Come anticipato da Mario Draghi all’assemblea di Confindustria, giovedì sera il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per limitare gli aumenti delle bollette di luce e gas in arrivo da ottobre (in media, rispettivamente, +40% e +30%). Arrivano sconti per famiglie (cresce il bonus sociale) e imprese. Solo per i prossimi tre mesi, gli oneri di sistema saranno eliminati dalle fatture dell’elettricità per 29 milioni di clienti domestici e 6 milioni di piccole imprese con contatori fino a 16,5 kW. Altrettanto è previsto per il gas. La manovra vale 3,4 miliardi di euro, risorse che saranno impiegate per il trimestre ottobre-dicembre 2021.
LUCE E GAS: AUMENTA IL BONUS, SCENDE L’IVA, VIA GLI ONERI DI SISTEMA
Nel dettaglio, poco meno di due miliardi e mezzo saranno usati per ridurre i costi fissi: due miliardi per eliminare gli oneri generali di sistema nel settore elettrico e 480 milioni per ridurre gli oneri generali sulla bolletta del gas. Gli oneri di sistema sulla bolletta della luce saranno compensati per 700 milioni con il ricavato delle aste di CO2 e con il trasferimento di 1,3 miliardi alla Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Inoltre, l’Iva sul gas naturale scende al 5% per famiglie e imprese (oggi è al 10 o al 22%, a seconda del consumo).
Una sezione particolare del decreto riguarda chi beneficia del bonus sociale. Si tratta di 3 milioni di famiglie per il bonus elettrico e di 2,5 milioni di famiglie per il bonus gas: “Per costoro – scrive la Presidenza del Consiglio – sono tendenzialmente azzerati gli effetti del futuro aumento della bolletta”. La lista dei beneficiari potrebbe aumentare se altre famiglie chiederanno i bonus nei prossimi mesi. Per ottenere l’agevolazione bisogna rientrare in una di queste categorie:
- nuclei familiari con un Isee inferiore a 8.265 euro l’anno;
- famiglie numerose (quelle con almeno quattro figli e un Isee non superiore a 20mila euro annui);
- percettori di reddito o pensione di cittadinanza;
- utenti in gravi condizioni di salute.
Le risorse aggiuntive stanziate per il bonus sociale nel quarto trimestre ammontano a 450 milioni di euro.
AUTORITÀ ENERGIA: I PREZZI RESTERANNO ALTI, LA DISCESA SARÀ LENTA
“È facile prevedere che la pressione al rialzo dei prezzi si mantenga nell’immediato futuro e le previsioni di medio periodo lasciano ad oggi intravedere un processo molto lento di riallineamento a prezzi più bassi”. Lo ha detto venerdì mattina Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità per l’energia (Arera), presentando in parlamento la relazione annuale dell’ente.
“Dopo la profonda discesa che ha caratterizzato il 2020 – ha aggiunto – l’attivarsi della ripresa economica con l’inizio del 2021, ma soprattutto l’evidenza dell’efficacia della campagna vaccinale, hanno determinato una brusca accelerazione in tutti i costi delle materie prime, con variazioni che nel giro di pochi mesi li hanno proiettati decisamente verso massimi storici”.
Per contenere in parte gli aumenti delle bollette, Besseghini ha ribadito una proposta storica dell’Autorità: “Il progressivo trasferimento degli oneri generali di sistema sulla fiscalità generale”.
Accanto a questo, Besseghini suggerisce di “destinare stabilmente una quota del gettito in crescita delle aste CO2 alla riduzione degli oneri generali di sistema”.
Interventi di questo tipo sono tanto più necessari perché “la transizione energetica, se pur accettata e condivisa – ha detto ancora il numero uno dell’Arera – rischia di porci di fronte a extra-costi che potrebbero incidere maggiormente sulle categorie più deboli”.
Per quanto riguarda in particolare il gas, secondo Basseghini il Tap “ha dimostrato di essere uno strumento efficace per il contenimento del differenziale di prezzo che storicamente caratterizzava Ttf e Psv. E anche l’entrata in operatività del North Stream 2 avrà delle ripercussioni sulle dinamiche di prezzo che gli analisti ed i forward scontano a partire dal secondo trimestre del prossimo anno”.
Il Presidente dell’Autorità ha detto poi che “l’Italia non può più permettersi di accumulare ritardi sull’individuazione del sito per la realizzazione di un deposito nazionale di rifiuti radioattivi”.
Infine, nel settore idrico “il fabbisogno di investimenti programmato, inclusa la disponibilità di fondi pubblici, ammonta a 15,5 miliardi di euro per il periodo 2020-2023, circa 3,9 miliardi di euro l’anno – ha concluso Basseghini – denotando un rilevante incremento rispetto alla spesa per investimenti annuale prossima a un miliardo di euro nel 2012, anno di inizio della regolazione idrica da parte dell’Autorità”.