Luce e gas, il mercato libero conviene? La risposta è sì, ma…è bene tenere gli occhi aperti, visto che l’energia è un sistema complesso. E’ un fatto, tuttavia, che ormai la macchina è partita e ci porterà il 1° gennaio 2018 ad un nuovo regime: cadranno infatti le ultime tutele oggi esistenti, alle tariffe amministrate dall’Autorità si sostituiranno prezzi liberi come sperimentiamo oggi per telefoni e telefonini.
Per fare il punto sulle ultime novità, Nomisma Energia ha presentato ieri il suo Rapporto 2015 sui mercati liberalizzati di gas e elettricità e i benefici per i consumatori. Ormai oltre un cliente residenziale su tre ha già scelto il mercato libero, sia per la luce che per il gas. Sommandoli, 15 milioni di italini hanno saltato il muro della “maggior tutela” amministrata dall’Authority. Significa che altri 40 milioni circa sono rimasti fermi ma quel che sta accadendo è che c’è una maggiore dinamicità, spinta anche dalle offerte innovative degli operatori.
ITALIA AVANTI IN EUROPA
“Il retail dell’energia elettrica in Italia ha uno degli indici di liberalizzazione più alti d’Europa; siamo più avanti di altri” afferma Davide Tabarelli che ha curato lo studio. Oggi sono più di 300 gli operatori attivi sul mercato libero e le loro offerte sono consultabili sul “Trova offerte”, il motore di ricerca reso disponibile dall’Authority Energia sul suo sito. Sul mercato libero, rispetto al vincolato, “sono decisamente più numerose le proposte convenienti – afferma Tabarelli – e risultano migliori 16 offerte su 21 per il gas e 13 su 21 per l’elettricità. Per i più attenti al prezzo ci sono offerte che permettono di risparmiare fino a 71 euro l’anno sulle bollette elettriche e fino a 107 euro su quelle del gas”.
Ma la novità maggiore riguarda il boom dell’offerta di servizi accessori rispetto alla fornitura in senso stretto: assicurazioni, consulenza gratuita per l’efficienza energetica, sostituzione caldaie, raccolta punti, sconti presso negozi convenzionati. Il vantaggio, stimato da Nomisma Energia, può raggiungere anche 1.098 euro annui a fronte di una spesa media per luce e gas è di 1.650 euro. “Cifre che hanno sorpreso anche noi”,afferma Tabarelli. La spiegazione è emersa con chiarezza: in Italia è difficile comprimere il prezzo perché la quota di oneri fiscali e parafiscali appesantisce notevolmente le bollette. Quindi, per fidelizzare i clienti e invogliarli a cambiare, si gioca la carta dei servizi.
Ora aziende, isituzioni e consumatori dovranno trovare un punto di equilibrio. L’obiettivo non è scontato e se ne è parlato alla presentazione del Rapporto Nomisma durante un dibattito cui hanno partecipato Eni, Enel, Edison, Iren, Hera, Acea, l’Authority e l’Acquirente unico oltre a siti come Tariffe.it, rappresentanti dei consumatori (Altroconsumo e Federconsumatori), e l’Aiget. Intanto bisognerà vedere se e come il Ddl Concorrenza, presentato dal governo e in discussione alla Camera, sarà approvato e quindi soprattuto se non ci saranno rinvii.
Molti altri aspetti sono ancora da definire, alcuni lo saranno per decreti successivi: il 1° gennaio 2018 dove andranno i consumatori: resteranno in eredità all’operatore che li rifornisce in tutela? Saranno obbligati a scegliere o verranno “assegnati” al miglior offerente tramite un sistema di aste? Quali disposizioni verranno prese per arginare il nodo dei morosi e per sostenere le famiglie bisognose? Che fine farà l’Aquirente Unico, la società pubblica che ora acquista l’elettricità per le famiglie? Tutte domande a cui bisognerà rispondere nei prossimi due anni e mezzo. Oltre alla necessità, da tutti richiesta con forza, di avere un sistema che non sia iperregolato e soprattutto molto più trasparente e comprensibile. A cominciare dalla lettura delle bollette.