. Sono stati loro, infatti, a definire la mappatura delle aree a rischio “senza colpevoli”. Il risultato raggiunto è importante anche rispetto all’Europa che osserva l’Italia per la permanenza e l’utilizzo delle discariche, benché fuorilegge. Vi si potranno allocare nuove industrie o laboratori? In prospettiva sì. Bisogna aspettare il completamento del Piano e la definizione di modalità di assegnazione dei terreni.

“L’investimento punta a ridurre i rischi per la salute, preservare l’ambiente e promuovere l’economia circolare. La riqualificazione dei terreni consente ora di riutilizzarli e di inserirli di nuovo nel mercato immobiliare”, ha detto il Ministro Roberto Cingolani. D’altra parte la ripresa in buone condizioni dei terreni evita altro consumo di suolo vergine e riduce l’impatto sull’ambiente e sulla biodiversità.

Siti inquinati orfani: sono presenti in tutte le Regioni

I soldi del Piano di resilienza sono stati ripartiti tra Regioni e Province destinando il 50% al Mezzogiorno, per ridurre il divario tra Nord e Sud. È stato un decreto del dicembre 2020 a dare il via agli interventi nei siti. Ne sono stati trovati in tutte le Regioni, ma alcuni particolarmente critici sono stati intercettati al Sud. Le bonifiche proseguiranno ed entro marzo dovrà essere riqualificato almeno il 70 % della superficie del suolo dei siti noti. L’obiettivo è di stare dentro i tempi attuali del PNRR per migliorare il risanamento urbano.

Si lavora ad un intervento omogeneo sul territorio nazionale per evitare sperequazioni regionali – hanno spiegato i tecnici del Ministero – per cui la collaborazione di Regioni e Province resta ancora essenziale. I Presidenti di Regione e delle Città metropolitane hanno la responsabilità di agire in qualità di soggetti attuatori delle bonifiche. Non a caso per accelerare il recupero delle aree tra il 2021 e giugno 2022 il Ministero ha firmato gli accordi di programma per avviare i cantieri. È chiaro che c’è anche un interesse diretto dei Sindaci a non avere più sotto il naso luoghi con scarichi pericolosi. Dal punto di vista della sostenibilità, la tipologia degli interventi ha previsto la messa in sicurezza in emergenza, un piano di caratterizzazione, l’analisi del rischio ambientale, la messa in sicurezza permanente e quella operativa con il progetto definitivo. Nello specifico sono stati indagati il sottosuolo e le falde acquifere a tutela di fabbriche, uffici, persone che si andranno ad insediare.

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