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Bollette, luce meno cara per famiglie numerose

L’Autorità per l’energia ha presentato il nuovo testo della riforma che riduce fortemente la progressività delle tariffe elettriche – Resta la distinzione tra case di residenza e seconde case – Assoelettrica: “Si poteva fare di più” – Ecco chi perde e chi ci guadagna con i nuovi prezzi.

Bollette, luce meno cara per famiglie numerose

Bollette elettriche potenzialmente più care per il single con un piccolo appartamento al mare e pochi elettrodomestici. La luce potrebbe costargli 117 euro di più all’anno (escluse tasse). All’opposto, la famiglia numerosa o facoltosa ma che spinge sull’efficienza energetica e, per esempio, utilizza sistemi a pompa di calore per il fresco d’estate e il caldo d’inverno, risparmierà 582 euro l’anno per la casa dove risiede, sempre al netto delle tasse. Lo prevede la nuova versione della riforma tariffaria che l’Autorità per l’Energia ha da poco depositato in consultazione affinché tutte le parti interessate possano esaminarla e fare conoscere le proprie valutazioni.

La riforma è affidata all’Autorità dal decreto 102/2014 con il quale il governo ha dato l’indicazione di ridurre la progressività della tariffa elettrica: nata negli anni ’70 e orientata a contenere il consumo delle fonti fossili utilizzate per le centrali termoelettriche, oggi si scontra sia con l’esplosione delle rinnovabili che con l’utilizzo di sistemi di efficienza energetica (come le pompe di calore) che hanno però bisogno di alti consumi elettrici.

L’argomento è bollente e ha già suscitato osservazioni e proteste da parte dei produttori raggruppati in Assoelettrica, che vorrebbero liberalizzare il più possibile e le associazioni dei consumatori che invece temono il costo di questa redistribuzione del costo della bolletta elettrica. Proprio oggi il presidente dell’Authority Guido Bortoni terrà la sua relazione annuale sicuramente la riforma avrà un suo spazio nel bilancio dell’anno e previsioni per il prossimo.

La riforma mantiene la distinzione tra residenti e non residenti, penalizzando questi ultimi come avviene anche oggi.“Anche se ciò può esporre a comportamenti elusivi (false residenze), tale soluzione consente una maggiore “gradualità” di impatto della riforma”, è la motivazione fornita dall’Authority nel documento da poco pubblicato. Inoltre, il documento prevede che lo spostamento degli oneri dalle parti variabili a quelle fisse della tariffa – necessario per ridurre la progressività attuale – avvenga in modo da non penalizzare troppo risparmio energetico e autoconsumo. I tempi di attuazione sono graduati in due tempi: l’avvio della riforma è previsto nel 2017 ma per gli oneri generali si rinvia al 2018, quando scatterà la piena liberalizzazione del mercato dell’elettricità e del gas prevista dal Ddl Concorrenza attualmente in disucssione in Parlamento.

Il documento prevede inoltre l’estensione almeno al 2016 della tariffa sperimentale D1 per le pompe di calore. Le osservazioni dei vari stakeholders dovranno arrivare entro il 4 settembre per consentire all’Authority di varare la riforma a novembre.

“La proposta dell’Autorità è un passo avanti, ma ancora incompleto”, è il commento del Presidente di Assoelettrica Chicco Testa. In particolare Testa contesta il mancato “ superamento della distinzione tra utenze residenti e non residenti, in ragione di un riequilibrio dei costi a carico delle utenze con bassi consumi. Una scelta che ritengo discutibile, soprattutto tenendo conto del fenomeno delle residenze di comodo”.

Le associazioni (ambientaliste, consumatori , etc) – Codici, Greenpeace, Italia Solare, ISES Italia, Legambiente, Movimento 5 Stelle, Kyoto Club e Wwf – che avevano duramente criticato lo spostamento degli oneri di rete sulla quota fissa della tariffa (“più consumi, meno paghi; così si brucia il risparmio energetico”), sembrano avere accolto meglio l’ultimo testo della riforma, presentato lunedì scorso.

Il nuovo documento dell’Autorità.

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