Dopo 10 anni c’è ancora chi non perde la speranza. E fa bene. Il tribunale della Banca Mondiale ha accolto la petizione degli italiani che chiedono il risarcimento delle perdite oltre un miliardo di euro dovute al default dell’Argentina nel 2001. Le migliaia di creditori di titoli di Stato argentini avevano rifiutato nel 2005 una proposta di swap della Casa Rosada e avevano intentato una causa all’International Center for Settlement of Investmen Disputes (Icsid) della Banca Mondiale, denunciando la violazione del trattato bilaterale Italia-Argentina sugli investimenti. Il tribunale ha deliberato il 4 agosto di avere giurisdizione sull’arbitrato, primo del suo genere per numero di persone coinvolte.
La richiesta era stata registrata nel febbraio 2007 e il lento procedimento ha fatto perdere per strada molte persone. Se erano partiti in circa 180mila piccoli investitori, che reclamavano 4.500 milioni di dollari, a portare le loro richieste all’Icsid, due terzi abbandonarono la via legale e accettarono l’offerta di ritrutturazione proposta dall’Argentina.
Ma c’è ancora una causa in sospeso a New York che gli obbligazionisti italiani potrebbero riattivare se non dovessero essere d’accordo con la soluzione del tribunale dell’Icsid. Nicola Stock, a capo dei perseveranti, ha detto che se dovessero vincere la causa, sarebbe meno difficile ottenere il congelamento di asset argentini all’estero, dal momento che il tribunale può mettere in atto le sue decisioni in oltre 140 Paesi membri.
Attraverso gli swap proposti nel 2005 e nel 2010 l’Argentina ha ristrutturato il 92% del suo debito.
Le autorità del Paese sudamericano non hanno ancora rilasciato commenti.
Fonte: Reuters