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Bond, rendimento record. E la Borsa di Milano va giù

La Borsa di Milano peggiora dopo l’esito delle 4 aste di titoli di stato italiani.

L’indice Ftse Mib perde lo 0,59% .Resiste Parigi (Cac40 +0,55%) mentre Francoforte ha invertito la rotta e ora perde lo 0,16%. Ribasso dello 0,2% anche per Madrid e per Amsterdam.

All’origine della “gelata” hanno contribuito le voci di possibili dimissioni di Giulio Tremonti, pur smentite in mattinata. Resta il fatto che il Tesoro italiano ha collocato bond per un totale di 7,9 miliardi di euro poco sotto la soglia massima dell’offerta (l’obiettivo dell’offerta, 8 miliardi di euro). I timori di contagio, insomma, si sono fatti sentire: i tre miliardi di euro di titoli con scadenza a 10 anni sono stati piazzati con un rendimento del 4,94%, massimo dal novembre del 2008. Nell’ultima asta di fine maggio il Btp decennale era stato collocato al 4,73%. Il livello della richiesta è stato 1,33 volte il valore dell’offerta, in calo da 1,50 dell’asta precedente. Anche l’euribor a tre mesi, fissato a 1,531%, è al massimo dal 27 marzo del 2009.

L’FT: “LE BANCHE, PRINCIPALE RISCHIO PER L’ITALIA”
MPS E BPM IN CADUTA. CROLLA IL TITOLO UNIPOL (-9%)

La Lex Column del Financial Times di stamane dedica un’inquietante analisi al nostro sistema bancario, giudicato “il principale rischio alla stabilità finanziaria dell’Italia”. Il quotidiano cita una stima di RBS Markets: i sei maggiori istituti di credito detengono titoli di Stato per 200 miliardi di euro, ossia circa il 13% del totale in circolazione.

Preoccupa inoltre la percepita mancanza di capitale. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono descritte come “relativamente ben capitalizzate”. Altri casi vengono invece portati come esempi delle difficoltà del settore. Il quotidiano finanziario cita il caso di Ubi, il cui aumento di capitale da 1 miliardo è stato sottoscritto per il 92% e di Banca Popolare di Milano, che dovrà convincere il mercato a iniettare nuove risorse per 1,2 miliardi. In assenza di riforme in grado di rimettere in moto l’economia, continua la Column, “una nutrita schiera di istituti di credito di medie dimensioni avranno di fronte anni caratterizzati da margini ridotti e da bassa crescita dell’attività di prestito”. Agli investitori non resta che sperare in un nuovo round di consolidamento che potrebbe essere accelerato dai problemi del settore.

In una cornice del genere non stupisce il ritorno del pessimismo sui titoli bancari. A partire da Monte Paschi (-5,2%) e Bpm (-4,1%). Sono passate in negativo Intesa -0,8%, Unicredit-1%, Banco Popolare (-2,3%), Ubi (-1%). Victor Massiah, in un’intervista al Sole, si compiace del fatto che l’aumento di capitale sia stato sottoscritto al 92,3% e smentisce qualsiasi ipotesi di aggregazione con Banca Popolare di Milano. Il manager conferma le linee del business plan che prevedono una crescita per linee interne.

 Per quanto riguarda il costo della raccolta, Massiah ritiene che il punto più basso sia stato registrato nel 2010.

Il calo del settore bancario italiano non trova corrispondenza nell’indice Stoxx delle banche europee (+ 0,2% ) mentre l’indice delle banche della zona euro è in rialzo dello 0,6%. Ad appesantire la situazione contribuiscono le indiscrezioni sui contenuti della prossima manovra del governo che punta a mettere una tassa dello 0,05% sulle transazioni finanziarie e ad aumentare il prelievo sulle rendite finanziarie.

In calo anche gli altri titoli finanziari: nel risparmio gestito Mediolanum scende dell’1,6%, Azimut l’-1,5%. Fra le assicurazioni Generali perde lo 0,5%, crolla Unipol in ribasso del 9%. Dal massimo di 0,556 euro del 28 aprile a oggi Unipol ha perso in Borsa il 40%. La performance da inizio anno è -29%. Fonsai è di nuovo in ribasso e perde il 4%, mentre la controllata Milano scende del 2,4%.

MEDIOBANCA CONFERMA PER FIAT IL TARGET A 11,8 EURO
SHOPPING DI ENI ED ENEL A PARIGI: NEL MIRINO POWEO

Il settore migliore in Europa è quello dell’auto (+1,2%) . La Fiat (+0,2%) attende, da spettatrice interessata, la firma dell’accordo sulla rappresentanza da parte della Cgil che potrebbe aprire la strada ad una soluzione del caso Fabbrica Italia prima della sentenza sul ricorso Fiom. Oggi Mediobanca ha confermato la raccomandazione outperform e il target price di 11,80 euro. Nella nota la banca milanese rileva che a fine 2011 il debito del gruppo sarà sceso a 5 miliardi di euro dai 6,3 miliardi di fine 2010, grazie alla riduzione del capitale circolante e al buon cash flow operativo della controllata Chrysler.

Eni ed Enel (entrambi -0,19%) starebbero trattando con l’austriaca Verbund l’acquisto della quota del 46% dell’utility francese Poweo, un gruppo indipendente che a fine marzo aveva 363.500 clienti, di cui 263.700 nell’elettricità e 99.800 nel gas.

Poweo ha chiuso il 2010 con ricavi pari a 696 milioni di euro, EBITDA negativo per 7 milioni di euro e perdita netta di 133 milioni di euro.

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