Sale l’onda dei tassi sia sulle due rive dell’Atlantico che del Pacifico. Sono ai massimi dal dicembre 2015 i rendimenti del Bund a 0,70%, il T-bond Usa si spinge al rendimento del 2,70%, mai visto dal maggio del 2014. Il biennale si porta al 2,15%, livello più elevato dal 2008. Vanno meglio, per ora, i periferici: il Btp, pur salito al 2,03%, riduce lo spread verso i titoli tedeschi, sostenuti dalla forte richiesta di credito dell’industria di oltre Reno. Ma è evidente che la stagione del denaro a costo quasi zero è agli sgoccioli.
Il fenomeno frena il rialzo dei listini azionari, cosa che non è certo un dramma, vista la forza del rally dei listini che ha caratterizzato gennaio. In questa cornice i mercati si apprestano a dar l’addio a Janet Yellen che oggi presiederà l’ultimo meeting della sua brillante gestione della Fed. Dal 3 febbraio il bastone del comando passa nelle mani di Jerome Powell, cui toccherà il non facile compito di cavalcare la liquidità liberata dalle riforme fiscali e dalle spese annunciate da Donald Trump che stasera potrebbe riservare qualche sorpresa nel suo primo messaggio all’Unione in programma stasera.
TOKYO SOTTO DELL’1,4%, APPLE BRUCIA 14 MILIARDI
L’Asia non fa eccezione. Stamane il bond decennale del Giappone è sui massimi da giugno 2016 a 0,08% di rendimento, da 0,07% di ieri. La Borsa di Tokyo si avvia invece a chiudere in ribasso dell’1,4%- Scendono tutte le piazze azionarie della Cina e dell’Asia Pacifico. Hong Kong -0,8%, indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen, -0,7%. Seoul -1%, Mumbai -0,7%.
Per Wall Street quella di ieri è stata la peggior seduta da inizio anno. Il Dow Jones ha perso lo 0,67%, al pari dell’S&P500, che ha vissuto i maggior calo degli ultimi cinque mesi. Nasdaq -0,52%.
Apple (-2,1%) ha lasciato sul terreno 14 miliardi di capitalizzazione. Gli ultimi rumors, a due giorni dai dati di bilancio, parlano di un brusco taglio alla produzione di iPhone X. Ma il dato non dovrebbe condizionare i profitti della Mela: la riforma fiscale di Trump dovrebbe permettere maggiori profitti per 18 miliardi di dollari.
IL PETROLIO SOTTO I 70 DOLLARI. ENI -1%
Il petrolio scende sotto quota 70 dollari. Stamattina il Brent del Mare del Nord è scambiato a 68,9 dollari il barile, in calo dello 0,6%, dopo aver perso ieri l’1,5%.
In calo Eni (-1,07%). Secondo l’ad Claudio Descalzi, i progetti sul gas in Egitto, Cipro e Israele potrebbero aiutare l’Europa a diversificare le importazioni di gas. Inoltre il gruppo punta a espandersi in Algeria, inclusi i campi offshore.
Sul mercato delle valute è in corso una lieve risalita del dollaro, nei confronti delle maggiori controparti. L’euro si indebolisce a 1,283 da 1,242 della chiusura. Oggi alle 14 sarà pubblicata l’inflazione armonizzata tedesca.
EUROPA CONTRASTATA, MILANO -0,23%
Apertura di settimana col segno meno per i listini europei, nonostante la leggera ripresa del dollaro dopo sei settimane di ribassi rispetto all’euro (-3% da inizio anno). Oggi alle 14 sarà pubblicato il dato dell’inflazione armonizzata tedesca.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib lascia sul terreno lo 0,23% più delle altre Borse del Vecchio Continente (con l’eccezione di Madrid) ma sopra quota 23.800 (23.801). Arretrano anche Parigi (-0,14%) e Francoforte (-0,12%). Londra è l’unica piazza a chiudere in terreno positivo a fronte della sterlina debole, danneggiata da nuove tensioni sulla Brexit.
Da segnalare ad Amsterdam ArcelorMittal (+1%), potenziale acquirente di Ilva. Il leader mondiale nella produzione di acciaio, insieme alla giapponese Nippon Steel, sta preparando un’offerta congiunta per rilevare il produttore di acciaio indiano in bancarotta Essar Steel prima della prossima asta a febbraio.
ALLA BCE RIPRENDE IL BRACCIO DI FERRO SUL QE
La Bce interromperà gli acquisti di bond solo quando sarà fiduciosa che l‘inflazione sarà avviata verso il target anche senza stimolo monetario, a detta del capo economista della banca centrale Peter Praet. “Una volta che il Consiglio direttivo giudicherà che i tre criteri per un aggiustamento sostenuto (dell‘inflazione) sono stati soddisfatti -ha detto – gli acquisti netti di asset termineranno, in linea con la nostra guidance”.
Di segno opposto il parere di Klaas Knot, banchiere centrale olandese: “La Bce – ha detto – dovrebbe mettere in chiaro che il Quantitative easing non sarà ulteriormente esteso oltre settembre”.
IL CINQUE ANNI TEDESCO TORNA IN TERRENO POSITIVO
La settimana si è aperta con nuove tensioni sui titoli di Stato della zona euro. Il rendimento del governativo tedesco decennale tedesco è salito a +0,70%, toccando il livello più alto dal dicembre 2015. Il cinque anni è tornato positivo per la prima volta dopo oltre tre anni.
Vendite anche sulla scadenza trentennale, dove il rendimento tocca quota 1,35%, massimo da luglio 2017 (top annuale a 1,37%) e sulla scadenza a 2 anni, il cui rendimento è risalito a -0,52%, nuovo massimo da giugno 2016. La performance media dei titoli governativi tedeschi da inizio 2018 è negativa tra il -0,7% e il -1,4%.
Nonostante che anche sui Btp, in linea con il resto del comparto europeo, si avverta il peso delle aspettative sul prossimo disimpegno della Bce, lo spread tra Italia e Germania sul è di 140 punti base (contro 145 di venerdì).
Il tasso del decennale di riferimento scambia a 2,026% da 2,005% dell’ultima chiusura. Dopo l’offerta del Bot semestrale di ieri, in cui il tasso è salito a -0,417% (massimo da ottobre) dal minimo storico di -0,475% di fine dicembre – oggi si terranno le aste a medio lungo del Tesoro (offerti 7-9 miliardi).
IL BTP VIAGGIA OLTRE IL 2,1%, OFFERTO ANCHE IL 50 ANNI
In particolare verrà offerto il nuovo decennale febbraio 2028 (cedola 2%) che in chiusura, sul mercato grigio di Mts vedeva un rendimento di 2,134% rispetto all’1,86% di fine dicembre. In rialzo anche il tasso del Btp a 5 anni, che in chiusura quotava a 0,75% da 0,60% dell’ultima asta. Stamane sarà offerto anche il Btp a 50 anni e il Ccteu aprile 2025.
Abbondante anche l’offerta di altri paesi dell’Eurozona. Oltre al collocamento tedesco di domani sul titolo a 5 anni (4 miliardi), giovedì si attiveranno Spagna (5 miliardi) e Francia. Madrid offrirà fino a 5 miliardi di euro complessivi sulle scadenze gennaio 2021. Parigi tra 8 e 9 miliardi.
STM SUPERSTAR, IN ATTESA DELLO SHOW DI LEONARDO
A Piazza Affari è stata la giornata di Stmicroelectronics (+2,36% a 19,52 euro), tra le protagoniste del rally dei semiconduttori innescato venerdì dai risultati di Intel ed alimentato ieri dal rialzo delle previsioni della concorrente austriaca Ams. Socgen ha alzato il target di Stm, miglior blue chip di giornata, da 32 a 33 dollari.
Nel settore industriale cresce l’attesa degli analisti per la presentazione oggi del piano industriale di Leonardo 1,58% firmato dall’ad Alessandro Profumo. Alla vigilia Banca Akros ha ribadito il rating buy e il target price a 14,25 euro: il gruppo trarrà beneficio dall’aumento delle spese militari stanziate dall’amministrazione Trump.
GOLDMAN E BARCLAYS SPINGONO FCA, OGGI I CONTI DI CNH
In giornata si terrà anche il Cda sui conti di Cnh Industrial (+0,74%): ieri il concorrente Usa Caterpillar è arretrato del 2,66% dopo i risultati.
A gennaio l’Automotive è stato il settore più brillante dell’Eurostoxx (+9%). Fiat Chrysler (ieri +0,2%) è stato tra i grandi protagonisti del mese con un balzo del 31% circa, ma Goldman Sachs ritiene che ci sia ancora margine per nuovi rialzi: il broker ha rivisto al rialzo il target price a 31 euro 19,42 a 31 euro con un potenziale rialzo del 56,5% rispetto al prezzo attuale. Anche Barclays ha alzato il prezzo obiettivo da 21 a 23 euro, confermando la raccomandazione overweight, rassicurati dalla prospettiva di un sensibile miglioramento della cassa (previsto un net cash a 4,5 miliardi di euro entro il quarto trimestre).
CREDIT SUISSE PROMUOVE INTESA, TONFO DI CREVAL
La prospettiva di una risalita dei rendimenti di mercato in Europa sta favorendo la ripresa dei settori più sensibili alla dinamica del costo del denaro. A gennaio sono cresciute Banche (+6,7% l‘indice di settore), Servizi Finanziari (+6,2%) e Assicurazioni (+5%).
Ieri è stata una giornata di assestamento per i titoli del credito. Il paniere dei bancari italiani è avanza dello 0,2%; debole lo Stoxx europeo (-0,13%) condizionato dai conti della spagnola Bankia (-4,31%). A tener banco è stato il report sul settore del Crédit Suisse. Tra i titoli premiati Intesa Sanpaolo (+0,6%), al massimo da ottobre 2015, su cui il broker ha alzato il target price a 3,40 euro da 3,20 euro. Confermato il giudizio Outperform.
Tagliato invece il target (3,5 euro da 4,28) di Monte Paschi (-1,12%). Ieri il ministro Pier Carlo Padoan, candidato alle prossime elezioni nel collegio di Siena, ha dichiarato: “Racconterò una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Il Monte dei Paschi è una storia di successo e sarà un elemento di crescita forte per Siena e per l’intera realtà italiana”.
Positivo, ma ben sotto i massimi di giornata, Banco Bpm (+0,74%): in un’intervista l’ad Giuseppe Castagna non ha escluso una partecipazione al processo di consolidamento del settore e ha preannunciato un forte recupero della redditività. Chiusura in rosso per Unicredit -0,5%. Ubi Banca -0,5%.
Fuori dal paniere principale, tonfo di Creval (-4,70%), dopo una mattinata positiva in attesa della definizione del consorzio di garanzia dell‘aumento di capitale.
LE PRESE DI BENEFICIO AFFOSSANO CATTOLICA
Finale in profondo rosso nel comparto assicurativo di Cattolica (-5,16% a 10,1 euro) nel giorno della presentazione dell’atteso piano industriale che ha fatto scattare le prese di beneficio dopo i sensibili guadagni degli ultimi mesi. Nel corso della seduta il titolo ha segnato, prima del tonfo finale, il nuovo massimo a 10,96 euro. La compagnia prevede un incremento del dividendo del 50%, in modo da superare quota 0,50 euro per azione nel 2020. La compagnia ha annunciato che metterà ai voti alcune modifiche alla governance, tra cui la revisione dei limiti sui diritti di voto per le persone giuridiche, alzati al 5% del capitale.
Positive Generali (+0,1%) e Unipol (+0,4%). Il negoziato sulla fusione di Unipol Banca con Bper Banca (+0,5%) potrebbe partire nella seconda parte dell’anno.
FUMATA NERA PER I DIRITTI DEL CALCIO. DEBOLE MEDIASET
In calo Mediaset (-0,7%). Barclays ha ribadito il giudizio Underweight, ma ha ritoccato il target a 2,90 euro da 2,75 euro. Si è intanto conclusa senza assegnazione la procedura di vendita dei diritti pay tv delle stagioni 2018-2021 riservata agli operatori media. Si riparte con una trattativa con Mediapro ma in parallelo la Lega riformulerà un bando per gli operatori media, come Sky e Mediaset nel caso la trattativa con la società spagnola non andasse a buon fine.
In calo le utility, penalizzate dalla risalita dei tassi. Enel -0,8%, Italgas -1%. Snam -0,7%
FONDI IN MANOVRA SU SAFILO
In evidenza Safilo (+3,12%), nel mirino di alcuni fondi di private equity. Nuovo balzo di Poligrafici Editoriale: il titolo è passato in una settimana da 20 a 33,5 centesimi.