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Bollette elettriche in salita ed enti locali sempre più morosi: primi bilanci del mercato libero

Imagoeconomica

“Italiani e bollette. Superare truffe e raggiri, aiutare i cittadini alla ricerca della normalità”. È fissata per mercoledì 3 aprile alla Camera dei deputati la conferenza stampa dell’Assium, l’Associazione degli Utility manager italiani, sul tema delle bollette elettriche. L’incontro è organizzato a tre mesi di distanza dalla liberalizzazione del mercato elettrico. Da molte circostanze si è capito che il mercato libero non viene vissuto con serenità dagli italiani. Si lamentano aumenti di tariffe e contraccolpi sui bilanci familiari. Mercoledì alla Camera esperti, politici e giornalisti cercheranno di analizzare nel merito gli effetti di una riforma che ha impiegato anni prima di essere approvata. Il governo ha avuto il coraggio di metterla in campo, ma non sono tutte rose e fiori.

Le campagne promozionali

Le società energetiche non abbassano la guardia rispetto al portafoglio clienti con campagne e sconti. Le promozioni restano il modo migliore per aumentare la concorrenza e contendersi il numero di famiglie servite. Gli sconti durano 12 mesi e poi? Federconsumatori lamenta che in tutta Italia sono arrivate bollette d’importo elevato e chiede al governo di modificare certe distorsioni. Dal 1° luglio per chi non avrà scelto una società del mercato libero ci sarà il paradosso che i clienti vulnerabili pagheranno di più. Molto contestate le aste per l’assegnazione dei clienti alle società sui territori.

La Pubblica Amministrazione è morosa

Intanto ha avuto molta eco l’allarme sui 10 miliardi di debiti per l’energia degli enti locali. Fatture non pagate triplicate per morosità e costi di recupero del credito. L’attenzione sul fenomeno è stata richiamata sempre da Assium insieme a Consumerismo su dati dell’Arera. L’ Autorità di Regolazione per Energia ha stimato il deficit in crescita dovuto a diversi fattori dentro la PA.

Gli energy manager, tuttavia, giocano in proprio. Il loro commento al debito è molto chiaro: “Riteniamo che sia essenziale investire nella formazione del personale delle pubbliche amministrazioni. L’introduzione di figure specializzate, come gli utility manager all’interno degli enti locali potrebbe fornire competenze specifiche per gestire in modo più efficiente la questione delle utenze”. L’indice viene puntato contro comuni, Regioni, Asl, Università. In ognuna di queste realtà andrebbero assunte persone qualificate per gestire le attività energetiche. Sarebbe una soluzione efficace, ma buona parte degli enti pubblici non vedono questi aspetti come prioritari.

“Lampioni spenti, strade e piazze al buio, scuole fredde, ospedali senza aria condizionata, centri anziani senza riscaldamento, non sono episodi da paesi in via di sviluppo ma succedono quotidianamente in Italia” ha scritto Assium. Ovviamente ha ribadito la mancanza di competenze negli enti locali. Il richiamo è esagerato, al limite della provocazione. Finché le società non tagliano la corrente (molto complicato a farsi nel pubblico) le strade non sono al buio e le scuole al freddo.

Magari, dopo il paragone con i Paesi in via di sviluppo, possiamo ritenere di essere alle battute iniziali di una proposta di legge per fare spazio ai manager dell’energia nella PA. E magari, prima ancora di pagare le bollette.

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Categories: Economia e Imprese