E’ di nuovo in fermento mercato dell’energia italiana. L’Acquirente unico ha lanciato il portale per mettere a confronto le offerte per elettricità e gas. Lo fa mentre il governo studia un rinvio dell’abolizione del mercato tutelato al luglio 2019 a quando non si sa. Il sito dell’Acquirente raccoglie le indicazioni dell’Autorità per l’energia sui costi per famiglie ed imprese grandi e piccole. Si possono consultare le offerte e scegliere la più conveniente. Ciascuno opterà per quella più adatta alle proprie esigenze, visti i consumi e i fabbisogni. Ma le piccole e medie imprese continuano a sentirsi penalizzate. Confartigianato è tornata a chiedere una riduzione dei prezzi praticati su larga scala. Accusa il sistema italiano di agevolare i grandi gruppi industriali a svantaggio delle PMI. Il punto controverso sono le imposizioni fiscali e parafiscali, che dall’anno scorso incidono sui bilanci delle aziende. Proprio quelle che stanno trainando l’export italiano.
Confartigianato Lombardia guida la protesta e chiede di parificare le imprese artigiane ai grandi gruppi energivori. Ai grandi lo Stato applica sconti che a noi non fa, è il leitmotiv della protesta. Secondo un loro studio, gli artigiani pagano l’energia circa il 30% in più rispetto ai fratelli-concorrenti europei. A fine 2017 il peso economico di questo divario era di 383 euro in più nell’ultimo trimestre e di 11.500 il costo medio annuo dell’energia per una piccola impresa. Si può stare sul mercato con questo handicap di sistema? Sistema, infatti, è la parola magica ricorrente nelle polemiche sul costo finale. Si tratta di oneri fiscali made in Italy pesanti rispetto alle medie per addetto applicate in Francia, Germania e Spagna. I piccoli imprenditori si dicono ossessionati da un principio capovolto: meno consumi, più paghi. Proprio per sostenere gli oneri generali del sistema che governano elettricità e gas. Con il portale dell’Acquirente unico la situazione potrebbe migliorare, anche se la tassazione resta quella che è.
A questo punto arriva l’altro protagonista del fermento di questi giorni: il governo. La legge sulla concorrenza 2017 ha stabilito l’abbandono del mercato tutelato dell’energia dal 1 luglio 2019. I Cinque Stelle hanno detto di voler rivedere la norma, di dare battaglia, nonostante “non c’è ancora nulla di concreto” ha spiegato il Presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto. Non condividono la scelta del mercato libero, che è bene arrivi più tardi, forse mai. Se rinvio della tutela, ci sarà continueremo a consultare prezzi praticati dalle Aziende energetiche e verificati dall’Autorità per l’energia. Il mercato libero esiste negli altri Paesi dell’Unione Europea, con gli effetti economici, studiati anche in Italia, sulla diminuzione dei prezzi ai clienti finali. Come sta avvenendo altri settori , anche sull’energia il confronto tra imprese e decisori politici è destinato a salire di tono , ancora di più quando si tratta di non compromettere il sistema.